martedì 14 novembre 2017

Baby boom ( II )


2.
A proposito di pensioni, succede che un giorno si titoli che il personale di scuole e poste è anziano (cioè tra i 50 e i 60) e il giorno dopo o magari sulla stessa pagina o nello stesso momento si dica che è necessario portare l'età pensionabile a 65 o 67 anni. Un modo di ragionare un tantino schizofrenico: se la gente deve lavorare fino a settant'anni, si smetta di dire che i lavoratori di cinquant'anni sono una stranezza, si accetti il fatto per quello che è, cioè una naturale conseguenza del fatto che a cinquant'anni si debba continuare a lavorare ancora per molto tempo. Entrate in una scuola o in un ufficio postale e trovate cinquantenni e sessantenni? Ebbene, è del tutto normale che sia così, abituatevi e non andate in giro a scrivere cretinate.

 
Sulle pensioni c'è anche un equivoco di fondo che non viene mai portato alla luce con chiarezza: una volta detto che il controllo dei conti è fondamentale, e che non dovrebbero esserci ruberie da parte di chi li amministra, la pensione pubblica nasce per dare una buona aspettativa di vita a chi non può lavorare. Il concetto prevalente, quello di "hai messo questi contributi ti spetta questa pensione", è invece quello degli assicuratori privati: che mirano ad avere un guadagno, e quindi non assicurano chi più ne avrebbe bisogno. Questi conti non si fanno alla Difesa, per esempio: che è importante, fondamentale, si pensi solo al lavoro quotidiano dei Carabinieri. Non è che ci si aspetti che i Carabinieri producano reddito, si finanziano con le tasse; e questo è il principio di uno Stato come si deve. Lo stesso principio vale, o dovrebbe valere, per sanità, pensioni, sicurezza dell'ambiente, scuola. Invece di ragionare sui fatti, noto invece che si finisce sempre per mettere in scena una lotta generazionale, "i giovani che pagano la pensione ai vecchi" (vecchio trucco, ma funziona sempre con i boccaloni, che abbondano) e anche in questo caso si tira sempre fuori la storiella del "baby boom". Nel campo pensionistico, per chi non lo sapesse (ma i giornalisti professionisti dovrebbero saperlo) ci sono state ruberie e malversazioni come nelle grandi banche: è da queste cose che arriva il deficit dell'Inps, e non dirlo significa essere conniventi. E, soprattutto, il lavoro è sempre più precario e malpagato: i contributi per la pensione quindi sono sempre meno, in futuro il problema scoppierà con grande potenza - ma chi parla più dei problemi reali?

Un'altra "spiritosaggine" (non riesco a chiamarla in altro modo, senza censurarmi) è quella dei "partiti tradizionali". Quando ci sono le elezioni c'è sempre qualcuno che commenta sui "partiti tradizionali": ma dove sono questi partiti tradizionali? I partiti degli ultimi 25 anni in Parlamento sono cangianti, mutevoli, nuvole inconsistenti, hanno nomi che non spiegano nulla (Forza Italia, Fratelli d'Italia, Movimento 5 stelle...) oppure cambiano continuamente nome e direzione politica (DS, PDS, PD...). La realtà, alla faccia dei "partiti tradizionali", è che quando io ho cominciato a votare avevo a disposizione un Partito fondato da don Sturzo e De Gasperi, un Partito fondato da Antonio Gramsci, un altro da Filippo Turati e un altro ancora da Benedetto Croce, mentre negli ultimi venti o venticinque anni (in Lombardia da 22 anni ininterrottamente) siamo stati governati da partiti fondati da condannati in via definitiva a pene detentive per corruzione, mafia, truffa ai danni dello Stato, oppure da leader fondatori che rubavano dalle casse del loro stesso partito. Se questi sono "partiti tradizionali"... forse è il caso di ripensare un po' alle parole che si usano.
 
