mercoledì 18 gennaio 2017

Anna Moffo


Anna Moffo (1932-2006), italo americana, fu un soprano vero, di grande talento; ha un curriculum di tutto rilievo in palscoscenico e ha lasciato molte registrazioni importanti di opere intere. Ricevette da subito proposte dal cinema, per via della sua bellezza e del suo portamento. Anna Moffo non aveva proprio niente da invidiare alle star di Hollywood, quanto a bellezza fisica; ma l'avventura cinematografica, purtroppo, non porterà a film di rilievo e di questo va data colpa anche al cinema italiano di quegli anni, che per le donne non prevedeva grandi possibilità. Le parti migliori andavano a Monica Vitti o a Claudia Cardinale, magari a Paola Pitagora; il resto dei ruoli erano poco più che di contorno, mogli e amanti, non molto di più. Alcune attrici, anche molto brave, sono riuscite a ritagliarsi ruoli di rilievo anche in quei ruoli, non è che sia tutto da buttare insomma; ma probabilmente dal cinema ci si aspetta qualcosa di più, quando si è una stella del palcoscenico come fu Anna Moffo.

La carriera al cinema di Anna Moffo comincia nel 1960 con un Napoleone ad Austerlitz diretto da Abel Gance, regista francese attivo fin dagli anni '20 che già realizzò un memorabile kolossal dedicato a Napoleone nel 1925, rimasto famoso anche per le scene con lo schermo panoramico diviso in tre parti. Il film di Anna Moffo del 1965 è diretto da Franco Indovina, regista di indubbio talento che purtroppo morì molto giovane. I film di Michele Lupo fanno parte della routine del cinema italiano, così come quelli di Tonino Valerii. Di questi film, tutti girati fra il 1969 e il 1970, ho voluto guardare per intero "Il divorzio", dove Anna Moffo interpreta la moglie di Vittorio Gassman; il film non vale molto, ha un regista mediocre ed è invecchiato subito, anche perché appena dopo essere stato girato il divorzio stava per diventare una cosa normale anche in Italia, solo un paio d'anni dopo sarebbe arrivata la legge, e poi il referendum nel 1974 che ne confermò per sempre la possibilità. Gassman ripete il modello di marito che interpretava di solito in quel periodo, e quindi non varrebbe la pena di parlarne se non fosse per Anna Moffo, che non è soltanto molto bella ma ha anche personalità di attrice. Un peccato, quindi, che il cinema non le abbia offerto di più. Negli anni '70 Anna Moffo parteciperà ancora a riprese tv di spettacoli d'opera e operetta.
(tutte le immagini di questo post vengono da "Il divorzio", tranne la prima in alto).


Entrando un po' di più nei dettagli, Anna Moffo comincia a farsi vedere in tv con le riprese di tre opere per la Rai, a metà anni '50: Butterfly, Sonnambula, Falstaff. Il primo ruolo non operistico, e al cinema, è del 1960: “La battaglia di Austerlitz” , con regia di Abel Gance. Abel Gance, francese, è stato uno dei primi grandi registi nella storia del cinema, famoso soprattutto per il kolossal “Napoleon” del 1925, ma con una carriera lunghissima e di grande successo, con film come “La tour de Nesle” del 1952, e molto altro ancora. Nel film su Austerlitz, ad Anna Moffo spetta la parte di Giuseppina Grassini, una cantante importante vissuta fra il 1773 e il 1850 che fu una delle conquiste di Napoleone Bonaparte.
Nel 1965 Anna Moffo è protagonista di “Menage all’italiana” con Ugo Tognazzi. La regia è di Franco Indovina, uno dei nostri migliori registi, purtroppo morto molto giovane. Indovina è rimasto famoso, al di fuori del cinema, per la sua relazione con la bellissima Soraya, ex moglie dello scià di Persia.
Nel 1969 arriva “The adventures”, regia di Lewis Gilbert, dove la Moffo ha un ruolo di fianco accanto a protagonisti come Candice Bergen, Charles Aznavour, Ernest Borgnine, Delia Boccardo, Olivia de Havilland, Fernando Rey.
Nel 1970 Anna Moffo gira tre film: Una storia d’amore (regia di Michele Lupo), La ragazza di nome Giulio (regia di Tonino Valerii, protagonista Silvia Dionisio) e soprattutto “Il Divorzio”, regia di Romolo Guerrieri, dove è protagonista con Vittorio Gassman. Nel film, Gassman è suo marito: come al solito, va in cerca di avventure con ragazze molto più giovani, ma non è sicuro che lasciare una moglie così bella sia proprio conveniente. In questo film la Moffo è molto elegante e recita molto bene, e non sapendo di chi si tratti viene da chiedersi chi è questa attrice così bella e brava, che recita alla pari con un mostro di bravura come Gassman. Vedendo questo film, tutt’altro che memorabile, dispiace che ad Anna Moffo non siano arrivati ruoli migliori.
Sempre del 1970 è “Concerto per pistola solista” regia di Michele Lupo, con Gastone Moschin; l’ultimo film della Moffo è del 1975, una versione di “La belle Helene” di Offenbach per la tv tedesca.
Questi i film e le riprese tv in cui appare Anna Moffo:
1956 tre opere per la Rai: Madama Butterfly, Sonnambula, Falstaff (Nannetta)
1960 Napoleone ad Austerlitz (La battaglia di Austerlitz), regia di Abel Gance (1960)
1962 La serva padrona
1965 Menage all'italiana, regia di Franco Indovina
1965 Adieu 1965 Hello 1966 (show per la fine dell'anno)
1967 The Bell Telephone hour
1968 La traviata
1969 Wien nacht noten
1969 Una storia d'amore, regia di Michele Lupo
1969 L'ultimo avventuriero, regia di Lewis Gilbert
1970 Concerto per pistola solista, regia di Michele Lupo
1970 Il divorzio, regia di Romolo Guerrieri
1970 La ragazza di nome Giulio, regia di Tonino Valerii
1970 Schwarzer Peter
1971 Lucia di Lammermoor
1971 La principessa delle csardas
1975 La bella Elena



2 commenti:

  1. Ah, che incanto di donna...

    Riguardo al post: "Le parti migliori andavano a Monica Vitti o a Claudia Cardinale, magari a Paola Pitagora; il resto dei ruoli erano poco più che di contorno, mogli e amanti, non molto di più". In effetti è vero, non ci avevo mai pensato. Sempre ricchi di spunti interessanti i tuoi post, Giuliano caro. Tempo fa sono andato a rileggermi qualcosa su Kubrick sull'altro tuo blog, Giulianocinema. Sarebbe bello se tu tornassi a scrivere anche lì.

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  2. Anna Moffo è stata una cantante vera, la sua carriera è durata relativamente poco ma la voce e la tecnica erano da grande soprano. Al cinema, fino a tutti gli anni Settanta e anche dopo, in Italia c'era un gruppetto di attori che si prendevano sempre i film migliori.

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