venerdì 17 luglio 2020

The music lovers


The music lovers (L'altra faccia dell'amore, 1971). Regia di Ken Russell. Scritto da Melvyn Bragg, Catherine Drinker Bowen e Barbara von Meck. Fotografia di Douglas Slocombe. Musiche di Ciaikovskij, Mendelssohn, Borodin, dirette da André Previn con la London Symphony Orchestra. Interpreti: Richard Chamberlain (Ciaikovskij), Glenda Jackson (Antonina Miljukova), Izabella Telezynska (Nadezhda von Meck), Max Adrian (Nikolaj Rubinstein), Christopher Gable (conte Shilovsky), Kenneth Colley (Modest, fratello di Ciaikovskij), Sabina Maydelle (Sasha, sorella di Ciaikovskij), Maureen Pryor (madre di Nina), Andrew Faulds , Bruce Robinson, Xavier Russell, e molti altri. Durata: 123 minuti

Ken Russell è stato un regista di grande talento, e lo si vede fin dalle prime immagini anche di "The music lovers", come di altri suoi film precedenti o successivi; è stato anche un regista pieno di difetti, che si sono accentuati col passare del tempo. Con "The music lovers" siamo più o meno a metà di quel percorso: ci sono molte libertà rispetto alla biografia e alla musica di Piotr Ilic Ciaikovskij, ma nell'insieme il racconto è accettabile e siamo ancora lontani dal narcisismo e dall'autoreferenzialità del film su Mahler girato tre anni più tardi. Ken Russell ha spesso cercato lo scandalo, utile per cercare la notorietà, e ci è riuscito soprattutto con film come "I diavoli", "Stati di allucinazione", "Donne in amore"; ha girato molti film biografici, per il cinema e per la tv, raccontando di Debussy, Edward Elgar, Dante Gabriel Rossetti, Frederick Delius, e molti altri, a volte con ottimi risultati, a volte un po' meno.
Per questi motivi, ferma restando la grande bellezza delle immagini di questo film, penso che sia giusto cominciare con qualche cenno biografico su Ciaikovskij, preso dalla "Garzantina della Musica":
Ciajkovskij Piotr Ilic (1840 - 1893) compositore russo. Figlio di un ingegnere minerario e di una buona pianista dilettante di origini francesi che lo iniziò ancor fanciullo alla musica, ebbe le prime lezioni di pianoforte a sette anni. Nel 1850 si trasferì con la famiglia a Pietroburgo dove, per volontà del padre, si iscrisse alla scuola di diritto. Nel 1859 ebbe un impiego al ministero della giustizia; ma ben presto sentì il disagio di un'attività troppo lontana alle sue attitudini artistiche (...) Nel 1861 cominciò a frequentare i corsi della Società musicale russa, studiando teoria con N.I. Zaremba, pianoforte con H. Stiehl e composizione con Anton G. Rubinstein; nel frattempo, non potendo più fare affidamento sull'aiuto del padre, che aveva subito dei rovesci finanziari, si manteneva impartendo lezioni private. L'ambiente musicale in cui C. si inserì era dominato da Glinka e Dargomyizhsky; soprattutto a quest'ultimo, assai aperto a suggestioni di tipo cosmopolita, si volse inizialmente l'attenzione del giovane compositore (...) Nel l855, in una epidemia di colera, C. aveva perduto la madre, alla quale era profondamente attaccato. Questo dramma, e le privazioni economiche cui fu successivamente costretto, accentuarono il senso di instabilità psicologica che già era in lui un tratto costante. A causa anche dell'influsso di un giovane poeta conosciuto alla scuola di diritto, C. cominciò a credersi perseguitato da un malefico destino: forma morbosa di vittimismo che assunse in qualche caso gli aspetti di un'autentica mania di persecuzione e che è una delle componenti del suo quadro psicologico, destinata a influenzare il suo stesso mondo fantastico ed espressivo. Nel 1865 si congedò dal Conservatorio di Pietroburgo musicando l'Ode alla gioia di Schiller: la cantata ottenne un premio e critiche favorevoli. Nello steso anno Nikolaj G. Rubinstein. direttore del Conservatorio di Mosca, gli assegnò la cattedra di armonia, incarico che C. mantenne per dieci anni e grazie al quale potè inserirsi definitivamente nell'ambiente culturale e artistico della città. Nonostante alcuni attestati di stima, i rapporti di C. con il cosiddetto Gruppo dei Cinque furono tesi e spesso polemici, specialmente con chi, come Musorgskij, aveva più radicato il senso del nazionalismo musicale e rifiutava il cosmopolitismo della borghesia salottiera moscovita, da cui C. era invece attratto. Nel l868, a Pietroburgo, conobbe la cantante belga Desirée Artot: ma la relazione che ne nacque ebbe presto fine, mettendo drammaticamente a nudo l'insormontabile omosessualità del musicista. A questo travagliato periodo sentimentale seguì una fase di particolare fervore creativo (...) Nel 1876 si recò a Bayreuth, la "città santa" del wagnerismo, tappa d'obbligo di tutti i musicisti del tempo. Nel 1877 si lasciò convincere a un'unione matrimoniale: ma poche settimane dopo aveva già abbandonato la moglie Antonina Ivanovna Miljakova, alunna del Conservatorio e sua fanatica ammiratrice. Proprio in quel periodo C. entra in rapporti (mai concretizzatisi, per altro, in una conoscenza personale) con la ricca vedova Nadezhda von Meck, madre di dodici figli, talmente innamorata della sua musica da offrirgli una rendita annua di seimila rubli che gli permettesse di dedicarsi interamente alla composizione. L'ultimo quindicennio della sua vita C. lo trascorse lungamente all'estero, in Europa e in America. La morte lo raggiunse, come era avvenuto per sua madre, durante un'epidemia di colera. E' in quest'ultimo periodo che nacquero le sue composizioni più note, quelle che gli diedero fama anche come direttore d'orchestra (...) (fonte: la Garzantina della Musica, ed. Garzanti)

