Cercando informazioni per questo blog,
o anche solo per mia naturale curiosità, ho trovato diverse piccole
notizie che potrebbero interessare chi si occupa del rapporto fra
cinema e opera lirica. Nel dettaglio:
1.
- Una prima curiosità riguarda il
regista Mike Nichols (Il laureato, Silkwood, Conoscenza carnale...)
che all’anagrafe si chiama Michael Igor Peschkowski, classe 1931,
ed è di origini russo-tedesche. Sua nonna è Hedwig Lachmann
(1865-1918), autrice del libretto della Salome di Richard Strauss. La
sua famiglia emigrò in America nel 1939, quando lui era bambino. Lo
diceva Lietta Tornabuoni, sull’Espresso 12.11.1998, che però dava
un’informazione parzialmente sbagliata dicendo che la Lachmann era
madre del regista: le date non mi tornavano, e rovistando on line ho
trovato “grandchild”, quindi nonna o bisnonna, ma mi è difficile
essere più preciso.
- La madre di Sandra Bullock era una
cantante d’opera; suo padre insegnava “educazione della voce“
ai cantanti d’opera (la fonte è un’intervista a L’Espresso
8.02.2010)
- Il grande basso rossiniano Luigi
Lablache (napoletano, 1794-1858) è il bisnonno materno di Stewart
Granger; la mamma di Stewart si chiamava infatti Frederica Lablache. (qui sotto, Luigi Lablache e Stewart Granger)
- Il baritono inglese Thomas Allen
canta la Marsigliese in “Lady Henderson presenta” di Stephen
Frears, un film del 2005; mi ero chiesto chi era perché la cantava
molto bene, così bella non l’avevo mai ascoltata. Il film racconta
la storia vera di un teatro di vaudeville inglese negli anni ’40
(cioè in tempo di guerra); è un film piacevole ma non memorabile,
speravo di trovarvi qualche bel brano di musica di cabaret ma non
c’era niente di davvero bello.
- Comincia con l’aria di Mimì dalla
Bohème di Puccini un film per la tv girato da Mario Monicelli nel
1986, tratto da un racconto di Achille Campanile: siamo in teatro,
nel secondo atto la cantante si ritrova afona e siccome non è
presente la sostituta viene interrotta la rappresentazione. Succede
così che uno degli spettatori (Galeazzo Benti) torni a casa un po’
troppo presto, sorprendendo un ladro nel suo appartamento. Dato che
siamo in un racconto di Campanile, l’incontro è abbastanza
surreale; i due finiscono col fare amicizia, e già che ci sono il
ladro (Carlo Giuffré) racconta al padrone di casa una storia a cui
ha assistito, proprio in quello stesso appartamento. La storia è già
riassunta nel titolo: “La moglie ingenua e il marito malato”. E’
qui che comincia il film vero e proprio, che è molto breve (meno di
un’ora) e che ha molti ottimi interpreti oltre ai due che ho
citato. Dai titoli di testa apprendo che a cantare “Mi chiamano
Mimì” è il soprano Anna Tammaro, che appare tondetta proprio come
si immaginano le cantanti d’opera quelli che non conoscono l’opera;
ma non so se quella che vediamo sia davvero Anna Tammaro, i titoli di
testa non sono chiarissimi. Il tenore (ne ascoltiamo pochissime
battute) si chiama Carlo Di Giacomo.
- Nello sceneggiato Rai "Il
minestrone" di Sergio Citti, Roberto Benigni commuove l'attore
Antonio Faà di Bruno suonando "ho tante cose che ti voglio
dire" dalla Bohème di Puccini; prima, la canta in cella (più o
meno come farà in "Down by law"). Franco Citti e Ninetto
Davoli, suoi compagni d'avventura, rispondono cantando quel che
possono, cioè canzoni da osteria.
(continua)
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