Canto
ma sottovoce (1945) Regia di Guido Brignone. Scritto da Cesare
Zavattini, Diego Fabbri, Mario Duse, Nino Novarese. Fotografia di
Mario Albertelli. Musiche di Bixio, Max Reger, canzoni napoletane.
Interpreti: Francesco Albanese, Paolo Stoppa, Ave Ninchi, Mariella
Lotti, Guglielmo Barnabò, Gina Sammarco, Dina Sassoli, e altri.
Durata: 85 minuti
"Canto,
ma sottovoce" è un film del primissimo dopoguerra, regia di
Guido Brignone, scritto fra tanti altri anche da Zavattini e da Diego
Fabbri; ne è protagonista il tenore napoletano Francesco Albanese, protagonista
di registrazioni importanti in quegli anni come "La Traviata" del 1953, direttore Gabriele Santini, al fianco di Maria Callas. Albanese recita bene
anche se il fisico non lo aiuta molto, ricorda un po' le foto di
Enrico Caruso (non lo ricorda però nella voce).
La musica del film non è particolarmente memorabile, ci sono canzoni di Bixio e canzoni napoletane più o meno interessanti; però c'è anche una ninna nanna di Max Reger (o "da" Max Reger?) anch'essa in un'esecuzione non memorabile. Il soggetto, migliore di tanti altri, è su una famiglia di ricchi industriali milanesi che si mette in viaggio pensando di sfuggire alla guerra ma vi si trova sempre più invischiata, spostandosi dal Nord verso Roma e poi verso Salerno, dove però arrivano finalmente gli americani. Su questo percorso è inserita la storia secondaria di una giovane donna che cerca il figlio tra gli sfollati; Albanese è un sommergibilista che viene assunto come autista dal ricco industriale (Lantieri, che fa rima con Paglieri: borotalco, cosmetici) e finirà con lo sposarne la figlia. Nel cast molti attori di notevole livello, in primo luogo Paolo Stoppa e Ave Ninchi, e sullo sfondo le rovine autentiche e recenti della guerra. Il film è del 1945, Ave Ninchi era del 1914 e questo è il suo secondo film (qui è cameriera e cuoca della famiglia); Mariella Lotti è la ricca e bella figlia dell'industriale, Dina Sassoli è la giovane che cerca suo figlio tra gli sfollati. Guglielmo Barnabò e Gina Sammarco sono i due ricconi marito e moglie, Paolo Stoppa è il figlio maggiore della coppia (un po' troppo in ombra, peccato). Divertente la gag delle galline che beccano granoturco e il rumore viene scambiato per segnali Morse; è una gag che verrà ripresa nel film Disney su "Viaggio al centro della Terra" (dove a beccare il granturco sulla porta di legno è un'oca) ("b - erre, b - erre, BRRR", legge Paolo Stoppa, che non ci si raccapezza). «Maledetta la guerra», dicono all'inizio del film i personaggi, uscendo da un rifugio. In realtà dovrebbero dire "maledetto il duce", ma non succede mai, potenza della propaganda. Non succede nemmeno oggi, eppure la situazione è chiarissima e questo è il periodo più documentato di tutta la Storia; il fascismo perse tutte le guerre ancora prima di cominciarle, su tutti i fronti. La stessa cosa, viene da pensare, succede oggi con "la crisi", mai che si capisca che ci sono dietro responsabilità di persone precise. Ancora oggi c'è chi magnifica Craxi, per esempio, ma è proprio sotto il governo Craxi e quello di De Mita, negli anni '80, che inizia ad aprirsi la spaventosa voragine del debito pubblico, quella che stiamo pagando duramente. Eccetera, ma tutto questo non ha più a che vedere con il film, e quindi mi fermo: "Canto ma sottovoce" è ancora un film piacevole, nonostante tutto, al quale si può dedicare un po' del nostro tempo.
(dicembre
2012)La musica del film non è particolarmente memorabile, ci sono canzoni di Bixio e canzoni napoletane più o meno interessanti; però c'è anche una ninna nanna di Max Reger (o "da" Max Reger?) anch'essa in un'esecuzione non memorabile. Il soggetto, migliore di tanti altri, è su una famiglia di ricchi industriali milanesi che si mette in viaggio pensando di sfuggire alla guerra ma vi si trova sempre più invischiata, spostandosi dal Nord verso Roma e poi verso Salerno, dove però arrivano finalmente gli americani. Su questo percorso è inserita la storia secondaria di una giovane donna che cerca il figlio tra gli sfollati; Albanese è un sommergibilista che viene assunto come autista dal ricco industriale (Lantieri, che fa rima con Paglieri: borotalco, cosmetici) e finirà con lo sposarne la figlia. Nel cast molti attori di notevole livello, in primo luogo Paolo Stoppa e Ave Ninchi, e sullo sfondo le rovine autentiche e recenti della guerra. Il film è del 1945, Ave Ninchi era del 1914 e questo è il suo secondo film (qui è cameriera e cuoca della famiglia); Mariella Lotti è la ricca e bella figlia dell'industriale, Dina Sassoli è la giovane che cerca suo figlio tra gli sfollati. Guglielmo Barnabò e Gina Sammarco sono i due ricconi marito e moglie, Paolo Stoppa è il figlio maggiore della coppia (un po' troppo in ombra, peccato). Divertente la gag delle galline che beccano granoturco e il rumore viene scambiato per segnali Morse; è una gag che verrà ripresa nel film Disney su "Viaggio al centro della Terra" (dove a beccare il granturco sulla porta di legno è un'oca) ("b - erre, b - erre, BRRR", legge Paolo Stoppa, che non ci si raccapezza). «Maledetta la guerra», dicono all'inizio del film i personaggi, uscendo da un rifugio. In realtà dovrebbero dire "maledetto il duce", ma non succede mai, potenza della propaganda. Non succede nemmeno oggi, eppure la situazione è chiarissima e questo è il periodo più documentato di tutta la Storia; il fascismo perse tutte le guerre ancora prima di cominciarle, su tutti i fronti. La stessa cosa, viene da pensare, succede oggi con "la crisi", mai che si capisca che ci sono dietro responsabilità di persone precise. Ancora oggi c'è chi magnifica Craxi, per esempio, ma è proprio sotto il governo Craxi e quello di De Mita, negli anni '80, che inizia ad aprirsi la spaventosa voragine del debito pubblico, quella che stiamo pagando duramente. Eccetera, ma tutto questo non ha più a che vedere con il film, e quindi mi fermo: "Canto ma sottovoce" è ancora un film piacevole, nonostante tutto, al quale si può dedicare un po' del nostro tempo.
Nessun commento:
Posta un commento