"Stradivari" (1988) Regia di
Giacomo Battiato. Sceneggiatura di Suso Cecchi D'Amico, Sergio
Jacquier, Vittorio Salerno, Ernesto Gastaldi. Fotografia di Tonino
Delli Colli. Musiche di Vivaldi e di altri compositori non indicati.
Interpreti: Anthony Quinn, Lorenzo, Francesco, Danny Quinn (famiglia
Stradivari); Valerie Kaprisky (Francesca, prima moglie di
Stradivari), Stefania Sandrelli (Antonia, seconda moglie di
Stradivari) Leopoldo Trieste (Nicola Amati), David Maunsell (un
frate), Norma Martelli (Megera), Nestor Garay, Iaia Forte, Antonino
Iuorio, e molti altri. Durata: 110 minuti
Questo "Stradivari" del 1988
è un produzione per Rete4, non più mondadoriana ma già (da pochi
anni) berlusconiana, e questo ne spiega la mediocrità, al di là
delle buone intenzioni. Mediaset-Fininvest era infatti piena di buone
intenzioni, trent'anni fa: il modello di tv era ancora alto, la BBC
oppure la Rai dei tempi migliori. Si ingaggiavano grandi giornalisti
(Bocca, Biagi, Montanelli...), si cercavano i grandi registi (Scola,
Monicelli...), su Rete4 si trasmettevano anche tutti i concerti dalla
Filarmonica della Scala, con regolarità. In questo contesto entra
anche una biografia di Antonio Stradivari, ma forse con il
suggerimento che i violini vi compaiano il meno possibile, mi
raccomando, e che ci sia azione, una storia d'amore, altrimenti come
si fa con la pubblicità? Cosa non si fa per darsi un tono, viene da
dire; e non è che fosse una cosa negativa ma poi arrivò il
referendum sulle televendite del 1995 e Mediaset potè dedicarsi
liberamente alla sua vera natura, contaminando anche la Rai. Il
risultato è quel che si vede oggi in tv, su tutte le tv.
Giacomo Battiato è comunque un bravo
professionista e il film si fa vedere, ma anche sulla sceneggiatura
c'è molto da ridire. La verità storica, e cioè la vita privata di
Antonio Stradivari, è infatti noiosa come quella di JS Bach o di
Giuseppe Verdi. A parte qualche esuberanza giovanile, Stradivari
passò la sua vita fra casa e lavoro, o poco più: lo testimonia
l'enorme mole di strumenti da lui prodotti (purtroppo a noi ne sono
arrivati meno della metà, ma il catalogo completo è impressionante:
più di mille strumenti, non solo violini ma liuti, tiorbe,
mandolini, chitarre, viole, violoncelli, perfino contrabbassi).
Qualcosa di più si poteva comunque fare: per esempio nel film
mancano del tutto le documentatissime trasferte in Trentino di
Antonio Stradivari per cercare il legno giusto; questo poteva essere
uno spunto interessante (Werner Herzog lo avrebbe usato di sicuro),
certo molto più interessante delle beghe coniugali che qui occupano
più di metà della sceneggiatura e delle quali non è che a noi
importi più di quel tanto, anche perché è assai probabile che
siano completamente inventate.
Dai titoli di testa manca qualsiasi
accenno alle fonti: una biografia, testi originali, lettere, diari?
Non si sa. La sceneggiatura è opera di Suso Cecchi D'Amico, Sergio
Jacquier, Vittorio Salerno, Ernesto Gastaldi; la fotografia è di
Tonino Delli Colli. La musica è a cura di Franco Tamponi; il violino
che si ascolta è di Salvatore Accardo (dai dischi, Accardo non
compare nel film); anche sulle musiche del film si doveva dare
qualche informazione in più, bastavano quelle minime. Stradivari non
era un compositore, come si sa; c'è molto Vivaldi, ci sono temi
famosi come la Follia di Spagna e il Ballo di Mantova, ma bisogna
saperlo di persona perché nei titoli di testa e di coda non c'è
nessuna indicazione, zero.