 
Nelle ultime elezioni sono tornate ancora una volta definizioni che forse avevano un senso 50 o 70 anni fa: ma Don Camillo e Peppone (personaggi del 1948) oggi vivrebbero in una Brescello dove il consiglio comunale è stato sciolto per mafia, mentre nella "Stalingrado d'Italia", tra Sesto San Giovanni e Arese, al posto delle grandi fabbriche è stato aperto l'ipermercato più grande d'Europa. Eppure, anche i cronisti più giovani continuano a ripetere cose senza senso. Se invece provassero a ragionare sui luoghi comuni salterebbero fuori altre sorprese (si fa per dire): per esempio si scoprirebbe che il comune di Parma (l'Emilia rossa! i cumunisti!) è governato dalla destra da ormai 25 anni. Ma, è ovvio, tirare in ballo per l'ennesima volta Don Camillo e Peppone è molto più comodo e sbrigativo, forse anche consolatorio (non si sa bene per chi, consolatorio: nel frattempo la corruzione e la 'ndrangheta sono arrivati anche a Reggio Emilia, e basterebbe leggere le sentenze dei tribunali per saperlo).
Tutto questo ci dovrebbe portare a chiederci che senso abbiano davvero le parole che usiamo, magari con l'aiuto del dizionario. Per esempio, se in Cina ci sono dei miliardari e dei poveri sfruttati non può essere comunismo, se ci sono morti a centinaia nel Mediterraneo e te ne freghi o ne gioisci non puoi dirti Cristiano (se in generale te ne freghi del tuo prossimo...), se fai politiche contro i lavoratori non puoi essere di sinistra (il PD di Renzi), se c'è fascismo non c'è democrazia (incompatibilità assoluta, ma i neofascisti si atteggiano a vittime e rivendicano la libertà d'opinione: andate a chiedere a Gobetti cosa ne pensa).
 
 
L'aggettivo "tradizionale" è usato a sproposito anche in altre situazioni: per esempio l'agricoltura "tradizionale" contrapposta al "bio". L'agricoltura tradizionale non usa i concimi artificiali, che sono stati inventati e diffusi da meno di cent'anni (si può fare una ricerca sul nome di Fritz Haber, volendo), se si parla di concimi chimici bisognerebbe dire "agricoltura industriale". La definizione "bio", ormai un vero e proprio marchio di fabbrica, è l'abbreviazione di "biologico" ed è una parola che usata in questo modo fa inorridire chi ha studiato anche solo un po' di chimica, così come l'uso disinvolto di termini come "DNA" ("ce l'ho nel dna" magari detto di squadre di calcio...) e altri ancora. Si vorrebbe un minimo di attenzione alle parole che usiamo. Usato così, il termine "bio" diventa "il nuovo" secondo le tecniche del marketing, cioè la scusa per vendere a un prezzo maggiore (anche due o tre volte) le stesse cose che prima non avreste mai acquistato. Ma l'agricoltura tradizionale - conviene ripeterlo - è quella senza concimi chimici e senza ogm, qui si stanno cambiando le carte in tavola, per l'ennesima volta. Se si vuole essere tutelati, bisogna sapere che in Italia abbiamo leggi all'avanguardia nel settore, e magari imparare a leggere le etichette, che queste leggi impongono. Nel mio piccolo, in un blog precedente, avevo cominciato a scriverne anch'io, avevo dei lettori e dei lettrici, qualcosa dunque si può fare; ma poi arriva la pubblicità in tv e tutto diventa una battuta, "lezioni d'etichetta", nello spot di non so più che cosa. La disinformazione passa anche attraverso queste cose qui.

