sabato 2 marzo 2019

Stormy weather


- Stormy Weather (1943) Regia di Andrew L. Stone. Soggetto di Seymour Robinson. Scritto da Frederick J. Jackson, Ted Koehler, H.S. Kraft, Jerry Horwin. Fotografia di Leon Shamroy, Lee Garmes. Musiche di Cyril J. Mockridge e altri. Coreografie di Maggie Hathaway e altri. Interpreti: Lena Horne, Bill Robinson, Cab Calloway and His Cotton Club Orchestra, Katherine Dunham and Her Dance Troupe, Fats Waller, The Nicholas Brothers, Ada Brown, Dooley Wilson, The Tramp Band, e molti altri. Durata: 78 minuti
- Hellzapoppin' (1941) Regia di Henry C. Potter. Per le scene di danza e musica afroamericana: Slim and Slam (gruppo di musicisti jazz), Six Hits and a Miss (cantanti), Congaroo Dancers (ballerini, diretti da Frank Manning)

"Stormy Weather" è un film leggendario, ed è anche molto di più di un film. Se ne è scritto molto: il primo film interpretato solo da afroamericani, per esempio - ma di questo non mi sento in grado di parlare e del resto c'è già molto in proposito on line. E' anche, purtroppo, un film molto dimenticato: non credo che le generazioni sotto i trent'anni, o magari anche sotto i quaranta, ne abbiano mai sentito parlare o ne conoscano qualche sequenza. Io sono stato più fortunato, perché negli anni in cui crescevo era normale vedere in tv i grandi capolavori dei decenni precedenti, e ricordo ancora lo stupore (che dura ancora oggi) davanti alla danza dei favolosi Nicholas Brothers, la bellezza di Lena Horne e la sua interpretazione della canzone che dà il titolo al film, la simpatia di Cab Calloway, e tanto altro ancora. Il soggetto, esile come quello di quasi tutti i musical, è infatti un pretesto per portare sullo schermo grandi talenti della musica e della danza afroamericana, come il grande pianista jazz Fats Waller e le leggendarie compagnie di ballo.

C'è anche un altro film di quegli anni da segnalare, per gli appassionati di musica e danza afroamericana, ed è "Hellzapoppin' " film comico girato con attori bianchi: l'ho rivisto di recente e l'ho trovato purtroppo molto invecchiato (non sono i fratelli Marx, non è Laurel & Hardy, non a tutti è data l'immortalità) ma la sequenza con i musicisti e ballerini neri è ancora oggi impressionante per la sua bellezza. Oltre al jazz e alle canzoni, anche "Hellzapoppin' " contiene numeri di danza straordinari dove tutto è così incredibile che ci si chiede se il filmato non sia stato accelerato in qualche modo, magari anche di poco. A me non sembra, direi che è tutto reale ma in ogni caso si tratta di un prodigio di tempo, ritmo e coordinazione atletica.


 
(qui la sequenza completa da "Hellzapoppin' " )
 
Sul mio piano personale, devo dire che quando ascolto e vedo jazz mi chiedo spesso se non mi stiano prendendo in giro. Basta soffiare un po' nel sax, rullare un po' i tamburi e i piatti, mettersi un berretto di lana, et voilà il grande evento. Capita anche con nomi famosi e importanti, capita anche con lo swing: trovo terrificanti gli arrangiamenti swing di canti natalizi, che a fine anno sono talmente pressanti che mi fanno evitare negozi di ogni tipo, librerie comprese. Tutto questo però non mi capita con il jazz della prima metà del Novecento, e il motivo c'è. Non mi capita nemmeno con "Stormy Weather", che continuo a trovare grande o grandissimo in ogni suo numero. Forse non è un gran film dal punto di vista narrativo (capita spesso, con i musical) ma in fin dei conti diventa un dettaglio irrilevante, con tutto quello di grande e di bello che si vede e si ascolta.
Ho ascoltato spesso anche il discorso (una vera e propria lamentazione) sul "dovere" di far entrare il jazz nei Conservatori e nei licei musicali, per di più detto con il fiero cipiglio di chi si sente derelitto e perseguitato, e che in ultima analisi non vuole vedere la realtà che stiamo vivendo. Dai Conservatori escono infatti tipi come Allevi, o come quel mio conoscente diplomato in flauto che al nome di Bach diceva (chiedo scusa, è una citazione originale) "sì che palle". Il jazz e il rock, il rap e la canzone commerciale, sono cose che si trovano da soli, anche senza bisogno di cercarli. Il mondo è pieno di musicisti di successo che non hanno studiato nei Conservatori, e spesso che non hanno nemmeno studiato musica: molti sono celebri e ricchi, molti sono bravi, qualcuno è addirittura fenomenale (come Louis Armstrong e come la maggior parte dei grandi jazzisti, o come i Pink Floyd e i Beatles e i Rolling Stones, come Eric Clapton... tutta gente che non ha studiato nei Conservatori). Molto più difficile, quasi impossibile, è trovare da soli Bach e Rameau e capirne il significato. Per Johann Sebastian Bach, per Rameau, per Monteverdi e Scarlatti, per tramandare la grande musica, c'è bisogno dei Conservatori; per suonare il jazz si può fare anche tutto da soli, molti pianisti jazz erano autodidatti e guardando "Stormy Weather" si capiranno tante cose riguardo al jazz, cose che a scuola non insegneranno mai, tanto per intenderci.

