venerdì 10 aprile 2020

Paganini 1976 ( I )


Paganini (1976) Regia di Dante Guardamagna. Scritto da Tommaso Chiaretti, Lucia Drudi Demby, Dante Guardamagna. Consulenza storico-musicale di Luigi Rognoni. Fotografia di Musiche di Paganini, Tartini, Pugnani, Rossini, Haydn, Berlioz, Offenbach; violino solista Salvatore Accardo. Interpreti: Tino Schirinzi (Paganini). 1- Nicoletta Ramorino (madre di Paganini), Giacomo Piperno (padre di Paganini), Achille Belletti (il servitore Giuseppe) Roberto Brivio (il sopranista Marchesini), Ottavio Fanfani (marchese Di Negro), Andrea Dellitala e Andrea Ruffilli (Paganini bambino), Elio Crovetto (giacobino a Genova) 2- Emilio Marchesini (Carlo Paganini), Margherita Guzzinati (Elisa Bonaparte), Luciana Buonfino (Paolina Borghese), Katia Svizzero (Angiolina Cavanna), Luciano Melani (avv. Germi), Roberto Pistone (accusa), Elio Jotta (difesa), Alessandro Sperlì (Rossini), Fulvio Ricciardi (Segura), Lorenza Guerrieri (Antonia), Dina Castigliego (cantante), Magda Guerriero (Isabella Colbran), Marco Columbro (un musicista), Caterina Lipparini (Elvira Ramella) 3- Pierlugi Zollo (dottor Bennati), Giovanni Bentivoglio (Achille), Livio Bogatec (Heine), Paola Tanziani (Elena), Aldo Suligoy (marito di Elena), Luciano Melani (Germi), Franca Castelli Rossetti e Lucrezia Colangelo Rolfini (duetto) 4- Andrea Ruffilli (Achille), Agostino De Berti (Berlioz), Serena Cantalupi (Olimpia), Giuliana Calandra (Maria Luigia di Parma)
Durata: 4 puntate di un'ora circa ciascuna

Lo sceneggiato Rai su Paganini, in quattro puntate e a colori, risale al 1976; la regia è di Dante Guardamagna, che è anche autore della sceneggiatura con Lucia Drudi Demby e Tommaso Chiaretti. Consulente storico-musicale è Luigi Rognoni, importante musicologo e persona di vasta cultura, quindi lo sceneggiato va considerato molto attendibile sia pur nei limiti di una riduzione televisiva. Protagonista è Tino Schirinzi, un attore bravissimo e troppo dimenticato che a tratti ricorda Gianmaria Volonté. Schirinzi somiglia molto ai ritratti di Paganini, mentre è difficile trovare somiglianze fra i due bambini che lo interpretano nella prima puntata e l'adulto (cioè Schirinzi), ma questo è un dettaglio del tutto secondario vista la bravura degli interpreti. Nel cast non ci sono attori famosi, ma tutti recitano molto bene e sono ben scelti in ogni ruolo. Il violino che si ascolta è quello di Salvatore Accardo, grande interprete paganiniano; vediamo spesso le sue mani ma non appare mai in figura intera. Tino Schirinzi riesce a essere credibile anche nei primi piani con il violino, mentre suona. L'elenco completo delle musiche non è purtroppo indicato nei titoli di coda; oltre alle composizioni di Paganini, si ascoltano Tartini e Pugnani nella prima puntata, poi Rossini, Haydn (la "sinfonia dei giocattoli"), Berlioz, e - a sorpresa - la scena di Olimpia dai "Racconti di Hoffmann" di Offenbach, nell'ultima puntata.
 

