Musica per signora (1937) Regia di John
G. Blystone. Scritto da Robert Harari e Gertrude Purcell. Fotografia
di Joseph H. August. Musiche di Leoncavallo, Donizetti, Wagner,
Mendelssohn; canzoni americane; musiche per il film di Nathaniel
Shilkret. Interpreti: Nino Martini, Joan Fontaine, Alan Mowbray,
Billy Gilbert, Alan Hale, e altri. Durata: 80 minuti
"Musica per signora" è un
film su misura per il tenore veronese Nino Martini, che cantò per
diverse stagioni al Metropolitan e con molto successo; confesso che
ne ignoravo l'esistenza prima di vedere questo film. Ad ascoltarlo
qui (ma un film è poco attendibile per dare un giudizio) si direbbe
una buona voce, forse non eccezionale, ma si capisce il perché della
sua degna carriera. Qui canta "Vesti la giubba" dai
Pagliacci di Leoncavallo, un'aria da "L'elisir d'amore" di
Donizetti, e molte canzoni americane scritte per il film. Si
ascoltano anche Wagner (ouverture dal Tannhäuser, coro dal terzo
atto del Lohengrin), Mendelssohn (scherzo da "Sogno di una notte
di mezza estate"). Con Nino Martini recita Joan Fontaine, qui
ventenne, destinata a una luminosa carriera: tre anni dopo
arriveranno i grandi ruoli con Hitchcock, "Rebecca" e "Il
sospetto". La regia è di John G. Blystone, un bravo
professionista di Hollywood.
Il soggetto vede il protagonista coinvolto in una storia a lieto fine di ladri e di furti, nella quale viene contrapposto a un altro tenore, uno spagnolo (parte da caratterista); lo scioglimento della vicenda è legato al riconoscimento della voce, e non c'è dubbio su chi sia il vero tenore. Questo equivoco di per sè triste avrà un risvolto utile, perché lo porterà al successo: un Grande Direttore (l'attore Alan Mowbray, che fa la caricatura di Stokowski) lancerà alla radio il giovane tenore, oltretutto con una canzone scritta dalla bella del film (Joan Fontaine, non una qualunque). In definitiva, una cosa da poco, girato un po' frettolosamente, che però ha fatto aggiungere qualche tassello alla mia personale storia del teatro d'opera al cinema.
Il regista Blystone ha al suo attivo un film con Stanlio e Ollio, "Serenata a Vallechiara" (nel 1938, un anno dopo) e questo basta e avanza per renderlo molto simpatico.
Il soggetto vede il protagonista coinvolto in una storia a lieto fine di ladri e di furti, nella quale viene contrapposto a un altro tenore, uno spagnolo (parte da caratterista); lo scioglimento della vicenda è legato al riconoscimento della voce, e non c'è dubbio su chi sia il vero tenore. Questo equivoco di per sè triste avrà un risvolto utile, perché lo porterà al successo: un Grande Direttore (l'attore Alan Mowbray, che fa la caricatura di Stokowski) lancerà alla radio il giovane tenore, oltretutto con una canzone scritta dalla bella del film (Joan Fontaine, non una qualunque). In definitiva, una cosa da poco, girato un po' frettolosamente, che però ha fatto aggiungere qualche tassello alla mia personale storia del teatro d'opera al cinema.
Il regista Blystone ha al suo attivo un film con Stanlio e Ollio, "Serenata a Vallechiara" (nel 1938, un anno dopo) e questo basta e avanza per renderlo molto simpatico.
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