lunedì 2 settembre 2019

Oliver Hardy


Non molti lo sanno, almeno qui da noi, ma Oliver Hardy (1892-1957) aveva una bella voce e sapeva cantare bene. Non ha mai cantato nell'opera lirica e quindi non dovrei occuparmene in questo blog, ma gli si vuole troppo bene e - soprattutto - in Italia è stato molto bistrattato.
Oliver Hardy aveva una bella voce di tenore leggero, ben intonata, alla quale i doppiatori italiani non hanno mai reso giustizia. A dirla tutta, Alberto Sordi (suo storico doppiatore italiano) se la cavava abbastanza bene ma aveva voce di basso e non di tenore; sugli altri doppiatori di tempi più recenti sarà meglio calare un velo pietoso: se non hanno passato dei guai, anche dall'aldilà, è soltanto perché Ollie era troppo buono e bravo per offendersi.
Oliver Norvell Hardy (questo il nome completo) infatti nei suoi film canta spesso, ma magari noi non ci facciamo caso perché siamo distratti dai disastri combinati nel frattempo da Stan Laurel. Alberto Sordi si compiaceva di dire che la voce giusta per Ollio era la sua, che le voci vere erano sbagliate, eccetera, ed era una fesseria (anche Vladimir Nabokov, nei suoi scritti, si lamenta del doppiaggio e soprattutto di quello francese, che doveva essere simile al nostro) ma quantomeno Sordi era intonato. I doppiatori successivi, invece, hanno rovinato l'immagine di Oliver Hardy come cantante e si sarebbero ben meritati una causa civile per danneggiamento d'immagine, ma così è andata e per gli italiani, ormai, Oliver Hardy passa per stonato anche se non lo era affatto.
 

Le biografie dicono che prima di iniziare con il cinema, intorno al 1913 e quindi molto giovane, Oliver Hardy canta in piccoli locali e nei vaudeville, ma faceva già la comparsa nel cinema. Va fatto notare che il cinema nasce nel 1895, siamo quindi ai suoi inizi. L'incontro con Stan Laurel (inglese, come Charlie Chaplin) avviene piuttosto tardi, nel 1926; i due avevano già recitato insieme in un film del 1921, ma la cosa non ebbe seguito. Il primo grande successo della coppia Laurel & Hardy è del 1927; siamo molto vicini alla nascita del cinema sonoro ma non possiamo ancora ascoltare la voce di Oliver Hardy, cosa che avverrà solo nel 1930 con "Below zero". Le biografie ci dicono ancora che Oliver Hardy si sposò tre volte, che giocava a golf con bravura, e tante altre cose ancora; ma qui per oggi voglio ricordare la sua voce, e porto qualche esempio con l'aiuto fondamentale di youtube.


Il primo è ovviamente "Below zero", anno 1930: in Italia è diventata "come è bello star al mare a riposar", che cantata in città sotto la neve può essere irritante. E' uno dei film miei preferiti da sempre, e l'originale è "In the good old summertime" di George Evans e Ren Shield, datata 1902.  (qui)
"Lazy moon" viene da "Pardon us" (in Italia "Muraglie", sempre 1930) dove Stan e Ollie sono due evasi che cercano di non farsi riprendere. Uno dei loro espedienti è quello di tingersi la faccia di nero, così da passare per afroamericani: oggi questa sequenza farebbe storcere il naso a molti, ma siamo nel 1930 e si tratta, come sempre, di giochi da bambini, del tutto innocenti. "Lazy moon", racconta della luna pigra che gli innamorati aspettano ma che non si decide a spuntare da dietro la collina. E' una canzone del 1903, scritta da Bob Cole e Rosamond Johnson; con Oliver Hardy canta The Hall Johnson Choir. (qui)


Un'altra canzone dedicata alla luna è "Shine on harvest moon", la luna del tempo del raccolto (luna di settembre, dice il mio dizionario), abbinata a Stan e Ollie che vanno ad arruolarsi nella legione straniera. Il film è "The flying deuces" (I diavoli volanti, 1939); la canzone invece è datata 1908, scritta da Nora Bayes (musica) e Jack Norworth (parole). (qui)
Nella versione italiana si parla di asini che volano, con una serie di nonsense ben congegnati. Come curiosità, si può ricordare che è l'arrangiamento di una canzone di quegli anni, intitolata "Vado a zonzo" di Ernesto Bonino.
 

