giovedì 22 giugno 2017

Palestrina princeps musicae


 
"Palestrina princeps musicae" (2009) Regia di Georg Brintrup. Scritto da Georg Brintrup e Mario Di Desidero. Fotografia di Paolo Scarfò. Musiche di Pierluigi da Palestrina curate da Flavio Colusso. Interpreti: Daniele Giuliani (Palestrina giovane), Bartolomeo Giusti (Palestrina anziano), Francesca Catenacci (Lucrezia Gori, moglie di Palestrina), Domenico Galasso (Iginio, terzo figlio di Palestrina), Patrizia Bellezza (Virginia Dormuli), Renato Scarpa (mons. Cotta), Franco Nero (Domenico Ferrabosco), Remo Remotti (Filippo Neri), Stefano Oppedisano (Annibale, ex allievo di Palestrina), Claudio Marchione (Cristoforo, ex allievo di Palestrina), Achille Brugnini (Gioacchino, ex allievo di Palestrina). Giorgio Colangeli (Leonardo Barré, cantore della cappella papale), Pasquale Di Filippo (Severini). Ensemble Seicento-Novecento, Cappella Musicale di San Giacomo, Coro di Voci bianche JJ Winckelmann; maestro di cappella Flavio Colusso, maestro voci bianche Donatella Casa. Durata: 60 minuti
 
"Palestrina" di Georg Brintrup (regista tedesco, nato nel 1950) è molto bello e molto ben fatto, sembra quasi un Herzog dei bei tempi andati; ed è un peccato che il Gesualdo di Herzog non l'abbia fatto invece Brintrup, viene da dire. Il cast è tutto di attori italiani: Renato Scarpa, Remo Remotti (san Filippo Neri), Franco Nero (Ferrabosco), e altri a dar voce a vere testimonianze su Pierluigi da Palestrina. Il film è girato in Abruzzo, poco prima del terremoto del 2009, e si possono vedere le immagini di affreschi ormai distrutti nel Monastero della Beata Antonia. Oltre che ben fatto e ben recitato, e con una parte musicale importante affidata a Flavio Colusso, il "Palestrina" di Brintrup è molto utile perché ci fa imparare (o ricordare) molte notizie storiche che altrimenti si perderebbero per strada. Pierluigi da Palestrina è infatti uno di quei nomi su cui si pensa di sapere tutto, e invece così non è.

 
La prima cosa che può sorprendere è che Palestrina era sposato: un lungo matrimonio, con tre figli maschi. L'essere sposato gli creò molti problemi nella corte romana, e infine l'espulsione dalla Cappella Papale (insieme a Ferrabosco e a Garré) dove non erano ammessi cantori che non fossero celibi, per ordine diretto del Papa. Dei tre figli di Palestrina i primi due morirono, già adulti, durante un'epidemia a Roma, e il terzo (il più giovane, di nome Iginio) divenne giurista e qui nel film è uno dei narratori, interpretato in maniera molto piacevole dall'attore Domenico Galasso. Palestrina nelle testimonianze d'epoca viene chiamato Giannetto, "maestro Giannetto", perchè il nome completo è Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525-1594).

 
Palestrina è la città natale del musicista, che già nel 1537 è a Roma come fanciullo cantore in Santa Maria Maggiore. Nel 1544, ventenne, viene nominato organista e maestro di canto nel duomo di Palestrina; si sposa nel 1547 con Lucrezia Gori e hanno tre figli: Rodolfo, Angelo, Iginio.
Papa Giulio III prima della sua elezione era vescovo proprio a Palestrina, e lì conobbe e apprezzò il giovane musicista. Nel 1551 lo portò a Roma quando divenne papa, maestro della Cappella Giulia. Alla morte di Giulio III divenne papa Marcello II, e in lui Palestrina aveva molte speranze perché sapeva che in musica avevano posizioni simili; purtroppo Marcello II visse solo tre settimane dopo essere stato nominato papa (a lui dedicherà la "Missa Papae Marcelli", molti anni dopo). Il nuovo papa è Paolo IV, che decretò l'espulsione dalla cappella Papale dei cantori sposati; Palestrina perse il posto e si trovò in difficoltà economiche, ma dopo qualche tempo divenne maestro del coro in Santa Maria Maggiore.

