Dumka (1957) Regia di Sergej Paradzhanov. Documentario sul coro ucraino Dumka, direttore O. Soroka. Musiche di Lysenko, Leontovic, Veriovka, Zhukovskij, Egorov, Filipenko. Durata 25 minuti, in bianco e nero.
"Dumka" è un filmato di 25 minuti, girato nel 1957, che documenta l'attività di una società corale ucraina diretta da O. Soroka (nei titoli di testa il nome di battesimo è indicato solo con l'iniziale). Il coro si chiama "Dumka", che nei titoli di testa dell'edizione italiana curata da Raitre viene tradotto come "pensierino": il che è sicuramente vero, però "dumky" o "dumka" è un termine musicale preciso, che l'Enciclopedia Treccani on line definisce così:
dumka Genere di canto popolare
slavo, di origine ucraina, di carattere narrativo ed elegiaco, in
tempo lento o moderato e tonalità minore. Dumka strumentali sono
state composte da diversi musicisti slavi, tra cui A. Dvořák, L.
Janáček e P. I. Čajkovskij.
La Garzantina della Musica scrive:
dumka o duma, canto popolare
slavo di carattere narrativo e ricco di improvvisi mutamenti di umore
e di accento. (...)
Di Antonin Dvorak conosco il "Trio
per pianoforte in re minore op.90 - Dumky", che è molto bello,
elegiaco, nostalgico. Un tema del ricordo, verrebbe da dire.
Sergei Paradzhanov, qui ai suoi inizi
(è la sua terza regia, comprendendo anche il cortometraggio girato
alla scuola di cinema come saggio finale) per “Dumka” sceglie uno
stile di regia molto semplice, riprendendo il coro e i solisti in
maniera seria e professionale; il regista si mette completamente al
servizio della musica, e inserisce in alcuni brani dei brevi filmati realizzati in
studio o in esterni con attori, sempre con attenzione alla musica, illustrando il
testo cantato. Non è richiesto un intervento come autore, e
Paradzhanov è molto bravo nel fare quello che gli è richiesto;
segnalo questo film perché oggi, nelle medesime circostanze, si
realizzano spesso pastrocchi insopportabili. Nel 1957 girare questi
filmati su cantanti e musicisti era ancora un'eccezione, da quando
esiste la tv ne sono stati invece girati moltissimi, non sempre con
risultati piacevoli.
I brani presentati, tutti di
compositori ucraini, sono questi:
1) Nikolai Lysenko (1842-1912) "Ideale
rivoluzionario". Un brano un tantino retorico, realizzato da
Paradzhanov limitandosi a filmare i cantanti.
2) Boris Lyatoscinski (1895-1968) "L'acqua scorre", tema nostalgico sulla guerra e la lontananza da casa.
3) Nikolai Leontovic (1877-1921); "Il
pifferaio". Qui Paradzhanov segue il testo cantato mostrando un bambino che costruisce un flauto; le immagini, sempre molto
lineari, ricordano Eisenstein, in particolare "Que viva Mexico".
4) sempre di Nikolai Leontovic, "Canto
augurale per l'Epifania", direi che è il brano più bello fra
quelli del film.
5) di Grigori Veriovka (1895-1964 )
l'arrangiamento di un canto popolare, "Tuona e risuona"
6) il compositore viene indicato come
Kropyvnitski, sui motori di ricerca ho trovato solo la corrispondenza
con il nome di una città ucraina. Il titolo è "L'usignolo",
ma il tema è la guerra, il cosacco lontano da casa che pensa alla
pace.
7) Herman Zhukovskij (1913-1976) "Sul
Dnepr", che celebra l'amicizia fra russi e ucraini. Paradzhanov
mette qui un filmato chiaramente di propaganda, gli innamorati che
dicono "io sono russo e tu ucraina"; visto da oggi, anno
2017, fa un effetto un po' particolare - speriamo che in futuro
l'amore trionfi davvero, e non solo fra russi e ucraini.
8) Aleksandr Egorov (1887-1959), "E'
scesa la nebbia", il tema è sempre la guerra e la nostalgia di
casa.
9) conclusione con Arkadi Filipenko
(1912-1983) "gloria al PCUS", tradotto in italiano. Finale
d'obbligo, considerando la data in cui fu commissionato "Dumka"
al giovane Paradzhanov.
Per trovare notizie su questi
compositori ho dovuto fare qualche ricerca su internet, spero di non aver
fatto troppi errori nella trascrizione.
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