sabato 6 gennaio 2018

Aida 1953


 
Aida (1953) regia di Clemente Fracassi. Tratto dall'opera di Giuseppe Verdi. Riduzione musicale di Renzo Rossellini. Fotografia (colori) di Piero Portalupi. Coreografie: Margherita Wallmann. Scene: Flavio Mogherini. Costumi: Maria de Matteis. Interpreti: Sofia Loren (Aida, voce di Renata Tebaldi), Luciano Della Marra (Radames, voce di Giuseppe Campora), Lois Maxwell (Amneris, voce di Ebe Stignani), Afro Poli (Amonasro, voce di Gino Bechi), Antonio Cassinelli (Ramfis, voce di Giulio Neri), Enrico Formichi (il Faraone, voce di Enrico Formichi), Domenico Balini (il messaggero, voce di Paolo Caroli), Marisa Valenti (l'ancella, voce di Giovanna Russo), Vittorio Caprioli, Yvette Chauviré e Alba Arnova (danze), balletto del Teatro alla Scala , orchestra Rai Roma direttore Giuseppe Morelli. Durata 95 minuti

"Aida" di Clemente Fracassi, film a colori del 1953, è una buona illustrazione dell'opera di Verdi, qualcosa tra le figurine Liebig e una discreta rappresentazione in palcoscenico, magari all'Arena di Verona. E' interpretato da attori doppiati da cantanti, ed è rimasto nella memoria di chi si interessa di cinema per la presenza di Sofia Loren come protagonista, doppiata da Renata Tebaldi.
Sofia Loren ha la pelle dipinta di nero, perché Aida è etiope; è qualcosa che si fa comunemente in teatro e può stupire solo chi del teatro non sa nulla di nulla. Il teatro è maschera, travestimento, e anche dipingersi la pelle fa parte della maschera. Come Sofia Loren, anche Afro Poli (Amonasro, padre di Aida) ha la pelle dipinta di color bronzo scuro. Afro Poli era un cantante d'opera, baritono, e quindi avrebbe potuto cantare con la sua voce; ma qui recita solamente, la voce è di Gino Bechi.
Radames è interpretato da Luciano Della Marra, molto giovane, al suo primo e unico film; la voce è quella del tenore Giuseppe Campora. Sia la Loren che Della Marra appaiono piuttosto impacciati, poco credibili, più che altro figurine da fotoromanzo o da tableau vivant. Amneris è affidata a un'attrice vera, Lois Maxwell (voce di Ebe Stignani), che ha ottima presenza e fisico hollywoodiano; dagli anni '60 in su divenne famosa come interprete dei film di James Bond, la segretaria Miss Moneypenny
Completano il cast l'attore Antonio Cassinelli (Ramfis il Gran Sacerdote, voce di Giulio Neri) ed Enrico Formichi, che è probabilmente (le indicazioni non sono chiare) sia l'attore che il cantante per la parte del Re, cioè del Faraone. Si tratta quindi di un buon cast vocale, di altissimo livello per la presenza Renata Tebaldi, Ebe Stignani, Gino Bechi e Giulio Neri, e con un ottimo tenore come Giuseppe Campora. L'orchestra è quella della Rai di Roma, direttore Giuseppe Morelli.
Nella parte musicale ci sono però molti tagli, e conoscendo l'opera a memoria ci si aspetta sempre quella data parola in risposta, che poi non arriva. Devo dire che è un'esperienza abbastanza frustrante, i tagli si potevano fare meglio. La riduzione musicale è di mano di Renzo Rossellini, e si nota (oltre che per i tagli, che potrebbero non essere di sua mano) soprattutto nella scena della battaglia contro gli etiopi, tutta in esterni, che nell'opera non c'è (è solo raccontata) e che sfocerà nella famosa scena del trionfo al ritorno di Radames. Le musiche arrangiate da Renzo Rossellini per la battaglia sono riprese da temi dell'opera: per esempio l'aria di Amonasro è usata per gli etiopi, la marcia trionfale e il tema dei sacerdoti per gli egizi, e così via.
I balletti hanno parte notevole nel film, le coreografie sono di Margherita Wallmann e le prime parti toccano a Yvette Chauviré e ad Alba Arnova, c'è anche Leonide Massine. Il corpo di ballo è quello del Teatro alla Scala. Appare decisamente goffa la danza dei mori, che però ricorda lo stile di Leonide Massine nel film di Powell e Pressburger tratto dai "Racconti di Hoffmann" di Offenbach.
L'inizio vede dei cavalli correre nel deserto e poi tra le rive del Nilo (così si può immaginare la scena), in esterni, con acqua, verde, e un po' di palme per rendere il tutto più credibile.
Sono comunque belle scene, con bei costumi e bei colori; lo scenografo è Mogherini, che poi negli anni '70 girerà come regista film abbastanza banali.
Qualche dubbio viene dai costumi usati per gli egizi che, anche per via della presenza delle bighe, finiscono per somigliare ad antichi romani, o forse anche aztechi (un eco dell'Alzira?). A tratti sembra di assistere a Ben Hur, piuttosto che all'Aida.
Clemente Fracassi ha diretto come regista solo quattro film: due con Amedeo Nazzari, "Romanticismo" (1950), e "Sensualità" (1951), poi questa Aida (1953) e infine un "Andrea Chénier" (1955) che è un film recitato con musiche tratte dall'opera, protagonisti Raf Vallone come Gérard, Antonella Lualdi, Michel Auclair, Sergio Tofano e Rina Morelli (genitori di Chenier). Fracassi ha al suo attivo una lunga carriera come direttore di produzione; qui si dimostra un regista di solido mestiere, ed è comunque un'ottima cosa. Non direi che questa sua "Aida" sia un film memorabile, ma si può comunque guardare ed ascoltare ancora oggi.

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