La mia prima osservazione è sulla scelta del protagonista: Richard Chamberlain non assomiglia per niente a Ciaikovskij, così come (tre anni dopo) Robert Powell non somiglierà per niente a Gustav Mahler. Non sarebbe una cosa fondamentale, ma il fatto è che di Ciaikovskij esistono molte fotografie in diversi periodi della sua vita, e la differenza con Chamberlain è davvero imbarazzante. Si tratta di un attore importante, che ho apprezzato molto in altri ruoli (uno su tutti: "L'ultima onda" di Peter Weir), ma che qui mi sembra del tutto fuori posto.
La mia seconda osservazione (sempre molto personale) è il fastidio per chi curiosa troppo nella vita privata delle persone: a me non interessa molto sapere se c'è stato qualcosa tra Giuseppe Verdi e Teresa Stolz, così come trovo abbastanza importune le illazioni sulla vita privata di Beethoven o di Schubert; mi viene sempre da chiedermi cosa ne sanno veramente, in fin dei conti; non basta certo qualche lettera o qualche appunto scritto in un diario, e i biografi più seri stanno molto attenti a non lavorare troppo di fantasia. Al cinema si può fare, intendiamoci: "Amadeus" di Milos Forman è pieno di voli di fantasia ed è molto lontano dalla vera vita di Mozart, ma è pur sempre un capolavoro. Qui, con Ken Russell e con "The music lovers" mi sembra spesso di rivedere il Verdi di Matarazzo, dove si costruiscono scene e dialoghi usando il libretto della "Traviata", o magari "Rapsodia" il film di Hollywood con Vittorio Gassman violinista (dove, tra l'altro, Ciaikovskij fa quasi da solo da colonna sonora). In Ken Russell c'è anche un po' di Zeffirelli, ma in questo caso è lo Zeffirelli migliore (i costumi, le scenografie, le ambientazioni), però più guardo "The music lovers" e il successivo "Mahler" e più mi torna alla mente il cinema di Matarazzo.

Riguardo a ciò che si vede nei film di Ken Russell, si tratta in gran parte, dunque, di impressioni e immagini molto personali; i suoi film possono piacere ma vanno presi con le molle, questo non è Ciaikovskij e il successivo Mahler non è Mahler. Ognuno di noi ha il suo immaginario, ascoltando musica, e quello che vediamo nel film è l'immaginario personale di Ken Russell: liberi noi tutti di vedere altre immagini associate a quelle musiche. Che dire, anch'io mi diverto sempre con gli ippopotami danzanti di "Fantasia", ma Amilcare Ponchielli non intendeva certo questo quando mise in musica "La danza delle ore". Questione di stile e di buon gusto, mi verrebbe da concludere.

Gli attori: detto di Richard Chamberlain, molto bravo e molto credibile anche quando suona, ma secondo me del tutto fuori ruolo, mi viene da pensare che Dirk Bogarde lo avrebbe reso meglio. E' grandissima Glenda Jackson nel ruolo di Nina (Antonina), moglie di Ciaikovskij, con la sola caduta di gusto nel finale in manicomio (ma qui la colpa è tutta di Ken Russell). Un po' di maniera il Nikolaj Rubinstein di Max Adrian (Nikolaj Rubinstein e suo fratello Anton sono due figure storiche), molto aderenti ai loro ruoli tutti gli altri. La fotografia, magnifica, è di Douglas Slocombe; il titolo scelto dal distributore italiano, "L'altra faccia dell'amore", è come capita spesso qualcosa tra la battuta di spirito più o meno pedestre e il tentativo di attirare il pubblico al botteghino facendogli credere che si tratti di qualcosa d'altro.

L'elenco delle musiche del film, preso da www.imdb.com; l'orchestra è la London Symphony, diretta da André Previn.
Sono di Piotr Ilic Ciaikovskij:
- Scherzo burlesque 
- Concerto per pianoforte e orchestra (solista Raphael Orozco)
- Evgenij Onegin, scena della lettera (soprano: April Cantelo)
- Sinfonia n.6 (estratti)
- Sinfonia da "Manfred" di Byron (musiche di scena)
- Quartetto per archi n.3 (andante)
- Romeo e Giulietta (ouverture)
- Miniature march
- Ouverture 1812 (i cannoni che si vedono nel film sono realmente presenti in partitura, anche se si eseguono di solito con altri strumenti: è una composizione scritta da Ciaikovskij per ricordare la sconfitta di Napoleone e la sua ritirata dalla Russia)
Si ascoltano anche:
Felix Mendelssohn, "Dance of the clowns"
Aleksandr Borodin, "Danze polovesiane" dall'opera "Il principe Igor"

PS: ho sempre scritto "Ciaikovskij" secondo la trascrizione italiana per due motivi: il primo, fondamentale, è che spesso i caratteri fonetici vengono cancellati o trascritti male quando vengono messi on line, e non mi piace vedere scritto Caikovskij e Sostakovic, che danno luogo a pronunce completamente sbagliate. Il secondo motivo è che ci sono affezionato. Noi italiani abbiamo la c dolce e mi sembra giusto usarla, gli inglesi invece sono costretti a scrivere Tchaikowsky, i tedeschi Tschaikowsky...


(le immagini vengono dal sito www.imdb.com )

Nessun commento:

Posta un commento