Altre cose che mi fanno perdere speranza riguardo alla professionalità e alla buona fede di chi conduce i mass media: 1) guerre e terremoti dimenticati, dopo qualche giorno non se ne parla più- L'elenco sarebbe molto lungo, mi limito a riportare qui la vignetta di Biani sugli incendi in Valsusa (pochi giorni fa, evento terrificante e già dimenticato). Questa vignetta è l'unico accostamento che ho visto fra l'alta velocità in Valsusa e gli incendi. A parte Biani, gli altri si sono tutti dimenticati del cantiere che ha fatto tanto parlare per anni, non se ne parla proprio più. 2) Il terremoto di Ischia: chi se lo ricorda più? Non è stato nel 1899, è stato ieri e se ne è parlato tanto, ma è già dimenticato. Si è parlato tanto in quell'occasione anche di case abusive, ma nessuno è andato da Tremonti a chiedergli un parere sui tanti condoni dei suoi dieci anni di governo. Così come nessuno è andato da Toti, governatore della Liguria, a chiedergli come si sente nel far parte di un partito che ha fatto tutti quei condoni: in Liguria ci sono state tante alluvioni e tante frane, morti provocate dalla speculazione edilizia. Il partito di Toti ha fatto tre condoni edilizi catastrofici, forse bisognava dirlo prima delle elezioni, ma chi ne parla più. 3) Allo stesso modo, Berlusconi è stato condannato a quattro anni di carcere per truffa ai danni dello Stato, ma nessuno lo ricorda, neanche Repubblica ed Espresso. Il risultato è che un condannato per truffa ai danni dello Stato torna in tv e fa propaganda e decide le elezioni; in questo contesto non ha più molto senso lamentarsi dei "politici ladri". Se si votano i ladri conclamati, c'è qualcosa che non funziona nella testa degli elettori, e soprattutto nella loro memoria. 4) Siamo reduci da una eccezionale siccità, ma si fanno nuove strade (più asfalto, più cemento, meno acqua nelle falde) e si chiedono più parcheggi; le nuove strade come la Pedemontana vengono definite "ecocompatibili" perché scorrono in un tunnel. Questo significa che, non contenti di aver impermeabilizzato il suolo, siamo passati a impermeabilizzare anche il sottosuolo, e per molti chilometri d'estensione. Alla faccia dell'ecocompatibilità. 5) C'è ancora chi pensa di calcolare il rapporto della lira con l'euro con il fattore 1926,37. Fateci caso, sono davvero tanti, perfino gli economisti in tv. E' come se andassimo a cambiare il nostro denaro in franchi svizzeri o in dollari e chiedessimo "però voglio il cambio del 1995, che era più conveniente". Vi guarderebbero come dei pazzi, il cambio cambia di giorno in giorno, e chissà come sarebbe oggi il cambio fra lira ed euro. Altro che 1936, 27 (o quel che era), magari per comperare un euro ci vorrebbero centomila lire. Fantascienza, ragionamenti astrusi? Mica tanto...
 

Infine, per chiuderla qui, mentre scrivo è passato da poco il 2 novembre, ma qui tutti hanno parlato solo di halloween, e delle maschere da zombies. Ma io il 2 novembre penso ai miei cari che non ci sono più, agli amici, ai vicini di casa, ai colleghi di lavoro che ho frequentato per anni, a mio padre. Il 2 novembre è la commemorazione dei defunti, il ricordo di un sorriso di una persona cara e non una maschera da zombie. Allo stesso modo, il primo novembre è la festa di tutti i Santi: che non è un modo di dire, dietro ci sono Francesco d'Assisi, Teresa di Calcutta, padre Kolbe.
 
PS: Questo è un blog di musica e chiudo con la musica: in un quiz tv si chiede quale strumento si suona con l'archetto e le risposte possibili sono quattro. Il primo concorrente sceglie il mandolino, il secondo la chitarra, il terzo il pianoforte. Rimane solo una risposta possibile, finalmente ecco la risposta esatta: il violino!!! Viene da piangere, ma da quanto tempo è che non vedete un violino su una delle grandi reti tv, o su un social network? Mesi, anni, decenni, possono passare senza che la musica abbia posto nella vita di una persona. Ventenni, trentenni, quarantenni cresciuti con questi mezzi d'informazione non sanno neanche più che una chitarra si suona con l'archetto. (ops!) (I'm sorry...)


 
(le immagini vengono da "Orizzonti di gloria" di Stanley Kubrick, tanto per ricordare a chi parla di "baby boom" un'altra delle ragioni per cui i nati degli anni 50 e 60 sono ancora così tanti: da settantadue anni, in questa parte del mondo, non si fanno guerre. Speriamo che le nuove generazioni riescano a fare altrettanto, i film come questo servono anche come lezione di vita - a noi questo film è servito, e molto). (la vignetta di Biani viene dal sito del "Manifesto", Topolino è in "Haunted house" del 1929, il timpanista viene da un mensile di musica degli anni '80, la vignetta a colori era on line ma senza indicazioni sulla provenienza)

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