sabato 2 giugno 2018

C'era una volta un merlo canterino


C'era una volta un merlo canterino (Iko shashvi mgalobeli, 1970). Regia di Otar Iosseliani. Soggetto e sceneggiatura: Otar Iosseliani, Dimitri Eristavi, Sh. Kakichashvili, Semyon Lungin, Otar Mekhrishvili, Ilya Nusinov. Fotografia: Abessalom Maisuradze. Musica di Wagner (La Walkiria), J.S.Bach (Erbarme dich), e altri. Musiche per il film di Temur Bakuradze. Interpreti e personaggi: Gela Kandelaki, Jansug Kakhidze, Irina Giandieri, Marina Kartsivadze, Goci Tchkheidze. Durata: 1h17'

All'inizio del film c'è un giovane uomo che sembra non avere nulla da fare: si gode il sole nel prato, passeggia per la città, saluta tutti ed è salutato da tutti, corteggia le ragazze. A un certo punto però lo vediamo correre: è infatti il timpanista di un'orchestra sinfonica e sta per arrivare l'attimo del suo intervento. Trafelato, all'ultimo istante, entra in teatro di corsa, si infila la giacca, entra di soppiatto nella buca dell'orchestra, ce la fa: il suo intervento ai timpani è impeccabile e a tempo. Sipario, applausi, tutto sembra essere andato bene ma invece il direttore d'orchestra si è arrabbiato, quel timpanista lì non lo vuole più vedere, dimmi un po' tu se è il modo di fare e non è mica la prima volta. Infatti, non è la prima volta e non sarà l'ultima, come vedremo nel corso del film: ma in fin dei conti, questo ragazzo è un ottimo orchestrale e il direttore si farà convincere a riprenderlo. L'orchestra è quella del Conservatorio di Tbilisi, in Georgia, e il film è "C'era una volta un merlo canterino" del georgiano Otar Iosseliani (alle volte trascritto Oseliani). Uno dei film più simpatici che mi sia capitato di vedere, detto en passant: anche al di fuori dell'ambito musicale il film si fa vedere con piacere ancora oggi, ed è ben strano che sia stato dimenticato e che non passi più nemmeno in tv (luogo dove invece passano e vengono replicate all'infinito vere e proprie ciofeche, sempre detto en passant).
 

E' molto comune, per i frequentatori delle sale da concerto e dei teatri, l'esperienza del timpanista, o del percussionista in genere (i piatti, o il triangolo) che sta fermo in orchestra e aspetta pazientemente il suo turno. Ci sono opere, e sinfonie, dove i percussionisti sono molto impegnati; in altre, invece, il loro lavoro è limitato a poche battute, ma devono comunque essere lì pronti. Uno dei miei primi ricordi in concerto, da spettatore, è un'esecuzione dell'Ottava Sinfonia di Bruckner dove succede proprio questa cosa; altre esperienze di lavoro in orchestra (dal loggione si vede tutto benissimo) riguardano i cornisti e in genere i suonatori di strumenti a fiato, che spesso approfittano di queste pause per smontare lo strumento e ripulirlo dalla condensa del fiato (e magari anche per fare quattro chiacchiere, ma in silenzio). Questa possibilità è però negata ai percussionisti, che nelle lunghe pause loro concesse devono proprio stare fermi e poco più. Intanto, in orchestra, gli archi lavorano indefessamente: per gli archi, viole violini violoncelli contrabbassi, c'è sempre da suonare e non si fermano mai. Capita anche con il coro, che nella Nona di Beethoven di solito viene fatto entrare solo nella pausa fra il penultimo e l'ultimo movimento, altrimenti non avrebbe nulla da fare; ma alle volte il direttore vuole tutti presenti fin dall'inizio e allora bisogna stare fermi e zitti per tre quarti d'ora. Il metodo trovato dal protagonista del film di Ioseliani è notevole, quasi una gag da cartone animato o da film di Buster Keaton, non so sia davvero possibile farlo ma devo dire che la sua perfetta riuscita riempie ogni volta di ammirazione.