Manca la famosa serata del "Paganini non ripete", datata 1818 a Torino; ne rimane solo un accenno sempre nell'ultima puntata. C'è qualche buco narrativo, qualche salto un po' drastico nella narrazione, probabilmente dovuto a tagli richiesti dai funzionari Rai per rimanere nei tempi stabiliti, ma nel complesso si segue tutto con piacere e senza difficoltà. Qualche difetto si può cogliere qua e là, per esempio il servitore Giuseppe che rimane sempre della stessa età, o l'aspetto fisico di Paganini che negli ultimi anni era molto malridotto, soprattutto nel viso, ma questo non si usa far vedere e c'è comunque più che un accenno alla realtà quando Paganini dice al ritrattista che ormai non ha più denti, di fare il ritratto così.
Paganini nacque a Genova e morì a Nizza (1782-1840), ebbe una vita intensa e avventurosa; piaceva alle donne, ebbe un figlio dalla comasca Antonia Bianchi e numerosi flirt anche con donne importanti e famose; era una vera star, famoso in tutta Europa, paragonabile ai più famosi personaggi di oggi.


Prima puntata
Paganini adulto rievoca una leggenda sulla sua infanzia, presentata come un suo sogno: ammalato di rosolia, cadde in catalessi e fu dato per morto; si fanno i primi cenni sul "diavolo" che accompagna la leggenda del celebre violinista, e che torneranno spesso nello sceneggiato ma non in modo pesante, così come le storie sul violino "speciale" che in realtà non esisteva, anche se Paganini fece modifiche tecniche al suo strumento. Altri film ispirati a Paganini insistono troppo sull'aspetto demoniaco del grande violinista, questo sceneggiato è invece molto sobrio anche se non nasconde nulla su dicerie e stramberie che circolavano all'epoca.
Niccolò Paganini nasce nei carrugi di Genova, nel 1782; il padre lavora per il porto, facendo imballaggi; è una famiglia numerosa ma non povera, dove c'è la passione per la musica e tutti insieme suonano mandolino, violino, cembalo. Arrivano presto gli echi della Rivoluzione Francese, avvenuta nel 1789; a Genova ci sono da subito molti giacobini. Niccolò suona da solo in casa, lo ascolta per caso il sopranista Marchesini e lo vuole sul palco come attrazione, il bambino prodigio che fa sempre il suo effetto. Si tratta del milanese Luigi Lodovico Marchesi, detto Marchesini (1754-1829); fu uno degli ultimi celebri evirati, si esibì in tutta Europa con grande successo. Purtroppo nemmeno Guardamagna riesce ad evitare i soliti luoghi comuni sui castrati, che raramente cantavano ruoli femminili (qui l'attore Roberto Brivio si esibisce vestito da donna). Per un discorso più completo posso rimandare a quanto avevo già scritto qui a suo tempo.
 

Marchesini però se ne va per la sua strada, e si dimentica del bambino prodigio; sarà il marchese Di Negro, ricco appassionato di musica, ad aiutarlo. La madre di Paganini fa ricami e lavori di sartoria per il marchese, che però non sembra interessato al bambino; poi se lo trova mentre suona arrampicato su un albero davanti alle sue finestre, ne intuisce il talento e gli fa dare lezioni gratuite. Il marchese fuggirà poi con l'arrivo a Genova dei giacobini, lasciando ancora incompiuta l'educazione musicale del giovane Niccolò. Vediamo arrivare la Rivoluzione anche a Genova; per strada il bambino Niccolò ascolta la Carmagnola, non sa cosa significhi ma compone delle variazioni; un passante giacobino (Elio Crovetto) gli fa cadere il violino che viene calpestato dalla folla. Vediamo poi Niccolò bambino che dice al fratello che vuole andar via di casa, magari a Parma; ma qui c'è un salto narrativo e ritroviamo Niccolò già adulto non a Parma ma a Lucca. Le biografie dicono che fu il padre stesso a condurre Niccolò a Parma nel 1796, dove prese lezioni da Paer; ma Ferdinando Paer in questo sceneggiato non c'è (un taglio per restare nei tempi e nelle durate stabiliti?).
 

A Lucca nel 1805 c'è Elisa Bonaparte, sposata Baciocchi, principessa di Lucca e Piombino, sorella di Napoleone e poi Granduchessa di Toscana a Firenze: Paganini inizia un flirt con lei e dà lezioni di violino al marito.
 


(segue)

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