"La danse" (2009) Scritto e
diretto da Frederick Wiseman. Documentario sui ballerini dell'Opera
di Parigi. Musiche di Ciaikovskij, Berlioz, e alltro. Durata: 150
minuti.
"La danse" di Frederick
Wiseman è un documentario di due ore e mezzo sul balletto
dell'Opera di Parigi, girato nel 2009. Frederick Wiseman, nato a
Boston nel 1930, è autore di documentari di grande impegno sociale,
su temi sociali molto importanti (il lavoro, l'handicap fisico, la maternità, le malattie
mentali...), su arte e musei. "La danse" è uno dei
suoi film più recenti.
Non sono un gran conoscitore di danza,
e dico subito che il mio parere non vale niente, in questo caso; pur
apprezzando Wiseman e il suo lavoro non ho trovato niente di
memorabile in questo suo film; tante prove, gli artisti in mensa, un
ricordo per Béjart appena scomparso, e soprattutto tante prove in
palestra. Non so se possa davvero piacere agli appassionati di
balletto, bisognerebbe sentire il loro parere e non il mio; ma in
molti suoi momenti è poco più di un filmato tra parenti o amici,
capisco e apprezzo lo spirito con cui è stato ideato, ma bisogna pur
dire che filmati come questi oggi si fanno anche con il telefonino.
Un documento, insomma, una fotografia di quei giorni e di quelle
prove, quasi senza elaborazione.
Tra le coreografie in prova ricordo
Mats Ek, una ripresa dello Schiaccianoci di Ciaikovskij nella
coreografia di Nureiev, e un'orribile (sempre a mio parere, sia ben
chiaro) Medea fatta da Preljocaj, al quale di tutto l'insieme mitico
e drammatico sembra interessare solo il sangue e ne versa a secchiate
in palcoscenico. Poi un Orfeo di Pina Bausch, Berlioz con Romeo e
Juliette, e altro ancora. I ballerini e le ballerine sono bravi, ma
da Wiseman mi aspettavo qualcosa in più.
Un momento importante, da fermare come
immagine, può essere questo: la direttrice artistica che ricorda ai
ballerini che tutti loro prendono sovvenzioni pubbliche, e che quindi
devono essere all'altezza del sostegno pubblico, meritarselo con
l'impegno e la professionalità. Un po' il tipo di discorso che da
noi facevano Paolo Grassi e Giorgio Strehler, tanti anni fa: è stato
un bel periodo, il periodo in cui Milano era capitale culturale
d'Europa. E' durato per molti decenni, sarebbe bello se si
ricominciasse a parlare in questa direzione, il teatro pubblico e
aperto a tutti, la cultura come bene indispensabile per la crescita
della nazione. Per fare questo, per fare questi miracoli di lavoro
quotidiano, servono le sovvenzioni pubbliche; serve il servizio
pubblico, e serve soprattutto l'impegno di tutti.
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