In definitiva, confesso di amare molto questi piccoli dettagli; e ho sempre guardato e ascoltato l'orchestra, mi piace il lavoro quotidiano, l'accordatura degli strumenti all'inizio. Da buon loggionista, infatti, non mi piaceva andare in platea (da lì si vede solo il palcoscenico). Il momento più bello (ma questo lo sanno tutti) è quando il direttore d'orchestra dopo gli applausi al suo ingresso si gira e dà l'attacco per l'inizio; e il silenzio che c'è un attimo prima, quella pausa spesso infinitesimale ma piena di magia (Claudio Abbado spesso si voltava e dava l'attacco all'improvviso, ed era magia anche questa).


Quasi tutti i siti riportano lo stesso striminzito riassunto, proprio con le stesse parole, e viene il dubbio che nessuno dei "recensori" abbia veramente guardato il film, il che è veramente un peccato (per loro: che hanno perso un'occasione per divertirsi e per pensare - bastava un po' di pazienza...).
Il riassunto tipo è questo, che prendo da wikipedia.it:  Il giovane Guia Agladze è il suonatore di timpano dell'orchestra sinfonica di Tblisi. Spensierato e compagnone, è circondato da ragazze ma tanto svagato da giungere sempre in ritardo all'ultimo atto di "Daissi", uno spartito che lo chiama a suonare il suo strumento solo per poche battute nel finale. Nessuna delle persone che lo circonda riesce a riportarlo alle sue responsabilità. Un giorno, però, il destino è in agguato.


Ho cercato invano informazioni su internet riguardo alla musica di questo film, perché di musica il film è pieno e si vorrebbe saperne di più, ma nessuno dà informazioni precise in proposito. Provo quindi con il "fai da te", dicendo fin da subito che le informazioni che posso dare sono poche e che mi farebbe piacere avere qualche integrazione da eventuali lettori.
Due momenti sono facilmente riconoscibili: è di Johann Sebastian Bach "Erbarme dich, mein Gott", (abbi pietà di me, Signore) un'aria dalla "Passione secondo Matteo", vero e proprio leitmotiv del film (nel finale se ne capirà il significato) in un arrangiamento per violino poi per flauto e altri strumenti. Ed è di Richard Wagner, "Die Walküre", la musica in teatro all'inizio del film, la prima volta in cui il timpanista arriva trafelato all'ultimo istante e riesce comunque ad essere a tempo. E' il finale dall'atto primo della Walkiria, ma non è facile capirlo subito perché viene tagliata la voce femminile (Sieglinde); vediamo solo l'orchestra e non il palcoscenico, probabilmente un'esecuzione in forma di concerto. Si tratta della scena in cui Siegmund estrae dal frassino la spada Notung; la parola "Notung" è ben percepibile. Ho provato a riascoltare le edizioni discografiche che ho in casa, il colpo di timpano finale si ascolta bene in alcune edizioni ma non in tutte; è la differenza fra ciò che si ascolta in teatro e la ripresa sonora effettuata dai microfoni e dai mixer dei tecnici del suono (chi è abituato ad ascoltare la musica nelle sale da concerto sa bene cosa intendo).
 

Queste le musiche che non sono riuscito a identificare: un clavicembalo all'inizio del film; musica da ballo alla radio, una marcia per banda, un canto forse popolare sul tipo dello jodler usato da Werner Herzog nei suoi primi film; un armonium (so cos'è ma non mi viene: forse Dvorak?), un carillon grande che il protagonista aziona per i bambini, subito dopo una fuga per pianoforte.
Al minuto 18 il timpanista (in realtà musicista completo e multistrumentista) prova a scrivere musica ma si ferma subito; poi, per strada, forse Johann Strauss. Al minuto 23 prove con l'orchestra, sembra musica più leggera, forse è il balletto che verrà dopo; in questa scena il maestro manda via il percussionista sempre in ritardo. Al minuto 25 il timpanista si aggira per il Conservatorio, da una stanza si prova il Rigoletto ("Questa o quella", in italiano); molte ragazze, ci sono anche le ballerine e il nostro protagonista le conosce tutte.


Una delle scene più belle al minuto 29, nella bottega dell'orologiaio; il timpanista ripara il tasto di uno strumento a fiato (clarinetto?), poi mette un chiodo sullo stipite per il basco dell'amico. Al minuto 32 siamo in biblioteca, con un canto femminile da lontano; sta consultando dei libri ma si interrompe per un'esplosione in strada: stanno solo girando un film, e si ferma a curiosare e ad attaccare bottone. In strada, canzoni popolari per voce maschile. Al minuto 36 siamo in un laboratorio chimico, si direbbe biologico, forse analisi del sangue; poi un'aula matematica di fianco al laboratorio, si direbbe l'università. Anche qui, molte belle ragazze e il nostro timpanista non se ne perde una.


