lunedì 17 aprile 2017

Quartet (Dustin Hoffman)



Quartet (2012) Regia di Dustin Hoffmann. Scritto da Ronald Harwood. Fotografia di John de Borman. Musiche di Verdi, Puccini, Sullivan e altri, arrangiate da Dario Marianelli. Interpreti: Tom Courtenay, Maggie Smith, Billy Connolly, Pauline Collins, Michael Gambon, Gwyneth Jones, Durata: 1h38'

Il quartetto del titolo è quello del Rigoletto, dall'ultimo atto, che comincia con le parole: "Bella figlia dell'amore"; quindi un quartetto vocale, e non musica da camera. Si tratta di una commedia, scritta per il teatro da Ronald Harwood (autore di "Servo di scena", "Il pianista", e molto altro ancora) e girata per il cinema da Dustin Hoffman. Hoffman è alla sua prima regia in assoluto, e non recita nel film. Protagonisti sono quattro cantanti d'opera (immaginari) che sono stati molto famosi e che, ormai anziani, sono ospiti di una casa di riposo per artisti. Il film però non è triste, ma è anzi divertente e piacevole da vedere. Una commedia, per l'appunto.
All'inizio del film vediamo tre dei quattro protagonisti già ospiti della casa di riposo, in buon accordo tra di loro; metterà scompiglio l'arrivo di una nuova ospite, un'altra celebre cantante, del tutto inaspettata. Nel corso del film scopriremo il perché dello scompiglio: la nuova arrivata è stata moglie di uno di loro, molti anni prima; e ora lui non ne vuole sapere di rivederla. Ci sono diverse incomprensioni, ma alla fine tutto si appianerà.
Il film è prevedibile nel suo svolgimento, ma è ben recitato e molto ben fatto, quindi vale la pena di vederlo anche perché gli attori sono tutti molto bravi. Nel dettaglio, un tenore (Tom Courtenay) e un soprano (Maggie Smith) erano stati sposati molti anni prima, si sono amati molto ma il matrimonio è durato pochissimo a causa dell'infedeltà di lei; lui non si è più risposato, lei sì. Ma tutto questo ormai appartiene al passato: o forse no?

Il baritono (Billy Connolly) e il mezzosoprano (Pauline Collins) sono molto bravi e danno una notevole carica di simpatia al film, ma si può dire che per quanto attiene alla narrazione siano due figure di spalla: lui ha avuto un ictus e adesso sta bene ma a causa dell'ictus è diventato sboccato (o fa finta? questo dettaglio sembra preso dai libri di Oliver Sacks), il mezzosoprano sta bene ma ogni tanto si perde con la testa, probabilmente un Alzheimer agli inizi. Tutti insieme, tanti anni fa, avevano interpretato un famoso Rigoletto, e anche un Barbiere di Siviglia, e altro ancora: capitava infatti spesso, e capita ancora, che alcuni cantanti si trovino spesso insieme in diverse produzioni, e anche in tournée. Uscendo dal campo della finzione ed entrando nella vita reale, potrei fare i nomi di Mirella Freni, Nicolai Ghiaurov, Piero Cappuccili e Placido Domingo; o magari quelli di Giuseppe Di Stefano, Maria Callas, Giulietta Simionato, Ettore Bastianini... si potrebbero ricostruire diversi "quartetti", volendo. Il film è quindi abbastanza realistico nelle sue premesse, anche se poi prevale il gioco del teatro, i diversi caratteri, insomma si parte da un dato che potrebbe essere reale ma poi il film va avanti per conto suo.
La famosa cantante (Maggie Smith) ha deciso di non cantare più, ma la si vorrebbe coinvolgere in una recita necessaria per trovare fondi per tenere aperta la casa di riposo. E' irremovibile, e anzi si offende molto quando gli altri glielo chiedono; ma poi un suo gesto brusco nei confronti della fragile mezzosoprano (Pauline Collins) provocherà una crisi di rimorso, e da qui in avanti si va verso il finale lieto, il concerto si farà e il quartetto verrà eseguito come tanti anni prima.
Sulle note di "Bella figlia dell'amore", dal Rigoletto, si chiude il film: l'edizione che si ascolta sui titoli di coda è quella, famosa e riconoscibilissima, con Luciano Pavarotti e Joan Sutherland.