Uno dei film di cui non ho trovato il titolo vede Ollie che suona il pianoforte e canta ispirato "I love you, I love you"; intanto, nell'altra stanza, Stan ritaglia un quadrato dalla tappezzeria di una poltrona (non lo ha fatto apposta, è ovvio)  (qui)
In un altro film famoso, Stan e Ollie sono in vacanza e finiscono in un posto famoso per le sue acque, l'acqua ferruginosa: in realtà, siamo ai tempi del proibizionismo e dei delinquenti hanno versato in quel pozzo tutto il liquore che avevano, per non farsi prendere dalla polizia. Insomma, non è acqua ferruginosa quella che stanno bevendo, e che ha uno strano sapore: è alcool puro, o quasi... (qui)
 
In "Way out west" (1937) ci sono due brani musicali da antologia: The trail of the lonesome pine (Blue Ridge mountains of Virginia, di Harry Carroll e Ballard Mc Donald, datata 1913) e il famoso balletto sulla canzone "At the ball, that's all" (del 1913, di J.Leubry Hill) cantata dagli Avalon Boys. (qui)

Concludo alla grande con "Honolulu baby" da "The sons of the desert" (1933): la canzone viene prima interpretata per intero da un cantante (Ty Parvis, che duetta con Charita), e poi rieseguita da Oliver Hardy con l'ukulele al ritorno a casa dei due. Nel finale, sarà Stan ad accennare la canzone - avrebbe anche delle buone ragioni, ma forse sarebbe stato meglio evitare, a quel punto. "Honolulu Baby" è stata scritta da Marvin Hatley, amico di Stan e Ollie e autore anche della loro sigla, La canzone del cucù  (qui)

Due film tratti da opere liriche sono già qui da tempo nel blog (The Bohemian Girl di Balfe, e Fra Diavolo di Auber), una pianola a rullo è protagonista del loro unico premio Oscar (The musical box), e corni e trombe sono protagonisti di "Saps at sea" ("C'era una volta un piccolo naviglio"); viene considerato perduto un film girato con il baritono Lawrence Tibbett, "The rogue song". Ma qui mi fermo, in compagnia di Stan Laurel e Oliver Hardy si potrebbe andare per ore e invece io devo pur mettere un punto.



 

6 commenti:

  1. Caspita! È un piacere ascoltarlo! Interpreta in modo garbato, gentile! Mi piace molto:-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. conoscere la versione originale è sempre importante; in questo caso è anche piacevolissimo
      :-)

      Elimina
  2. Articolo bellissimo.
    Anche perché, come lei afferma, Stanlio e Ollio, attori dal talento profondissimo, sono stati estremamente appiattiti dal doppiaggio italiano. La coppia Sordi e Zambuto lavorò benissimo, i doppiatori successivi resero il tutto estremamente mediocre.

    Il titolo del brano "I love you Ilove you..." è "The ideal of my dreams".
    Da segnalare anche:
    "Let me call you sweetheart" da Avventura a Vallechiara.
    "Go to sleep my baby", ninna nanna da I monelli.
    "The old spinning wheel" canticchiata in Vita di campagna.
    Ed altre dai titoli assurdi cantate da Ollie in casa per gli ospiti in Donne e guai.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. grazie :-)
      adesso l'articolo è molto più completo
      mi sono chiesto se Oliver Hardy abbia mai inciso dischi... probabilmente, negli Usa; da noi non mi sembra di averne mai visti, ed è un peccato. Io di sicuro li avrei comperati.

      Elimina
    2. Non credo abbia mai inciso. Sarebbe una scoperta incredibile trovare un vecchio 78 giri o addirittura un cilindro fonografico...Del resto mi pare che a 8 anni (quindi nel 1900) lui faceva parte di un gruppo vocale attivo nel vaudeville chiamato The Corbin's Minstrels, trovarne un'incisione sarebbe fantastico. Poco prima del 1913, si esibiva come avanspettacolo in piccoli cinema che lui stesso gestiva e nel quale prestava la voce come fine dicitore, ma escluderei una sua incisione...Però, chissà...

      Elimina
    3. l'ho sperato anch'io, ma ormai penso che se ci fosse qualcosa sarebbe già on line. E' strano comunque che nessuno abbia mai proposto a Oliver Hardy, famosissimo, di incidere dischi... Per fortuna, abbiamo i film.

      Elimina