Mi sono segnato questi appunti durante
la visione: 1) molto brutta la "froceria" per il sarto e
per l'evirato cantore, pessime caricature. E non si vede ragione
perché un sarto e un cantante debbano essere effeminati per forza,
non è così che va nella vita reale. 2) interessante la visita del
medico alla prima moglie di Stradivari (la povera donna morirà poco
dopo): assaggia le urine, dice che avendo avuto uno sbocco di sangue
non c'è bisogno di salasso o clistere ("uscendo il sangue
l'organismo si è già depurato"), prescrive bagni in acqua
bollente e gelata; è la medicina prima dell'Illuminismo e della
Rivoluzione Francese, quella messa in ridicolo da Molière.
Assaggiare le urine aveva un senso, è infatti il punto di partenza
delle moderne analisi di laboratorio, ma i salassi erano pratica
comune e se praticati su un corpo già indebolito potevano accelerare
la morte, ma l'idea di base era che togliendo liquidi dal corpo si
estraesse anche il male. 3) tra i personaggi è presente il
violinista Moroni, forse una persona realmente esistita. 4)
Stradivari viene nominato Gran Capitano dal re di Spagna, una
corporazione devota alla Madonna. 5) la morte della prima moglie è a
1h12; Stefania Sandrelli entra in scena a 1h45 6) si dice che la
prima moglie di Stradivari fu molto chiacchierata, e che Stradivari
finì in galera per una notte, ingiustamente accusato dell'omicidio
del di lei marito. 7) Stradivari dice che "non ci sono segreti",
non è la vernice ma sono le sue mani abili a creare gli strumenti
perfetti. 8) Stradivari ha molti figli, uno di loro è prete.
Tra i difetti del film metto anche il
fatto che il racconto sia del tutto avulso, per almeno un'ora, dal
suo contesto storico; ad occhio potrebbe essere il '500 come la fine
del '700 e solo nell'ultima mezzora si vedono gli austriaci
(milanesi, veneziani? no, todeschi e crucchi, come nei film di Lino
Banfi) che scacciano gli spagnoli da Cremona; ma senza spiegare nulla
di quella guerra, bastava mettere una data...
Qualche data la metto quindi io, meglio che
posso: Antonio Stradivari vive fra 1644 e 1737, muore a più di
novant'anni sempre lavorando; la prima moglie Francesca Ferraboschi
muore nel 1698. Stradivari si risposa dopo un anno con Antonia Maria
Zambelli. Francesca fu sepolta in chiesa a Cremona, cosa molto
costosa come si vede nel film. Gli spagnoli dominarono Cremona dal
1546 fino alla fine del '600; nel 1701 arrivarono i francesi, nel
1707 gli austriaci.
Le immagini, curate da un maestro come
Tonino Delli Colli, sono molto belle e molto ben curate; anche scene
e costumi sono eccellenti. Così così gli spettacoli in teatro,
belli invece quelli di piazza.
Gli attori: Stradivari è interpretato
nelle sue varie età da Anthony Quinn, che è molto bravo e credibile
anche se non somiglia affatto ai ritratti di Antonio Stradivari, e da
suo figlio Lorenzo, al quale spetta la parte più avventurosa, quella
iniziale. Nel film recitano altri due figli di Anthony Quinn: Danny
(che è Francesco, figlio liutaio di Antonio) e Francesco (Alessandro
Stradivari). Francesca, la prima moglie, è Valerie Kaprisky,
un'attrice francese in quel periodo sulla cresta dell'onda, che qui è
piuttosto brava. Antonia, la seconda moglie, è Stefania Sandrelli.
Leopoldo Trieste interpreta il grande liutaio Nicola Amati, maestro
di Stradivari; è una parte molto breve. David Maunsell (che recitò
con Fellini nei "Clowns" e in "Prova d'orchestra")
è un frate, Norma Martelli è Megera; tra gli interpreti troviamo
Nestor Garay, Iaia Forte, Antonino Iuorio, tutti in piccole parti.
C'è anche un'oca che gira per casa Stradivari come animale
domestico, in stile Disney (l'oca vive più di vent'anni? a giudicare
da questo film si direbbe di sì)
In conclusione, lo "Stradivari"
di Giacomo Battiato va considerato come un'altra occasione persa
(l'ennesima), anche se non si può dire che sia un brutto film.
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