"Remontons les Champs Elysées"
(1938) Scritto e diretto da Sacha Guitry. Fotografia di Jean
Bachelet. Musiche di Adolphe Borchard. Costumi di Georges K. Benda.
Interpreti: Sacha Guitry (il narratore e Luigi XV); Lucien Baroux
(marchese di Chauvelin), Robert Pizani (Wagner e Offenbach) Emile
Drain (Napoleone Bonaparte), Jacqueline Delubac (la zingara Flora),
Jean Davy (Ludovic e Jean Louis), Mila Parely (domestica di Marat e
poi sua figlia). Jean Périer (Choiseul), Roger Bourdin (cantante
Ambassadeurs), Jean Coquelin (L'apothicaire), Georges Morton
(Lebon), René Fauchois (Marat), Germaine Dermoz (Marie de Médicis),
Josseline Gaël (Léone), Jeanne Boitel (Pompadour), Jeanne Marken
(madre di Louisette), Lisette Lanvin (Louisette), Georges Lemaire (Le
pion), Silvio De Pedrelli (Concino Concini), Raymond Galle (Louis
XIII), Jean Bradin (Albert de Luynes), Jacques Erwin (Louis XIV da
giovane e il Duca Montpensier), Maurice Schutz (Louis XIV), Pierre
de Guingand (Vitry), Jeanne Provost (Madame du Hausset), Henri Bry
(Le bonimenteur), Barbara Shaw e Gay Buisson (sorelle siamesi),
Geneviève Guitry de St Jean, Irène Corday, Janine Darcey, Noëlle
Norman, Clary Monthal. Jacqueline Pacaud (biches), Louis Vonelli
(Dubertret), Julien Rivière, Guy Sloux, Pierre Huchet (valletti),
Jane de Rosalba (dame d'honneur), Allain Dhurtal (medico del re),
Léon Walther, Claude Lehmann, René Maupré, Roger Puylagarde,
Jacques Roussel (quattro signori), Jean Buquet (Ludovic da bambino),
Ariane Pathé (Madame du Barry ), Anna Scott (Marie-Antoinette), Jean
Hébey (Louis XVI), Gaston Dubosc (abbé Maudoux), Jacques Berlioz
(duca de Bouillon), André Laurent (Jean-Jacques Rousseau), Paul
Villé (Guignol), Pierre Mingand (marionnettista), Henry Houry (un
oratore), Jean-Louis Allibert (Bonaparte), Madeleine Foujane
(l'imperatrice Marie-Louise), Marie-Claire Pissaro (serva), Philippe
Richard (Louis XVIII), Robert Seller (Charles X e un cliente), André
Marnay (re Louis-Philippe) Georges Grey (principe de Joinville),
Andrée Berty (serva), Marguerite de Morlaye (Marie-Amélie), Georges
Dorival (aubergiste), Violette Fleury (La fille d'auberge), Raymonde
Allain (imperatrice Eugénie), Marika (la pianista), Pierre Juvenet
(duca de Morny), Jeanne Helbling (Le professeur), Georges Bever
(apothicaire), Jean-Marie Boyer e Jean Dorane (scolari), Lucien
Brulé, Pauline Carton, Marfa d'Hervilly e Renée Gardès
(tricoteuses), Mona Dol (Léone anziana), Maurice Dorléac
(consommateur), Luce Fabiole, Georges Fels , Anthony Gildès (il
sordo), Claire Gérard (donna al caffè), Lyne Lassalle, Albert
Malbert, Sinoël, Madeleine Sologne, Pierre Would Durata: 1h40'
2.
Quando nasce Ludovic il re ha 54 anni;
tutti sanno di Ludovic (figlio illegittimo) ma ufficialmente la cosa
è segreta. Passano dieci anni, il re nel 1769 annette la Corsica: se
non l'avesse fatto, commenta il narratore, Napoleone sarebbe nato
italiano (nacque proprio in quel 1769). La Pompadour ormai non c'è
più, il suo posto tocca alla Du Barry (che morirà ghigliottinata
vent'anni dopo). Louisette e suo figlio Ludovic se la passano bene
nella loro villa, dove Louisette riceve la visita di uno strano
signore, uno svizzero, che le regala un progetto da lui disegnato per
passatempo, costruzioni progettate sul suo terreno: è Jean Jacques
Rousseau. La giovane donna ringrazia e mette via il manoscritto con
il progetto, che verrà ritrovato solo molti anni dopo.
Intanto, Chauvelin muore
improvvisamente e il re si preoccupa della profezia; morirà infatti
sei mesi dopo, di vaiolo. Guitry ne mostra gli ultimi momenti: il re
viene lasciato solo dai cortigiani, che temono il contagio. Gli
succede Luigi XVI, con gli esiti ben noti; ma ormai Ludovic è adulto
e Guitry ci mostra come vanno le cose in casa sua. Sua madre
Louisette si risposa, e il marito è il proprietario e fondatore del
teatro delle marionette, il famoso Guignol. Insieme danno spettacoli,
e verranno purtroppo giustiziati negli ultimi giorni del Terrore.
Ludovic non è estraneo alla loro sorte, perché si è innamorato
della domestica di Marat e con lei si era confidato; riesce comunque
a nascondersi e a salvarsi. La donna che ha fatto da spia attendeva
un figlio da Marat: sarà una femmina, e la conosceremo più avanti.
