Tutte le mattine del mondo (1991) Regia
di Alain Corneau. Scritto da Pascal Quignard e Alain Corneau.
Fotografia di Yves Angelo. Musiche di Marin Marais, Couperin, Savall,
Sainte Colombe. Interpreti: Jean Pierre Marielle (Sainte Colombe),
Gerard Depardieu (Marin Marais), Guillaume Depardieu (Marin Marais da
giovane), Anne Brochet (Madeleine), Carole Richert (Toinette), Michel
Bouquet (Baugin) Caroline Sihol (moglie di Sainte Colombe) Durata:
1h50'
"Tutte le mattine del mondo"
(stesso titolo nell'originale francese) ebbe molto successo alla sua
uscita, attirando anche pubblico che non aveva nessuna familiarità
con la musica del '600. Protagonisti del film sono infatti Marin
Marais (1625-1728) e soprattutto Monsieur de Sainte Colombe, maestro
di Marais ai suoi inizi. Di Marin Marais sappiamo tutto, è stato un
musicista molto importante, contemporaneo di Lully, Rameau, Couperin
e a loro pari; di Sainte Colombe invece si sa pochissimo, le date di
nascita e di morte sono approssimative (1640circa -1700 circa) e
perfino il nome di battesimo è ignoto: pare che fosse Jean, ma
risulta da un solo documento firmato con calligrafia molto simile ai
suoi manoscritti. I nomi delle figlie non sono quelli del film, e
sembra che abbia avuto un figlio maschio fuori del matrimonio, che
nel film non si vede ma del quale abbiamo alcune composizioni come
quella che dovrebbe essere stata scritta per la morte del padre. Di
conseguenza, "Tutte le mattine del mondo" è un film
d'invenzione, più o meno come sarà il più recente Vermeer di "La
ragazza dall'orecchino di perla". Detto questo, il film piace
ancora oggi e non stupisce il suo successo di allora, anche al
botteghino.
Il soggetto è quello classico
dell'artista che si ritira dal mondo, che non vuole essere disturbato
dal rumore del mondo esteriore; la causa di questo comportamento è
per Sainte Colombe la morte della moglie, alla quale non si
rassegnerà mai. Sainte Colombe ha ancora le due figlie, che alleva in
modo rigido e scostante ma comunque con molto amore, istruendole
nella sua arte e, una volta adulte, suonando con loro per un pubblico
molto ristretto in un trio di viole da gamba.
La viola da gamba, vera protagonista
del film, è uno strumento che ebbe notevole diffusione per secoli,
intermedio tra il violino e il violoncello; ne esistono infinite
varianti, più piccole o più grandi, e anche il moderno contrabbasso
ne è una delle tante versioni. L'interesse dei compositori verso la
viola da gamba cessa nell'Ottocento; i compositori romantici e post
romantici preferiscono scrivere per il violoncello o per la moderna
viola da braccio, quella che ancora oggi vediamo nelle orchestre.
Dagli anni '80 del Novecento c'è stato un notevole recupero di
questi strumenti e delle musiche per loro composte, e da diversi
decenni le viole da gamba si possono considerare rientrate in
repertorio, con molti solisti e molti gruppi musicali a loro
dedicate. Le musiche per "Tutte le mattine del mondo" sono
eseguite da Jordi Savall con il suo gruppo; come frequentatore di
concerti ricordo il gruppo Fretwork (di sole viole da gamba), e a
Como nel 1994 il Dowland Ensemble, un concerto magnifico in una sala
desolatamente vuota, il che non va ad onore dei comaschi. Appunto a
John Dowland, e al suo "Lachrymae", vorrei rifarmi per
descrivere in una parola "Tutte le mattine del mondo": che
è un film intenso e accurato, girato in stato di grazia e molto ben
recitato, ma anche molto triste. Tutto il dolore del mondo, verrebbe
da dire.
Gli attori: Monsieur de Sainte Colombe,
protagonista, è l'ottimo Jean Pierre Marielle. Marin Marais è
affidato nelle sue diverse età a Gérard Depardieu (che apre il
film) e a suo figlio Guillaume Depardieu. Le figlie di Sainte Colombe
sono Anne Brochet (la maggiore) e Carol Richert (la minore); molto
brave anche le due bambine che le interpretano nella prima parte del
film, Violaine Lacroix e Nadege Teron. La moglie di Sainte Colombe,
che appare in visione al marito, è Caroline Sihol; il pittore Baugin
è interpretato da Michel Bouquet.