Al minuto 40 ancora un clavicembalo al Conservatorio (sempre ascoltato da una stanza, passando nei corridoi) poi prove per clarinetto e pianoforte. Qui un'altra bella scena, le prove al pianoforte per il coro (Bartok, musiche popolari?), il timpanista corregge l'intonazione di uno dei cantanti, poi sostituisce un corista chiamato al telefono. Al minuto 43 musica rock per strada, un organetto, le prove di un coro femminile; poi il protagonista accompagna un amico in ospedale per una visita.
Al minuto 52 siamo in sala concerto e ci sono le prove d'orchestra; in precedenza, il timpanista aveva convinto il direttore a riprenderlo e quindi torna al suo posto ai timpani. Non conosco questa musica, però ancora una volta dopo aver suonato le sue battute il giovane abbandona tutti e va da una famiglia con donna anziana che canta, a tavola con molta gente; ascolta e poi suona il piano per accompagnare la donna, ci sono anche due ragazze. Al minuto 56 c'è in scena balletto, il timpanista arriva ancora di corsa all'ultimo momento, i colleghi lo aiutano e gli vogliono bene; poi per poco non cade in una botola in palcoscenico. In precedenza aveva evitato per strada la caduta di un vaso di fiori, e i calcinacci da un cantiere non segnalato: dettagli purtroppo non secondari, ma fin qui sembrano solo delle piccole gag senza uno scopo particolare.


A 1h00 torna la corale con gli amici, in trattoria; molto bella la musica e l'armonizzazione. Una melodia elegiaca per pianoforte alla fine. A 1h05 in strada, dopo il tramonto; poi una casa con un pittore con un bambino, ancora il clavicembalo, due ragazze. In famiglia, il timpanista sistema il modellino aereo con il bambino, gioca con il cannocchiale sempre con il bambino. Torna "Erbarme dich", c'è una partita di calcio in tv. A 1h09 prova a telefonare, poi in casa, ancora la corale. Infine, è notte ed è con sua madre, torna "Erbarme dich". A 1h12 arriva l'alba, c'è una sveglia che suona, si alza ed esce; osserva in strada il vaso di fiori pericolante, si ascolta un tango dalla radio, due belle ragazze fanno volgere lo sguardo al timpanista mentre attraversa la strada.
E' solo un istante; alla fine la vita riprende come se nulla fosse successo, ed è così per tutti noi.Nella bottega dell'orologiaio l'amico fa per mettere il basco sul tavolo, poi si ricorda del sostegno fissato al muro il giorno prima, e sospira. Si rimette al lavoro, e l'immagine finale è per il meccanismo dell'orologio, il bilanciere che segna il tempo. Time flies, il tempo non si ferma, la nostra vita scivola via...

"C'era una volta un merlo canterino" è un piccolo film in bianco e nero di cui ci si può innamorare. L'attore protagonista si chiama Gela Kandelaki, di aspetto gradevole e simpatico, può ricordare nel fisico e nel modo di fare Jean Louis Trintignant o magari Glenn Gould da giovane, o magari anche Rüdiger Vogler nei primissimi film di Wim Wenders. Il titolo inglese, "Once lived a song thrush" trasforma il merlo (blackbird) in tordo (thrush), e servirebbe dunque un traduttore dal georgiano per sapere com è davvero il titolo originale (probabilmente un modo di dire proverbiale, o il titolo di una canzone popolare). Ricorda a tratti Olmi (Il posto), e anche Buster Keaton ma meno frenetico. I titoli di testa sono in alfabeto georgiano; il film è disponibile su youtube solo in lingua originale, devo dire che si capisce quasi tutto, ma lo scrivo comunque qui per chiedere scusa delle mie imprecisioni.


2 commenti:

  1. Sai che guardando i fotogrammi mi era venuto in mente proprio "Il posto" di Olmi? Cercherò di vederlo:-)
    p.s.
    Come ti sei imbattuto in questo film?

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  2. l'ho visto in tv quando la Rai faceva ancora servizio pubblico, tanti anni fa; mi era rimasta in memoria la sequenza iniziale perché sembra davvero Charlot o Buster Keaton :-)

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