Passa anche la Rivoluzione, e siamo nel
1804. Ludovic ha aperto il suo caffè e lo vediamo mentre assiste
agli ultimi istanti di vita di monsieur Lebon, assassinato al buio
degli Champs Elysées da un rapinatore. Lebon, persona umile, è
l'inventore del gas per illuminazione: pochi giorni prima il
consiglio comunale di Parigi aveva bocciato la sua proposta di
illuminare tutti gli Champs Elysées, proprio per rendere più sicura
la zona.
Si arriva al 1815, dopo il Congresso di
Vienna. Anche Napoleone è ormai il passato: Guitry ci mostra
l'incontro fra "i due Napoleoni" "perché si tratta di
due persone diverse", il giovane Bonaparte e l'Imperatore
Napoleone. L'incontro avviene proprio sui Champs Elysées, e il loro
dialogo è molto ben scritto. Il Napoleone giovane rimprovera al
Napoleone anziano (e grasso) la deriva verso l'impero, l'altro gli
ribatte che era già tutto compreso nel suo inizio. Guitry
sottolinea il fatto che i nostalgici si dicono "bonapartisti"
e non "napoleonici": si rimpiange dunque la Repubblica?
Il nuovo re è Carlo X, che per Guitry
è un anonimo, con la x invece del cognome: infatti, chi se lo
ricorda più? Poi tocca a Luigi Filippo. Ludovic (figlio di Luigi XV)
intanto se la passa bene, il suo caffè prospera ed ha ritrovato fra
le carte di sua madre un bel progetto per la casa e il parco, firmato
JJR: chissà chi era, comunque è un bel lavoro e lo fa realizzare.
Dovrà però chiudere per qualche mese il locale durante i lavori.
Nell'attesa fa amicizia con due dei figli di Luigi Filippo (che ha 5
maschi, ma nessuno sarà re). Guitry racconta la nascita del figlio
di Ludovic: che a 54 anni (come suo padre Luigi XV) incontra una
donna giovane di cui si innamora subito. Scoprirà che è la figlia
della domestica di Marat, e quindi di Marat e della donna che lo
denunciò causando la morte dei suoi genitori; nonostante questo la
sposa, e il matrimonio andrà benissimo.
Il figlio di Ludovic nasce quando il
padre ha 54 anni; dieci anni dopo, come suo padre il re Luigi XV,
anche Ludovic morirà. Ma ormai il caffè lavora bene e non ci sono
preoccupazioni finanziarie. Il figlio di Ludovic si fa convincere dai
due principi ad andare con loro a Sant'Elena, nel periodo in cui il
caffè resterà chiuso per i lavori, per riportare in patria le
spoglie di Napoleone. A Sant'Elena il giovane conoscerà Léone,
figlia di Napoleone e di una giovane svedese. I due si sposano e
conducono insieme il caffè sui Champs Elysées: si tratta dei
genitori del narratore, cioè il professore che sta raccontando la
storia ai suoi studenti.
Si prosegue: nel 1839 il figlio di
Ludovic assume un nuovo direttore per l'orchestra del caffè, un
tedesco di Lipsia che ha ottime referenze. Il tedesco fa un gran bel
lavoro, ma il figlio di Ludovic non sopporta che diriga anche le
musiche da lui composte, le trova orribili; e così quando Richard
Wagner attacca la marcia dal Tannhäuser va a fermarlo e lo licenzia
su due piedi. Lo aveva avvertito, mai più quell'orribile musica da
lui composta!
La famiglia di Ludovic è dunque
imparentata, sia pure in modo clandestino, con Luigi XV, con Marat e
con Napoleone Bonaparte. Quando nel caffè il cantante Beranger,
ingaggiato da Léone, canta una canzone bonapartista, il figlio di
Ludovic si inquieta. Guitry ci fa ascoltare per intero la canzone.
Arrivano i moti del 1848 e la Repubblica; Guitry ci mostra Luigi
Filippo che fugge con sua moglie, in incognito, dando all'albergatore
il nome fittizio Lebrun. La Repubblica durerà poco, e si arriva a
Napoleone III (1h29' dall'inizio) che per Guitry è "un valzer".
Al cafè Ludovic, nel Giardino Mabille, i valzer sono diretti da
Olivier Métra: è il 1852. A Métra succede Jacques Offenbach, poi
arrivano le pianole meccaniche.
Nel 1871 c'è la battaglia di Sédan, e
tramonta anche Napoleone III. Ludovic junior e Léone si separano,
poi si rimettono insieme e qui nasce il narratore, "frutto
tardivo": anche lui nasce quando suo padre ha 54 anni, nel 1874.
Il professore ha in serbo due sorprese per i suoi alunni: il caffè
non è più suo, lo ha venduto e con i soldi ha rilevato il teatrino
di Guignol. Ed è lui stesso ad animare i burattini la domenica. In
più, ha un figlio di dieci anni: le voilà, eccolo lì in classe con
loro.
Gli attori: Sacha Guitry è il
narratore e Luigi XV; Chauvelin è Lucien Baroux, Robert Pizani
impersona sia Wagner che Offenbach, Emile Drain è Napoleone,
Jacqueline Delubac è la zingara, Jean Davy è Ludovic, Mila Parely è
la domestica di Marat e poi sua figlia, Lisette Lanvin è Louisette.
Dal punto di vista musicale, "Remontons les Champs Elysées"
non dice molto, ma l'episodio di Wagner è verosimile ed è
divertente ricordare in questo modo le sue (ben note) difficoltà
economiche di quegli anni; di Wagner e della sua continua ricerca di
soldi parlerà anche Luchino Visconti in "Ludwig" . Più o
meno la stessa cosa si può dire per Offenbach, anche se in questo
caso si tratta solo di una veloce apparizione. Le musiche originali
per il film sono firmate da Adolphe Borchard.
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