La casa di riposo si chiama "Beecham House", intitolata al grande direttore d'orchestra sir Thomas Beecham (1879-1961), al suo arrivo a Maggie Smith tocca una pessima battuta sul suo conto che Harwood avrebbe fatto bene a tralasciare. Il concerto che si prepara è per il centenario della nascita di Verdi, quindi si parla del 2013; nel concerto del finale non ascoltiamo solo Verdi, ma anche Puccini (Tosca), Gilbert & Sullivan (The Mikado), e altro ancora. Alla fine si dimenticano di dirci se poi la casa di riposo sarà salva; la trama è come si diceva molto prevedibile, ma il film è ben recitato e ben diretto quindi lo si vede volentieri.
Gli attori: Tom Courtenay (il tenore) è un ottimo attore che ha avuto il culmine della sua carriera negli anni '60, nel cinema inglese. Maggie Smith (soprano) è una delle attrici di punta del teatro e del cinema inglese. Billy Connolly (baritono) è un comico televisivo; Pauline Collins (mezzosoprano) è un'attrice brillante televisiva. Un altro attore importante, soprattutto in teatro, è Michael Gambon: l'ex direttore artistico che si aggira vestito piò meno all'africana. Tutti gli altri attori che si vedono nel film (sono molti) hanno un passato più o meno importante come musicisti o come attori di teatro: l'elenco completo è nei titoli di coda, con i loro ritratti di ieri e di oggi. Ha una parte consistente la gallese Gwyneth Jones, star internazionale, soprano famosa soprattutto per Wagner e per Richard Strauss (esegue "Vissi d'arte" nel finale). Di mio ho un ricordo lontano del contralto Nuala Willis, all'Autunno Musicale di Como negli anni '80; gli altri musicisti orchestrali, con parti da solista in orchestre importanti, e poi cantanti, attori di vaudeville, attori di teatro di prosa. Dario Marianelli cura le musiche per il film e nei titoli di testa c'è scritto che la musica è sua, ma di proprio suo non so quanto ci sia nel film, così a orecchio direi niente.

Mi sono segnato questa definizione dell'opera lirica, fatta al minuto 28 da Tom Courtenay: la domanda è "che cos'è l'opera", posta da un ragazzo nero (un rapper hip hop):
- All'inizio erano le persone come voi che andavano all'opera, con i vestiti normali; si portavano da mangiare, bevevano alcolici, tiravano cose (sul palcoscenico)... Comunque questo succedeva molto tempo fa, poi i ricchi si impadronirono del mondo dell'opera con i loro abiti da sera e le tolsero l'anima, facendola diventare una cosa che non è. Ma che cosa è? Già, che cos'è... Nell'opera una persona viene pugnalata alle spalle e invece di sanguinare canta. A me sembra (...) che il rap è quando uno viene pugnalato alle spalle e invece di sanguinare parla, ritmicamente e con sentimento. Ma poiché il rap è parlato, il sentimento è come se fosse trattenuto, c'è solo una nota (con cui esprimersi). (...) Nell'opera cantiamo ciò che sentiamo e il canto, quel salire e scendere della musica, rende libere le nostre emozioni. Alla vostra domanda io rispondo che l'opera è semplicemente riversare all'esterno quel fiume di emozioni che ognuno di noi tiene chiuso dentro di sè.
Non è proprio così, dal punto di vista storico (l'opera nasce in ambiente di corte, a Mantova agli inizi del '600: l'Orfeo di Monteverdi) ma è una definizione che trovo abbastanza appropriata perché nell'Ottocento e nel Novecento, soprattutto, era proprio così: all'opera andavano tutti, operai, artigiani, e magari tiravano "cose"(ortaggi o fiori?) sul palcoscenico, proprio come viene detto nel film, quando erano d'accordo o quando protestavano. L'opera era una cosa viva, insomma: e aveva un'anima. Oggi come siamo messi?

