"L'ultima mazurka" (1987)
Regia di Gianfranco Bettetini. Scritto da Gianfranco Bettetini con
Luigi Lunari, Alberto Farassino, Tatti Sanguineti, Aldo Grasso.
Fotografia di Giulio Albonico. Musica di Franz Lehar. Musiche per il
film di Gino Negri. Coreografie di Mario Pistoni. Interpreti: Paolo
Bonacelli, Senta Berger (voce di Mina Blum nel canto), Erland
Josephson, Mario Scaccia, Marina Berti, Gino Negri, Adele Cossi,
Giuseppe Fallisi, Mario Pardi, Marco Bonetti, Luigi Lunari, Folco
Portinari, Dante Guardamagna. Durata: 120 minuti
"L'ultima mazurka" di
Gianfranco Bettetini (1987) ricostruisce l'attentato al Teatro Diana
di Milano del 1921, una bomba esplosa mentre si rappresentava
l'operetta di Lehar "Mazurka blu" e che fece 17 vittime. La
natura dell'attentato non fu mai chiarita; i fascisti ne incolparono
gli anarchici ma i dubbi in proposito sono enormi. I fascisti ne
approfittarono per assaltare "per rappresaglia" le sedi di
"organizzazioni sovversive", ma lo fecero mezz'ora prima
che scoppiasse la bomba.
Gianfranco Bettetini (1933-2007) è
conosciuto più che altro come critico letterario, ma partecipò alla
nascita della Rai negli anni '50, dopo la laurea come ingegnere. Il
suo curriculum alla Rai, negli anni '50 e '60, comprende anche
programmi di intrattenimento come Campanile sera, L'amico del
giaguaro, e altri ancora; dopo aver lasciato la Rai fu docente
universitario di semiotica e comunicazione, oltre che critico
letterario. Bettetini ha diretto altri film interessanti, quasi
sempre per la Rai: "Semmelweiss" (biografia del medico che
nell'800 si battè per le disinfezioni negli ospedali, procurandosi
le ire dei colleghi), "La morsa" di Pirandello, "Processo
a Gesù" di Diego Fabbri, e altro ancora. Questo film, "L'ultima
mazurka", ha il pregio di raccontare una pagina importante ma
dimenticata, cioè quegli inizi del fascismo troppo spesso romanzati
e raccontati come senza macchia: ma sono anni di violenza
intenzionale programmata con cura, culminati nell'aggressione a
Gobetti (1922, le lesioni riportate ne causarono la morte), e negli
omicidi di don Minzoni (1923) e Matteotti (1924), per tacere di tutto
il resto.
La ricostruzione storica è molto ben
fatta, con ottimi attori e con scene e costumi di notevole pregio.
Non mi è piaciuto molto soltanto l'inizio del film, con le
"repliche" da Munch (L'urlo); il sonoro sarebbe da
restaurare, è molto rovinato e spesso bisogna stare molto attenti
per non perdere i dialoghi. Il Teatro Diana era in viale Piave 42, a
Milano, parte di un grande complesso edilizio; oggi è un albergo.
"Die blaue Mazur" di Lehar ebbe la sua prima nel 1920,
quindi era una novità, musica contemporanea. Nei dialoghi si spiega
che la "mazurka blu" in Polonia è l'ultima che viene
suonata, poi la festa finisce: forse un cattivo auspicio?
Gli attori: Paolo Bonacelli è
l'impresario Lanza del teatro Diana; Senta Berger è la famosa
cantante dell'operetta (voce di Mina Blum); Mario Scaccia è il
regista della compagnia; Erland Josephson è Serra, il questore di
Milano. Nel cast anche Gino Negri, il direttore d'orchestra (Gino
Negri è anche il curatore delle musiche per il film). Poi Marina
Berti, il soprano Adele Cossi e il tenore Giuseppe Fallisi
intepretano due cantanti della compagnia di operette. Mario Pardi
interpreta il giovane anarchico Montagna, Marco Bonetti è l'editore
Vieri; in piccole parti appaiono Luigi Lunari, Folco Portinari, Dante
Guardamagna, tre nomi importanti della cultura italiana. Luigi
Lunari, commediografo in proprio, fu tra i collaboratori di Strehler
al Piccolo Teatro di Milano; Folco Portinari, musicologo, ha scritto
un bel libro sui libretti d'opera; Dante Guardamagna è stato regista
e sceneggiatore per la Rai, quindi collega stretto di Bettetini.
Le musiche di Lehar sono riprese così
così, non come siamo abituati nelle registrazioni dei grandi
cantanti e direttori d'orchestra viennesi, ma nel modo leggero
(canzonettistico) delle compagnie italiane. La musica originale per
il film scritta da Gino Negri si appoggia molto a Saint Saens e alla
sua Danse macabre (l'uso degli xilofoni, soprattutto).
Un film di buona fattura, che sarebbe
utile far conoscere a chi non sa nulla di quel periodo, e -
soprattutto - a chi crede di sapere tutto di quel periodo storico.
un ottimo suggerimento didattico..
RispondiEliminap.s.
Folco Portinari, Dante ... la successione è casuale o voluta?:-)
no, Dante è proprio il nome di Guardamagna :-)
RispondiEliminaIl libro di Portinari prende il titolo dal Rigoletto: "Pari siamo" vale a dire: io ho la lingua, tu hai il pugnale (lingua, la parola, il libretto).
Non ricordavo affatto questo attentato del 1921 al Teatro Diana, così come non sapevo niente di questo film. Grazie per averne parlato, se qualche volta si degneranno di passarlo (magari proprio sulle reti Rai) vedrò di non farmelo sfuggire.
RispondiEliminaammetto: non ne sapevo niente nemmeno io, prima di vedere il film... Sono successe tante cose, in quegli anni '20, che anche un attentato come questo finisce per diventare un fatto secondario. Matteotti, Gobetti e don Minzoni invece è difficile dimenticarseli.
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