sabato 25 febbraio 2017

Anonimo veneziano


 
Anonimo veneziano (1970). Regia di Enrico Maria Salerno. Scritto da Giuseppe Berto e EM Salerno. Fotografia di Marcello Gatti. Musiche di Benedetto e Alessandro Marcello e di Beethoven. Musiche per il film di Stelvio Cipriani. Interpreti: Florinda Bolkan (voce di Maria Pia Di Meo), Tony Musante (voce di Sergio Graziani), Toti Dal Monte (voce di Lydia Simoneschi), Sandro Grinfan, Brizio Montinaro, Giuseppe Bella. Durata: 1h30'
 
“Anonimo veneziano”, un film che ebbe enorme successo di pubblico alla sua uscita nel 1970, è contemporaneo dell'altrettanto famoso (allora) "Love story", con il quale condivide alcuni temi di fondo. E' la storia di un oboista e direttore d’orchestra, che sta registrando un concerto per oboe di Benedetto Marcello. Mi sono subito chiesto: sarebbe ancora possibile, oggi, un soggetto come questo? Direi proprio di no, nessun produttore finanzierebbe un film o una fiction tv dove il protagonista suona l’oboe in un’orchestra specializzata nel repertorio del Settecento. Il soggetto verrebbe completamente riscritto e stravolto, oppure immediatamente cassato. Insomma, per l’oboista che aveva il sogno di diventare come Karajan oggi come oggi, con i produttori e registi che ci ritroviamo, vedrei una sola destinazione possibile: il cestino della carta straccia, magari passando per un tritarifiuti. In alternativa, l'oboista verrebbe trasformato in un rapper.
Invece nel 1970 tutto questo era ancora possibile, l’oboista piacque molto, e alla fine del film si ascolta per davvero il “Largo” dal Concerto in do minore di Benedetto Marcello, per intero, senza arrangiamenti; anche se va detto subito che l'attribuzione a Benedetto Marcello è dubbia, c'è chi dice che in realtà sia di Alessandro Marcello (i due erano fratelli), e ne esiste anche una trascrizione ad opera di Johann Sebastian Bach. Nel film viene invece detto che l'autore è ignoto, appunto un "anonimo" operante a Venezia nel Settecento.
Il film racconta l’incontro tra il musicista e la moglie da cui è separato, e ha un finale tragico perché lui è gravemente ammalato; ha dei dialoghi irritanti, da fotoromanzo di quart’ordine, ma per il resto, soprattutto per le immagini, è ancora molto bello e godibile. A un certo punto mi sono trovato a pensare che se fosse stato in inglese o in tedesco, magari coi sottotitoli, in modo da non capire perfettamente i dialoghi, probabilmente lo avrei considerato un capolavoro; ma così non è, anche per via della scelta del protagonista maschile. La protagonista femminile è Florinda Bolkan, ed è un’ottima scelta; ma l’oboista di Tony Musante, visto da oggi, assomiglia in modo incredibile a Peter Falk e quindi diventa difficile prendere troppo sul serio tutta la vicenda. Oltretutto, l’impermeabile è identico; in alcune sequenze del film l’impressione di essere finiti per sbaglio dentro un episodio del tenente Colombo diventa fortissima (i telefilm del tenente Colombo, va detto, arriveranno solo qualche anno dopo, verso la fine degli anni Settanta). Ma vera protagonista del film è la città di Venezia, con riprese splendide, così bella da far venire nostalgia perché in seguito Venezia è molto cambiata. Insomma, nel film Venezia viene presentata a parole come città morente e decadente, ma la si vede invece ben viva e abitata, con gente normale, veneziani veri e non turisti o ricconi, ancora con i bambini che giocano per strada. Perfino l’acqua dei canali non è mai verde, e questa è davvero una sorpresa. Chissà come avranno fatto, si chiede: ma forse nel 1970 Venezia era ancora così.
Dal punto di vista operistico, hanno un interesse notevole le sequenze girate all’interno della Fenice: il teatro è vuoto, ma se ne vede una panoramica girata in modo magistrale. Per chi si fosse distratto, ricordo che questa sala, quella che si vede nel film, è stata in seguito completamente distrutta da un incendio; quella che esiste oggi è stata perfettamente ricostruita, ma questa di “Anonimo Veneziano” è la stessa Fenice in cui fu girato “Senso” di Visconti. Nel finale, il Concerto di Benedetto / Alessandro Marcello viene eseguito nella chiesa di San Vitale, “San Vidàl”, anch’essa ripresa in modo magnifico e con ampie panoramiche e dettagli sui musicisti, tutti giovani e simpatici. Nel corso del film si ascoltano anche frammenti della sesta sinfonia di Beethoven, oltre a canzoni e alle musiche scritte per il film da Stelvio Cipriani.
Una sorpresa, qualcosa più di una curiosità, è la presenza nel cast di Toti Dal Monte, grandissima soprano degli anni trenta e quaranta: è l’anziana padrona di casa che affitta l’appartamento ai due sposi, in uno dei tanti flashback che percorrono il film.
Il regista Enrico Maria Salerno è stato per più di trent'anni un attore molto popolare, oltre che molto bravo; attivo anche come doppiatore, è stato la voce di Clint Eastwood nei film di Sergio Leone e quella di Gesù nel "Vangelo secondo Matteo" di Pasolini, e molto altro ancora. Il soggetto di "Anonimo veneziano" è dello scrittore Giuseppe Berto, che ne ha tratto anche una versione per il teatro. Nel progetto originale, il ruolo di Tony Musante doveva essere affidato proprio ad Enrico Maria Salerno, che poi in fase di produzione passò dietro la macchina da presa.
La concorrenza con "Love story" (dove è la donna a essere gravemente ammalata) fu molto forte non solo al botteghino dei cinema ma anche in sede legale, perché le musiche di Cipriani erano molto simili a quelle di Francis Lai, autore delle musiche per il film americano.
Il brano diretto dal protagonista in chiusura, che nel film viene chiamato "Concerto in Do minore per oboe, archi e basso continuo di Benedetto Marcello", in realtà è il Concerto in Re minore per oboe, archi e basso continuo di Alessandro Marcello, fratello più vecchio ma meno famoso di Benedetto (il quale tuttavia fece una trascrizione di tale concerto, come pure ne fece una – per clavicembalo – Johann Sebastian Bach). In particolare, si tratta del secondo di tre movimenti: l'Adagio. Divenuto celeberrimo anche grazie a questo film, è qui trascritto e diretto dal jazzista Giorgio Gaslini.
 
Oltre alla Fenice, e alle calli e canali di Venezia, sempre wikipedia segnala altri luoghi dove è stato girato "Anonimo veneziano":
Alcune scene hanno come scenario l'originale architettura della Casa dei Tre Oci; quella del pranzo è stata girata nella famosa Locanda Montin, in Dorsoduro 1147. La scena in cui Enrico compra un vestito per Valeria è girata all'interno della Tessitura Luigi Bevilacqua.
(qui sotto, una serie di immagini della chiesa di San Vidàl, sempre prese dal film)

 


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