martedì 24 ottobre 2017

Le trombe dell'Apocalisse


Le trombe dell'Apocalisse (1969) Regia di Julio Buchs Garcia. Soggetto e sceneggiatura di Federico de Urrutia, Julio Buchs, Sandro Continenza. Fotografia di Manuel Rojas. Musiche di Gianni Ferrio. Interpreti: Brett Halsey, Marilù Tolo, Romina Power, e altri. Durata: 1h25'

"Le trombe dell'Apocalisse" è un film non bello ma curioso, con diversi motivi d'interesse, che però fu distribuito da noi con il titolo, fuorviante e anche un bel po' stupido, "I caldi amori di una minorenne", e pubblicizzato un po' ovunque con il nome e le sembianze di Romina Power, all'epoca diciassettenne. Di conseguenza, lo avrei evitato con cura e lo eviterei ancora oggi, ma mi ci sono imbattuto per caso registrando altri film che mi interessavano, mi son chiesto cos'era, e adesso lo so.

 
Il soggetto è molto complesso, non banale (qualcosa di simile c'è in "Il segno del comando", sceneggiato Rai di grande successo, più o meno contemporaneo a questo film), e avrebbe meritato miglior regia e miglior svolgimento: si parte da una serie di suicidi inspiegabili, a Londra, e si scoprirà alla fine che tutto deriva da una partitura d'autore ignoto che esiste in un'unica copia su un manoscritto del Settecento trovato in Sassonia e che ha per titolo, appunto, "Le trombe dell'Apocalisse". E' per archi, niente trombe quindi; ne esiste una riduzione per pianoforte preparata da un musicologo chiamato John Stone, che è appunto il primo suicida della lista. Dopo un'ora di film (dura 1h25 circa) vediamo finalmente lo spartito; il nipote del musicologo è un archeologo che decifra la scritta in arabo sul manoscritto: c'è scritto che la vera melodia la si può ascoltare solo se si suona dopo aver ingerito un fungo allucinogeno, e si fa risalire la scoperta all'antica Babilonia.
Questo soggetto, che dà luogo a un thriller risibile nel suo svolgimento, viene inserito nella Londra anni '60, tra psichedelia, LSD e locali notturni, con sette vagamente hippy, eccetera: è in questo ambiente che incontriamo la Power. E' tutto molto di maniera, peccato perchè il risultato poteva essere interessante.
Il vero e grande punto debole del film è il protagonista Brett Halsey, che interpreta un ufficiale di marina che indaga sull'inspiegabile suicidio della sorella: le sue frequenti scazzottate sono così inverosimili che lasciano sgomenti, scontri così ridicoli non si vedono nemmeno nei fumetti, nemmeno in Superman o Popeye. Al suo fianco c'è Marilù Tolo, che si impegna ed è brava, ma il film è quello che è. Nel corso del film tra i due nasce un idillio che il regista sottolinea con musichetta romantica, vere e proprie "sviolinate", ad ogni bacio o sguardo, e anche questo è davvero ridicolo. Il rude marinaio fa a cazzotti con un rude rumeno (che sarà poi il terzo suicida per via della combinazione fra la musica e il fungo) e con un matto che è il re dell'LSD, rivale del rumeno nello spaccio della droga fra i londinesi. Il vero colpevole è il disc jockey, che però è anch'esso vittima della droga, eccetera eccetera.
Questi sono i difetti (grossi). I pregi sono nelle immagini quasi documentarie della Londra di quegli anni, una città già in cambiamento; si sottolineano i primi grattacieli, e sarebbe interessante veder commentate queste immagini, e paragonate con l'oggi. La fotografia non è perfetta ma ha dei colori strani, cupi e verdastri; sarà forse la pellicola da restaurare, ma così come è rimanda agli espressionisti e al Caligari, e non dispiace.
Il titolo originale è "Las trompetas del Apocalipsis", coproduzione italospagnola; il regista Julio Buchs Garcia, spagnolo, ha al suo attivo una ventina di film come regista e scrittore, direi niente di memorabile, qualche Django, robetta. Tra gli autori della sceneggiatura c'è Sandro Continenza; Romina Power ha molte scene ma non è la protagonista, ruolo che spetta forse a Marilù Tolo. Gli altri attori sono per me sconosciuti.
 

Un soggetto che andrebbe riscritto, con un po' di attenzione potrebbe essere un buon film, ma se un buon soggetto capita in mano al produttore sbagliato questi sono i risultati. Dispiace per Marilù Tolo, soprattutto; come attrice avrebbe meritato film migliori.
Un dettaglio per gli appassionati di musica registrata: in questo film si vede bene un organetto con disco forato orizzontale, somigliante a un grammofono; lo suona un mendicante in una scena però sprecata dalla sceneggiatura che riduce la sua parte a poca cosa (forse l'intenzione originaria era di prendere a modello l'indovino del Giulio Cesare, o quello di Moby Dick sul molo prima della partenza). L'organetto comunque si vede in diverse scene nel corso del film, magari qualcuno dei lettori sa anche indicarmi il nome preciso. La musica "dell'Apocalisse" viene invece suonata su un harmonium, da Marilù Tolo; e come musica è una fetecchia, of course. E non poteva essere diversamente.


 

3 commenti:

  1. Da "Le trombe dell'Apocalisse" a "I caldi amori di una minorenne" (oggi un titolo così verrebbe tacciato di pedofilia) ce ne passa di fantasia, sembra di avere a che fare con due film distinti. Ma questo è un "vizio" del doppiaggio italiano che continua tuttora. Spesso, ad esempio, inseriscono la parola "Amore" nel titolo reinventato di qualsiasi commedia che abbia una pur minima trama sentimentale. Parlando del film in questione... no, non l'ho visto, e da come ne hai scritto credo proprio di non essermi perso niente. La Tolo, bellissima attrice, me la ricordo in commedie italiane anni Ottanta come "Vacanze di Natale" o "Il tassinaro" di Sordi, ma dando un'occhiata al sito IMDb si scopre che vanta una filmografia ben più ampia. Avrebbe meritato di più, sono d'accordo con te.

    RispondiElimina
  2. Leggo che è del 1944, mentre il suo ultimo ruolo da attrice (sempre secondo IMDb) è del 1985. Insomma, a quarant'anni era già fuori dal giro.

    RispondiElimina
  3. è una curiosità, però il tema della "musica maledetta" ha una sua importanza. Ci tornerò sopra con Il segno del comando, però certo anche tu ricordi tutte le storie sui 33 giri girati all'incontrario (mai capito come si fa, probabilmente bisogna toccare qualcosa sul giradischi), eccetera. Romina poi ha fatto altro, niente di cui valga la pena di occuparsi ma direi che ne è contenta, e penso proprio che di quei film, ripensandoci da adulta, avrebbe fatto volentieri a meno.

    RispondiElimina