Lubin Baugin (1612-1663) è un altro
artista con poche notizie biografiche certe; il quadro che si vede
nel film, "Dessert di cialde", è al Louvre. Baugin non ha
dipinto solo nature morte, di lui conosciamo quadri di carattere
sacro per Notre Dame, e altri di carattere mitologico. Vedendo il
film, più che a Baugin è però inevitabile pensare a Georges De La
Tour, maestro del buio e della luce di candela.
Altri miei appunti presi durante la
visione: 1) "Tutte le mattine del mondo", come se il tempo
si fosse fermato e non esistesse più dopo la morte della moglie per
Sainte Colombe. Il freddo è sempre lo stesso freddo, la sera è
sempre la stessa sera, le mattine sono tutte uguali. Sainte Colombe
dopo la morte della moglie è come di ghiaccio, pietrificato. La
stessa cosa si ripeterà per sua figlia Madeleine. 2) Sainte Colombe
come Salinger, se fosse oggi: ricercato dai fotoreporter, braccato,
spedito suo malgrado alla prima pagina, come nel finale di "Brave
New World".. Non esiste più il diritto di ritirarsi, nella
società dei "sempre connessi". 3) Dowland, Ferrabosco e la
scuola inglese, le tante viole diverse viste e ascoltate in un solo
concerto a Como, con il "Dowland Ensemble". 4) Discussioni
fra Baugin e Sainte Colombe sull'oro (l'oro puzza?), riflessioni
sull'arte come qualcosa di personale, da non vendere e magari anche
da non pubblicare. "Farai carriera, guadagnerai dei soldi, ti
esibirai davanti al re - dice Sainte Colombe a Marais, - ma non sarai
mai un vero musicista" 5) Sainte Colombe corrisponde molto alla
descrizione di un maestro zen. 6) il tema della Follia di Spagna,
messo in musica da molti compositori per almeno due secoli e ancora
oggi conosciuto.
"Tutte le mattine del mondo"
è un film che si può guardare anche senza dare troppe spiegazioni,
non è importante la correttezza storica (come già accadeva per
"Amadeus"), quanto la narrazione in sè. Al di là del
piacere della visione, c'è anche il fatto di mettere curiosità su
musicisti fuori dal giro delle mode e su tempi e temi poco
conosciuti, il che è sempre un'ottima cosa. Però mi viene da
pensare che questo fosse ancora possibile nel 1991, non più oggi.
Qualche anno fa avevo anch'io un'amica (all'epoca molto vicina) che
mi aveva detto che "Tutte le mattine del mondo" le era
piaciuto molto, e che le sarebbe piaciuto molto riascoltare quelle
musiche. Le avevo regalato il cd, ma me lo aveva reso dicendosi
delusa; a quel punto ero io essere rimasto deluso, ma mi accorgo
sempre più che non è tempo di riflessioni e di meditazioni, nel
Nuovo Millennio basta e avanza un "like" per esprimere le
proprie emozioni.
Queste le musiche che si ascoltano nel
film, eseguite da Jordi Savall e dai suoi musicisti; mi sembra
importante sottolineare la presenza di François
Couperin (Troisième leçon de Ténébres), e il fatto che
Jean-Baptiste Lully era per nascita Giovanni Battista
Lulli, livornese. La grande scuola musicale francese viene
dall'Italia, così come la magnifica scuola inglese di viola da gamba
ha origine dalla famiglia Ferrabosco, bolognesi.
Sainte-Colombe: Les
pleurs, Gavotte du tendre, Le retour
Marin Marais: Improvisation sur 'Les Folies d'Espagne' , L'arabesque, Le Badinage, La rêveuse
Jean-Baptiste Lully : Marche pour la cérémonie des Turcs
François Couperin: Troisième leçon de Ténébres
Jordi Savall: Prélude pour Monsieur Vauquelin, Une jeune fillette (d'après une mélodie populaire), Fantasie en mi mineur d'après un anonyme du XVIIème
Marin Marais: Improvisation sur 'Les Folies d'Espagne' , L'arabesque, Le Badinage, La rêveuse
Jean-Baptiste Lully : Marche pour la cérémonie des Turcs
François Couperin: Troisième leçon de Ténébres
Jordi Savall: Prélude pour Monsieur Vauquelin, Une jeune fillette (d'après une mélodie populaire), Fantasie en mi mineur d'après un anonyme du XVIIème
Più che un ritiro dal mondo mi sembra un ingresso in una dimensione più appagante e totalizzante, quella della musica.
RispondiEliminaMi metto in cerca... Vorrei tanto vederlo!
è su youtube, in francese con sottotitoli spagnoli ma si capisce tutto abbastanza bene.Però è davvero strano che sia completamente sparito dalla programmazione tv - o meglio, no, non è affatto strano considerato il livello medio dei programmisti tv. Ahimè.
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