domenica 24 settembre 2017

L'onore dei Prizzi


L'onore dei Prizzi (1985) Regia di John Huston. Scritto da Richard Condon. Fotografia di Andrzej Bartkowiak. Musiche di Puccini e Rossini, arrangiate da Alex North. Interpreti: Jack Nicholson, Kathleen Turner, Anjelica Huston, William Hickey, John Randolph, Lee Richardson, e molti altri. Durata: 2 ore e 10 minuti.
 
Purtroppo capita spesso: il film comincia con una musica di Verdi, di Mahler, di Vivaldi, ma sui titoli di testa – magari proprio nel momento culminante e più riconoscibile – c’è scritto «Musica di ... », e non è il nome dell’autore della musica che si sta ascoltando. Devo ripetere che è decisamente una cosa antipatica, e mi spiace dover fare questo ragionamento anche per un bravo compositore come Alex North, collaboratore abituale di John Huston. North è un ottimo musicista che ho sempre apprezzato, e anche qui sa trovare la musica giusta per il film: però in “L’onore dei Prizzi” di John Huston mette il suo nome su musiche che sono invece di Puccini.
Alex North utilizza soprattutto il "Gianni Schicchi" di Puccini, e di Rossini l'ouverture da "La gazza ladra". E’ un peccato che, titoli di testa a parte (bastava una citazione del nome dei veri autori) gli si può perdonare, perché l’antologia di musiche operistiche da lui compilata è molto ben fatta e anche molto originale. Dal "Gianni Schicchi", North prende infatti due momenti che spettano al protagonista, e non l’aria “O mio babbino caro” come invece hanno fatto in molti. North dimostra così di conoscere bene l’opera di Puccini: prende per esempio il momento in cui Gianni Schicchi dice “in testa la mantellina, sul viso la pettorina” per nascondere il suo volto e per falsificare un testamento, e si adatta perfettamente al soggetto del film. Gli arrangiamenti sono molto belli e dispiace non ascoltarli per intero, magari nei titoli di coda; si tratta solo di brevi accenni, frammisti ai dialoghi. Di Puccini è riconoscibile anche il tema che appartiene a "Crisantemi", breve componimento giovanile (molto bello); c'è poi "E lucevan le stelle" (appena accennata), nella scena della festa, cantata da un tenore che si chiama Tommaso Baratta.
Rimane però il fastidio di vedere l’opera lirica abbinata ancora una volta ai mafiosi, un luogo comune visto troppe volte al cinema (forse la colpa è di Coppola e del suo "Padrino"?). Dubito molto che sia stato davvero così, conoscere l'opera lirica richiederebbe molta competenza e finezza, un po’ troppa finezza, per un killer della mafia e i suoi datori di lavoro. Molto più probabile che nella realtà in questi festini si ascoltasse Frank Sinatra, Mario Merola, ballabili, canzoni di Sanremo, magari oggi andrebbe bene anche un rapper. Nel film c’è perfino un grande ritratto di Toscanini al ricevimento solenne di casa Prizzi, e non mi sembrava il caso. Molta ignoranza, insomma, e soprattutto molta superficialità.


Sul film nel suo complesso vorrei tirarmi indietro, ma non posso: perciò trascrivo i brevi appunti che mi ero segnato nella visione su dvd:
Mi trovo a guardare un film che ho sempre rifiutato, ma in fin dei conti ho visto tutti i film di John Huston e non posso più tirarmi indietro. Scelgo il sonoro originale, per evitare il finto "broccolino" del doppiaggio italiano, davvero fastidioso. E in effetti così lo si può guardare e ascoltare, perché gli attori sono bravi anche se non al loro meglio. Da John Huston mi aspettavo comunque qualcosa di meglio, si vede fin da subito che questo film (non del tutto da buttar via) va considerato come puramente alimentare. Huston è stato un grandissimo regista e un vero autore di cinema; era però sempre pieno di debiti e metà dei suoi film ha questa motivazione, pagare i debiti. Ci è riuscito magnificamente nella sua vita, e bisogna rendergliene atto.
La storia è ben costruita nella sceneggiatura, ma non è nuova e non è molto interessante; a suo modo funziona. La mafia serve come sfondo, come telaio per sorreggere la storia dei due killer professionisti, marito e moglie, incaricati di uccidersi a vicenda; sullo sfondo, la "vecchia fidanzata" che finirà per essere la vera vincitrice. Probabilmente era questa storia che interessava al vecchio narratore di storie, non certo i mafiosi di maniera. Nonostante qualche pregio, "L'onore dei Prizzi" rimane comunque un film minore (molto minore). John Huston ha girato dei capolavori e "L'onore dei Prizzi" è solo un film come tanti. Curiosamente (ma non troppo, visto il livello infimo dei programmatori tv) è anche uno di quelli che più spesso passano in tv. Difficilmente vedrete in una tv "Sotto il vulcano" o "Fat city"; rarissimo quasi introvabile "Di pari passo con l'amore e la morte", una censura preventiva senza alcuna giustificazione. Di John Huston vengono invece replicati con frequenza inusitata i titoli più scarsi: "Fuga per la vittoria", "Lettera al Cremlino", "L'onore dei Prizzi"...