 
Dopo Paolo IV arriva Pio IV, che termina il Concilio di Trento, in corso da moltissimi anni e già iniziato al tempo di Giulio III. Nel Concilio di Trento ci sono anche i dettami su come dovrà essere la nuova musica di chiesa, e apparentemente sono in contrasto con le idee di Palestrina (per il quale la musica viene prima delle parole) ma da qui in avanti Palestrina si affermerà come modello per la musica religiosa, e non solo. Da Palestrina e dai suoi allievi parte infatti la grande scuola napoletana, e ancora verso la fine dell'Ottocento sarà Giuseppe Verdi a dichiarare la sua ammirazione per Palestrina, con il famoso "per fare cose nuove bisogna ricominciare dall'antico". Dato il suo successo, Palestrina verrà richiamato in San Pietro: non più alla Cappella Papale (dove era ancora in vigore il divieto per gli sposati) ma alla Cappella Giulia. In questi anni la città di Roma passa molti problemi, dai turchi a fame e pestilenze. I due figli maggiori muoiono, e Palestrina dovrà badare anche ai loro figli rimasti orfani; rimane lui stesso vedovo, sempre a causa della pestilenza.
Nel 1580 decide di farsi prete e prende i primi voti, probabilmente senza una vera vocazione ma per ottenere incarichi remunerativi (come farà anche Monteverdi nel secolo successivo); però poi conosce una vedova benestante, Virgina Dormuli, e la sposa, rinunciando a prendere i voti definitivi. Da qui in avanti ricomincia a scrivere musica, anche canzoni profane. Le sue partiture vengono stampate e diffuse in tutta Europa. Nel film si accenna anche alla sua rivalità artistica con Orlando di Lasso, compositore fiammingo, grande polifonista, attivo in quegli anni a Roma.

Si parte dal 1594, a Roma, con Palestrina anziano (l'attore è Bartolomeo Giusti), e si procede con rapidi flashback. Gli attori: Daniele Giuliani è Palestrina giovane, Francesca Catenacci è Lucrezia Gori, moglie di Palestrina. La seconda moglie (Virginia Dormuli) è interpretata da Patrizia Bellezza. Monsignor Cotta, segretario della Cappella Papale, negativissimo su Palestrina, è interpretato dall'ottimo Renato Scarpa. Domenico Ferrabosco è interpretato da Franco Nero: una breve apparizione ma da grande attore. Ferrabosco, bolognese di nascita, fu padre di Alfonso Ferrabosco, altro musicista importante che visse a Londra nel periodo elisabettiano. Il figlio di Alfonso Ferrabosco, violista, con lo stesso nome Alfonso, è considerato come uno dei maggiori compositori inglesi del periodo di Shakespeare. Iginio, terzo figlio di Palestrina e narratore fondamentale, è affidato a Domenico Galasso. I tre allievi di Palestrina sono Annibale (Stefano Oppedisano), Cristoforo (Claudio Marchione) e Gioacchino (Achille Brugnini): hanno il compito di portare avanti la narrazione in modo piacevole e ci riescono molto bene. Altri personaggi storici che portano la loro testimonianza sono Filippo Neri (in seguito nominato santo), interpretato da Remo Remotti; Leonardo Barré, cantore della cappella papale, espulso da Paolo IV perché sposato (l'attore è Giorgio Colangeli), e G. Severini (Pasquale Di Filippo).

 
La parte musicale, cospicua, è affidata ad Ensemble Seicento-Novecento, Cappella Musicale di San Giacomo, Coro di Voci bianche JJ Winckelmann. Maestro di cappella è Flavio Colusso, le voci bianche sono dirette da Donatella Casa. Produzione Musica Immagine Roma, Silvia De Palma direttore di produzione, Johann Herczog consulente musicologico.




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