La rosa rossa (1973) Regia di Franco
Giraldi. Da un romanzo di Pier Antonio Quarantotti Gambini.
Sceneggiatura di Dante Guardamagna e Franco Giraldi. Fotografia di
Marcello Masciocchi. Musiche di Mahler e Rossini. Musiche per il film
di Luis Bacalov. Interpreti: Alain Cuny, Antonio Battistella, Elisa
Cegani, Margherita Sala, Susanna Martinkova, Giampiero Albertini,
Sergio Bardotti. Durata: 1h35'
Siamo a Trieste, alla fine della Prima
Guerra Mondiale, e non c'è più l'Austria di Francesco Giuseppe. Una
coppia di agiati signori, marito e moglie, riceve la notizia che sta
per tornare un loro parente, comproprietario della casa dove abitano.
C'è un po' di imbarazzo, il cugino è un'ottima persona ma è stato
generale dell'esercito austro-ungarico sotto Francesco Giuseppe e
adesso si teme che possa succedere qualcosa di spiacevole in città.
L'accoglienza è ottima, tutto va bene, i cugini vanno subito
d'accordo ma poi sorge un problema quando i tre decidono di andare a
teatro, per Il Barbiere di Siviglia. Alcune persone riconoscono l'ex
generale, lo indicano apertamente, starà per succedere qualcosa di
sgradevole? L'unico tranquillo è proprio l'ex generale, e infatti le
persone che lo hanno riconosciuto sono ben disposte verso di lui: non
solo il passato non pesa, ma si riconoscono come parenti, facenti
parte della nobiltà locale.
E' l'inizio di "La rosa rossa",
film del 1973 diretto dal triestino Franco Giraldi e tratto da un
romanzo di Pier Antonio Quarantotti Gambini. I protagonisti sono tre
anziani, e il mondo intorno a loro sta cominciando a cambiare. L'ex
generale, un conte, ha lasciato un ottimo ricordo di sè nel paese
presso Trieste dove vivono; la rosa rossa del titolo è stata
lasciata dalla donna che gestisce la casa, governante già tanti anni
prima quando erano entrambi giovani, e ora l'anziano ufficiale la
ritrova nella sua stanza, in un piccolo vaso vicino allo specchio.
Solo in quel momento capisce chi gliel'aveva lasciata tanti anni
prima; c'è un momento di tenerezza tra i due ma durerà lo spazio di
poche ore, perché il generale muore quella notte stessa, nel sonno.
L'improvvisa morte del conte solleva i
veli sul passato, si scoprono parentele impreviste, anche la vita di
coppia degli anziani coniugi è messa a dura prova; ma poi tutto si
risolverà nel modo migliore, è troppo tardi per scenate di gelosia
o per ricominciare una nuova vita. E, oltretutto, l'ex generale ha
lasciato nel testamento ogni sua proprietà ai due cugini che tanto
bene lo hanno accolto. A questa storia di anziani fa da contrappunto
quella della giovane domestica, che inizia una relazione con il
medico locale, rimane incinta, probabilmente si sposerà ma è
comunque felice, è l'inizio di una nuova vita.
Antonio Battistella, attore soprattutto
di teatro, fa coppia con Elisa Cegani, che fu una diva negli anni '30
e '40. Alain Cuny è il conte-ex generale; Margherita Sala è
Basilia, la governante della rosa rossa; Susanna Martinkova è la
giovane domestica. Giampiero Albertini è il giardiniere
"somigliantissimo al generale": in effetti, un po' di
somiglianza con Alain Cuny c'è, più che altro grazie alla
pettinatura. Albertini, ottimo attore, è anche il doppiatore storico
di Peter Falk nei telefilm del "tenente Colombo". Sergio
Bardotti interpreta il medico, un po' rozzo nei modi ma generoso ed
efficace: salvo errori, dovrebbe essere non un attore di professione
ma l'autore di testi di molte canzoni di successo nel campo della
musica leggera. L'autore del soggetto (un romanzo edito da Einaudi) è
Pier Antonio Quarantotti Gambini (istriano, 1910-1965); da wikipedia
apprendo che il romanzo copre un arco di tempo maggiore rispetto a
quello che si può immaginare guardando il film, cioè quasi
vent'anni.
Sui titoli di testa c'è scritto che le
musiche sono di Luis Bacalov, ma noi stiamo ascoltando Mahler e di
Gustav Mahler sono gran parte delle musiche del film, oltre al
Rossini del "Barbiere di Siviglia" e a canzoni e musiche
popolari. Di Luis Bacalov, insomma, c'è ben poco. Nei titoli di coda
si trova finalmente il nome di Gustav Mahler, anche se in piccolo:
"estratti dalle sinfonie n.1, n.4 e n.7". Non ci sono
notizie, purtroppo, sul Barbiere di Siviglia che vediamo in teatro;
io ho riconosciuto Enzo Dara, se qualcuno mi segnala gli altri
interpreti lo ringrazio fin d'ora. La sequenza in teatro arriva dopo
30 minuti dall'inizio, con il concertato "Mi par d'esser con la
testa"; al termine c'è l'intervallo e si riprende molto
brevemente con "pace e gioia sia con voi", subito tagliato
per far proseguire la narrazione. Nei titoli di coda si nomina anche
il Coro Antonio Illesberg di Trieste dir. Mario Strudthoff, e si
aggiunge "Consulenza per i canti popolari prof. Claudio Nolani".
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