Degli attori, Nicholson è un po' troppo caricaturale, Kathleen Turner in quegli anni era l'attrice che garantiva grandi incassi al botteghino. Anjelica Huston è molto brava e un po' troppo sacrificata nel suo ruolo di "ex fidanzata" (detto en passanti, è stata compagna di vita di Jack Nicholson per molti anni). Attori poco noti per le altre parti, comprese le principali: William Hickey è il vecchio Prizzi, John Randolph è il papà di Nicholson, Lee Richardson è Dominic Prizzi. Curiosi i nomi scelti per i personaggi "italiani": John Neturbino (non lo si vede, ma viene ucciso all'inizio e da lì nasce tutta la vicenda), Serio Busto, e altre cose buffe. Magari c'è davvero qualcuno che si chiama così, la vita è piena di sorprese (in questo caso, chiedo scusa da subito). La storia raccontata è piena di falle che rischiano di far affondare la narrazione; molte cose sono tirate via per arrivare al dunque, comprese le scene madri - messe lì per gli allocchi che ci cascano sempre, mi viene da dire, ma forse è il momento di interrompere questa recensione e di andare a rivedere uno dei film belli di John Huston, magari "Moby Dick" o "Giungla d'asfalto", o "Il tesoro della Sierra Madre", o "The dead"... l'elenco dei film belli di John Huston è così lungo che converrebbe piuttosto trascrivere qui la sua filmografia completa. Di questo elenco di film belli, grandi e profondi, non fa parte "L'onore dei Prizzi".
(anno 2012)





6 commenti:

  1. E' un film famoso che, è vero, passano spesso ma che io sono sempre riuscito a perdermi. A questo punto, letto il tuo post, non mi sembra di essermi perso granché. La Turner era un vero spettacolo in quegli anni: non era certamente l'attrice più bella del mondo ma emanava una carica erotica come poche altre. Non sapevo che Nicholson e la Huston (c'è parentela tra lei e il regista?) avessero avuto una storia. Bella l'ultima foto, col regista e gli attori protagonisti.

    RispondiElimina
  2. sì, Anjelica è figlia di John Huston :-) ha fatto coppia con Jack Nicholson per molti anni, è stata anche una modella famosa per Vogue. Mi piace molto come attrice, ha una presenza notevole (anche il nonno, Walter Huston, è stato un grande attore)
    La foto purtroppo non l'ho fatta io...

    RispondiElimina
  3. Ma Tommasino Baratta non canta Una furtiva lacrima?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. a che punto del film? non ho una gran voglia di rivederlo, preferisco guardare i film migliori di John Huston

      Elimina
  4. Il mafia movie certo che necessita dell'opera... è un topos, non parlerei di "colpa" di Coppola, ma di contesto. Gli emigrati italiani sono legati alle origini.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. lei è troppo legato a degli stereotipi inventati chissà quando. Per conto mio, ho cercato di spazzarli via meglio che ho potuto, ma nel frattempo sono diventato vecchio e mi arrendo.
      Nel Gianni Schicchi di Puccini c'è molta bella musica, il libretto è divertente, provi ad ascoltare anche "Crisantemi" o il Preludio orchestrale scritti da Puccini giovanissimo. Così, tanto per uscire un po' dai luoghi comuni.

      Elimina