giovedì 29 giugno 2017

Solo per te (Beniamino Gigli)


Solo per te (Mutterlied, 1937) Regia di Carmine Gallone. Scritto da Aldo De Benedetti, Leonhard Fürst, Bernd Hofmann, Philipp Lothar Mayring, J. Raffay, E.G. Techow, Thea von Harbou. Fotografia di Georg Bruckbauer e Massimo Terzano. Musiche di Boito, Giordano, Verdi. Canzoni di Bixio, de Curtis, Melichar. Interpreti: Beniamino Gigli, Maria Cebotari, Hans Moser, Michael Bohnen, Peter Bosse, Hilde Hildebrand, e altri Durata: 90 minuti

"Solo per te", film di Beniamino Gigli con regia di Carmine Gallone, è del 1937 ed è stato girato due volte, in italiano e in tedesco; la versione tedesca si chiama "Mutterlied". Con il grande tenore italiano recita un'altra cantante d'opera, Maria Cebotari; nata a Chisinau nel 1910, è stata famosa come interprete di Mozart e Richard Strauss.
Tra gli autori del film (una lista davvero lunga, che fa pensare a molti rimaneggiamenti) spicca il nome di Thea von Harbou, scrittrice e sceneggiatrice che fu moglie di Fritz Lang e con Lang scrisse alcuni dei capolavori del cinema tedesco, come "Metropolis" e "Il dottor Mabuse"; la coppia si divise con l'arrivo del nazismo, Lang ricevette proposte importanti da Goebbels ma non ne volle sapere e si rifugiò in America, Thea von Harbou invece accettò le proposte naziste. In effetti nel film c'è qualche sequenza che può far pensare a Fritz Lang: per esempio, nel finale, il sogno con febbre alta della protagonista. Purtroppo però il risultato è scarso, "Solo per te / Mutterlied" è un film bruttino, la storia è di quelle da fotoromanzo strappalacrime, ma davvero mal raccontata. Il bambino protagonista è petulante, Gigli appare goffo come padre che gioca col bambino. Perfino le riprese in teatro, che sarebbero belle, sono state tagliate in fase di montaggio e rimescolate con dialoghi, e questo è davvero un peccato molto grave. Il film inizia con il Mefistofele di Boito, ed è sempre un miracolo riascoltare Gigli in "Giunto sul passo estremo" , un'aria molto difficile ma che lui canta come se fosse semplicissima e spontanea: Gigli appare in scena con lunga barba bianca e capelli bianchi (è Faust da vecchio), poi lo vediamo togliersi il trucco nel camerino. Più avanti "Andrea Chenier" di Giordano, "Un ballo in maschera" di Verdi, un Agnus Dei che non ho riconosciuto. e canzoni. Maria Cebotari canta canzoni in tedesco, non direi memorabili, ed è deludente nel "Ballo in maschera" accanto a Gigli. Sono scene lunghe e sarebbero ben realizzate, con bei movimenti di macchina; purtroppo il montaggio rovina tutto con primi piani che ridicolizzano Gigli, dialoghi che coprono la musica, etc. Il doppiaggio è quello del 1938, nel cast c'è Hans Moser, attore comico molto popolare nell'area di lingua tedesca ma poco conosciuto all'estero; il baritono cattivo è interpretato da Michael Bohnen.



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