L'elenco delle musiche, diviso per autore:
- Giuseppe Verdi, La traviata (brindisi atto primo, arrangiamento di Carmen Dragon, e una Fantasia su temi dell'opera, per clarinetto, eseguita da Colin Bradbury); Il coro da "Libiamo nei lieti calici" è eseguito da Léon Charles, Nuala Willis, John Rawnsley, Melodie Waddingham, Cynthia Morey, Jennifer Adams-Barbaro, Cherith Millburn-Fryer, Justin Lavender, Richard Lea, Geoffrey Newman, Gregor Kowalski, John Farrington, Ian Jones, Sylvia Jones, Jenny Hill, Ann Mabey, Vivienne Ross, Miriam McLeod, Eileen Hamilton, Zoë Haydn, John Winfield, Martin Nelson, Patricia Varley (Justin Lavender è un tenore di oggi, in carriera)
- Giuseppe Verdi, Rigoletto: arrangiamento da La donna è mobile (Morgan Pochin); Bella figlia dell'amore in un arrangiamento per tromba di Dario Marianelli; Caro nome (Ileana Cotrubas, Wiener Philharmoniker diretti da Carlo Maria Giulini); Bella figlia dell'amore (John Georgiadis, Ita Herbert, Graeme Scott, John Heley, James Morgan, Ronnie Hughes); Bella Figlia dell'Amore (Renato Bruson, Edita Gruberova, Neil Shicoff, Brigitte Fassbaender, Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia dir Giuseppe Sinopoli); Bella figlia dell'amore (Joan Sutherland, Huguette Tourangeau, Luciano Pavarotti, Sherrill Milnes, Martti Talvela, London Symphony Orchestra direttore Richard Bonynge)
- Gioacchino Rossini, Il barbiere di Siviglia: Ah qual colpo inaspettato (Gianna D'Angelo, Renato Capecchi, Nicola Monti, Bayerischen Rundfunks Orchester dir Bruno Bartoletti )
- Vittorio Monti, Czardas (John Georgiadis e Colin Bradbury, clarinetto)
- Franz Schubert, "Who is Sylvia" (Colin Bradbury, clarinetto)
- Giacomo Puccini, da Tosca: "Vissi d'arte "Tosca (Gwyneth Jones, Adrian Müller )
- Johann Sebastian Bach, Toccata e Fuga in re minore (Léon Charles); idem nella trascrizione di Ferruccio Busoni (arrangiata da John Georgiadis: esecutori Léon Charles, John Georgiadis, Ita Herbert, Graeme Scott, John Heley )
- Camille Saint-Saëns, il cigno da "Carnevale degli animali" (John Heley e Léon Charles)
- Gilbert & Sullivan, "The Mikado" : Flowers that Bloom in the Spring (Cynthia Morey, Melodie Waddingham, Nuala Willis, John Rawnsley) "So, Please You Sir, We Much Regret" (Cynthia Morey, Melodie Waddingham, Nuala Willis, John Rawnsley, James Morgan, John Georgiadis);
Three Little Maids from School (Cynthia Morey, Melodie Waddingham, Nuala Willis, Adrian Müller); Titwillow (John Rawnsley, James Morgan)
- Luigi Boccherini Minuetto dal Quintetto Op. 11, no. 5
- Franz Joseph Haydn, minuetto dalla Sinfonia N.100 'Militare' (Philharmonia Hungarica, Antal Doráti); da "Piano Time Pieces 3" con clarinetto obbligato (arr. Colin Bradbury; eseguito da Esme Penry-Davey e Colin Bradbury ); Quartetto per archi op. 76 n.4 (arr. Barney Pilling e Yann McCullough, eseguito da John Georgiadis, Ita Herbert, Graeme Scott, John Heley)
- "Go Tell Aunt Rhody" (Traditional, eseguito da Isla e Iona Mathieson)
- "Are You Havin' Any Fun" (Sammy Fain e Jack Yellen, eseguito da David Ryall, Trevor Peacock, Léon Charles, Ronnie Hughes)
- "Underneath the Arches" (Bud Flanagan e Chesney Allen, eseguito daTrevor Peacock, David Ryall, Jack Honeyborne)

PS: Esiste un altro film intitolato "Quartet" del 1981 con la regia di James Ivory; ha lo stesso titolo ma non c'entra con la musica. Il soggetto è di Jean Rhys.

 

2 commenti:

  1. Sì, oggi come siamo messi? Come sai, sono stata a vedere Tristan und Isolde venerdì scorso e ho notato moltissimi ragazzi e ragazze nel loggione,in galleria, nei palchi, persino in platea. I teatri stanno facendo molto per far conoscere il melodramma a chi lo ignora e anche film come Quartet o persino Pretty woman sono veicoli possibili. Certo, i soggetti, i testi delle opere sono oggi sicuramente comprensibili fino a un certo punto, sembrano a volte lontani, distanti ma la musica, lo spettacolo e le emozioni che l'opera può regalare sono qualcosa di autentico, ancora.

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  2. per i soggetti non siamo poi così distanti da quelli del cinema o della tv, spesso sono proprio gli stessi soggetti. Anche nei cartoni animati, i trenta-quarantenni di oggi sono cresciuti con l'Ottocento francese, ma magari non lo sanno: Hector Malot (Rémi), Lady Oscar, Arsenio Lupin, Heidi... I film recenti di successo sono sempre più spesso remakes, o remakes di remakes, dal Grande Gatsby al Titanic ai vampiri e agli horror, c'è ancora qualcosa di nuovo nei soggetti per cinema e tv? (e libri...)
    Come ho già detto tante volte, io sono andato alla Scala perché c'erano Claudio Abbado, Strehler, Paolo Grassi, con la loro semplice presenza ti dicevano che la musica era per tutti. Poi le cose sono cambiate, anche i ministri e i presidi e perfino gli insegnanti di musica hanno abdicato, e francamente io non so più cosa fare.

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