 
Negli anni in cui usciva "Stormy Weather", fra le altre cose, si stava realizzando un grande cambiamento nel jazz, cambiamento che è stato ben sintetizzato da Charlie Chaplin: «...ma quel mondo è ormai scomparso, sostituito da un altro in cui gli occhi vedono diversamente, le emozioni reagiscono ad altri temi. Gli uomini piangono ascoltando la musica jazz, e la violenza ha assunto una carica sessuale. Il mondo avanza a grandi passi. » (Charles Chaplin a Londra per "Luci della ribalta", anno 1952; da "La mia autobiografia", pag.491 ed.Oscar Mondadori 1977). Il jazz, a differenza del blues, era nato come musica di divertimento, di ballo; e così era stato per almeno cinquant'anni, dalla fine dell'Ottocento insomma. Chaplin era stato uno dei fortunati testimoni della sua nascita, così come Giacomo Puccini. Dagli anni '50 in avanti, invece, il jazz diventa sempre più serio e anche molto più fumoso: se siamo nelle mani di Miles Davis e John Coltrane va sempre bene, con altri non è detto che funzioni.
Una ventina d'anni dopo, Frank Zappa avrebbe detto, scherzando ma forse parlando sul serio: «Jazz is not dead, it just smells funny». Però il jazz continua a piacere, si fanno festival ovunque (sempre più aperti al rock e al pop, peraltro), può darsi che sia io quello che sbaglia. Nel dubbio, torno a rivedere e riascoltare "Stormy Weather", (qui) forse per la centesima volta.
 


Le musiche che si ascoltano in "Stormy Weather", prese da www.imdb.com:
- Rang Tang Tang (musica di Cyril J. Mockridge, testo di Bill Robinson)
danzata da Bill Robinson e dai bambini
- There's No Two Ways About Love (1943, musica di James P. Johnson e Irving Mills, testo di Ted Koehler) cantata da Lena Horne, poi ripresa da Lena Horne, Bill Robinson e Cab Calloway
L'introduzione alla ripresa è opera di Lionel Newman
- At a Georgia Camp Meeting (1897, musica di Kerry Mills)
suonata dall'orchestra al ballo, e interpretata da Bill Robinson, Lena Horne e coro.
- De Camptown Races (1849, scritta da Stephen Foster)
suonata dall'orchestra al ballo, e interpretata da Bill Robinson, Lena Horne e coro.
- Linda Brown (1937, scritta da Alvis Cowens)
eseguita da Bill Robinson e The Tramp Band
- That Ain't Right (194, musica di Nat 'King' Cole, testo di Irving Mills)
Fats Waller al piano, Ada Brown canto.
- Ain't Misbehavin' (1929, musica di Fats Waller e Harry Brooks, testo di Andy Razaf )
Fats Waller al piano
- Diga Diga Doo (1928, musica di Jimmy McHugh, testo di Dorothy Fields)
cantata da Lena Horne e danzata con il coro
- African Dance (1939, musica di Clarence Muse e Connie Bemis, testo di Langston Hughes)
cantata da Emmett 'Babe' Wallace e danzata da Bill Robinson
- I Lost My Sugar in Salt Lake City (1942, scritta da Leon René e Johnny Lange)
cantata da Mae E. Johnson
- Rhythm Cocktail (Cab Calloway)
eseguita da Cab Calloway and His Band
- I Can't Give You Anything But Love (1928, musica di Jimmy McHugh, testo di Dorothy Fields)
suonata e interpretata da Bill Robinson, Lena Horne e coro.
- Geechy Joe (1940) (scritta da Cab Calloway, Jack Palmer, Andy Gibson)
eseguita da Cab Calloway and His Band
- Stormy Weather (1933, musica di Harold Arlen, testo di Ted Koehler)
cantata da Lena Horne; danzata da Katherine Dunham and her Troupe
- My, My, Ain't That Somethin' (1933, scritta da Pinky Tomlin e Harry Tobias)
eseguita da Bill Robinson, Cab Calloway and His Band, e danzata da The Nicholas Brothers
- The Jumpin' Jive (1939, scritta da Cab Calloway, Jack Palmer e Frank Froeba)
eseguita da Cab Calloway and His Band, danzata da The Nicholas Brothers
- Moppin' and Boppin' (1935, musica di Fats Waller e Benny Carter)
eseguita brevemente da Cab Calloway and His Band all'inizio della sequenza al Memphis Cafe
- Over There (1917, scritta da George M. Cohan)
per le truppe di ritorno dalla prima guerra mondiale
- Columbia, the Gem of the Ocean o "The Red, White and Blue" (1843) (scritta da David T. Shaw, arrangiamento di Thomas A. Beckett)
per le truppe di ritorno dalla prima guerra mondiale
- The Darktown Strutters' Ball (1917, di Shelton Brooks)
suonata dall'orchestra al ballo
- Walkin' the Dog (1916, di Shelton Brooks)
accennata dall'orchestra al ballo, in medley con "The Darktown Strutters' Ball"
- Cakewalk (traditional)
suonata dall'orchestra al ballo, con danze
- Memories (1915, di Egbert Van Alstyne)
suonata nelle scene in cui Bill Robinson mentre parla con i bambini
- Nobody's Sweetheart (1924, di Billy Meyers ed Elmer Schoebel)
danzata da un ballerino non identificato subito dopo "I Lost My Sugar in Salt Lake City", quando Gabe porta dolci alle ragazze







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