venerdì 2 giugno 2017

Wagner secondo Guitry ( II )


"Remontons les Champs Elysées" (1938) Scritto e diretto da Sacha Guitry. Fotografia di Jean Bachelet. Musiche di Adolphe Borchard. Costumi di Georges K. Benda. Interpreti: Sacha Guitry (il narratore e Luigi XV); Lucien Baroux (marchese di Chauvelin), Robert Pizani (Wagner e Offenbach) Emile Drain (Napoleone Bonaparte), Jacqueline Delubac (la zingara Flora), Jean Davy (Ludovic e Jean Louis), Mila Parely (domestica di Marat e poi sua figlia). Jean Périer (Choiseul), Roger Bourdin (cantante Ambassadeurs), Jean Coquelin (L'apothicaire), Georges Morton (Lebon), René Fauchois (Marat), Germaine Dermoz (Marie de Médicis), Josseline Gaël (Léone), Jeanne Boitel (Pompadour), Jeanne Marken (madre di Louisette), Lisette Lanvin (Louisette), Georges Lemaire (Le pion), Silvio De Pedrelli (Concino Concini), Raymond Galle (Louis XIII), Jean Bradin (Albert de Luynes), Jacques Erwin (Louis XIV da giovane e il Duca Montpensier), Maurice Schutz (Louis XIV), Pierre de Guingand (Vitry), Jeanne Provost (Madame du Hausset), Henri Bry (Le bonimenteur), Barbara Shaw e Gay Buisson (sorelle siamesi), Geneviève Guitry de St Jean, Irène Corday, Janine Darcey, Noëlle Norman, Clary Monthal. Jacqueline Pacaud (biches), Louis Vonelli (Dubertret), Julien Rivière, Guy Sloux, Pierre Huchet (valletti), Jane de Rosalba (dame d'honneur), Allain Dhurtal (medico del re), Léon Walther, Claude Lehmann, René Maupré, Roger Puylagarde, Jacques Roussel (quattro signori), Jean Buquet (Ludovic da bambino), Ariane Pathé (Madame du Barry ), Anna Scott (Marie-Antoinette), Jean Hébey (Louis XVI), Gaston Dubosc (abbé Maudoux), Jacques Berlioz (duca de Bouillon), André Laurent (Jean-Jacques Rousseau), Paul Villé (Guignol), Pierre Mingand (marionnettista), Henry Houry (un oratore), Jean-Louis Allibert (Bonaparte), Madeleine Foujane (l'imperatrice Marie-Louise), Marie-Claire Pissaro (serva), Philippe Richard (Louis XVIII), Robert Seller (Charles X e un cliente), André Marnay (re Louis-Philippe) Georges Grey (principe de Joinville), Andrée Berty (serva), Marguerite de Morlaye (Marie-Amélie), Georges Dorival (aubergiste), Violette Fleury (La fille d'auberge), Raymonde Allain (imperatrice Eugénie), Marika (la pianista), Pierre Juvenet (duca de Morny), Jeanne Helbling (Le professeur), Georges Bever (apothicaire), Jean-Marie Boyer e Jean Dorane (scolari), Lucien Brulé, Pauline Carton, Marfa d'Hervilly e Renée Gardès (tricoteuses), Mona Dol (Léone anziana), Maurice Dorléac (consommateur), Luce Fabiole, Georges Fels , Anthony Gildès (il sordo), Claire Gérard (donna al caffè), Lyne Lassalle, Albert Malbert, Sinoël, Madeleine Sologne, Pierre Would Durata: 1h40'

2.
Quando nasce Ludovic il re ha 54 anni; tutti sanno di Ludovic (figlio illegittimo) ma ufficialmente la cosa è segreta. Passano dieci anni, il re nel 1769 annette la Corsica: se non l'avesse fatto, commenta il narratore, Napoleone sarebbe nato italiano (nacque proprio in quel 1769). La Pompadour ormai non c'è più, il suo posto tocca alla Du Barry (che morirà ghigliottinata vent'anni dopo). Louisette e suo figlio Ludovic se la passano bene nella loro villa, dove Louisette riceve la visita di uno strano signore, uno svizzero, che le regala un progetto da lui disegnato per passatempo, costruzioni progettate sul suo terreno: è Jean Jacques Rousseau. La giovane donna ringrazia e mette via il manoscritto con il progetto, che verrà ritrovato solo molti anni dopo.
Intanto, Chauvelin muore improvvisamente e il re si preoccupa della profezia; morirà infatti sei mesi dopo, di vaiolo. Guitry ne mostra gli ultimi momenti: il re viene lasciato solo dai cortigiani, che temono il contagio. Gli succede Luigi XVI, con gli esiti ben noti; ma ormai Ludovic è adulto e Guitry ci mostra come vanno le cose in casa sua. Sua madre Louisette si risposa, e il marito è il proprietario e fondatore del teatro delle marionette, il famoso Guignol. Insieme danno spettacoli, e verranno purtroppo giustiziati negli ultimi giorni del Terrore. Ludovic non è estraneo alla loro sorte, perché si è innamorato della domestica di Marat e con lei si era confidato; riesce comunque a nascondersi e a salvarsi. La donna che ha fatto da spia attendeva un figlio da Marat: sarà una femmina, e la conosceremo più avanti.


Passa anche la Rivoluzione, e siamo nel 1804. Ludovic ha aperto il suo caffè e lo vediamo mentre assiste agli ultimi istanti di vita di monsieur Lebon, assassinato al buio degli Champs Elysées da un rapinatore. Lebon, persona umile, è l'inventore del gas per illuminazione: pochi giorni prima il consiglio comunale di Parigi aveva bocciato la sua proposta di illuminare tutti gli Champs Elysées, proprio per rendere più sicura la zona.
Si arriva al 1815, dopo il Congresso di Vienna. Anche Napoleone è ormai il passato: Guitry ci mostra l'incontro fra "i due Napoleoni" "perché si tratta di due persone diverse", il giovane Bonaparte e l'Imperatore Napoleone. L'incontro avviene proprio sui Champs Elysées, e il loro dialogo è molto ben scritto. Il Napoleone giovane rimprovera al Napoleone anziano (e grasso) la deriva verso l'impero, l'altro gli ribatte che era già tutto compreso nel suo inizio. Guitry sottolinea il fatto che i nostalgici si dicono "bonapartisti" e non "napoleonici": si rimpiange dunque la Repubblica?
 


Il nuovo re è Carlo X, che per Guitry è un anonimo, con la x invece del cognome: infatti, chi se lo ricorda più? Poi tocca a Luigi Filippo. Ludovic (figlio di Luigi XV) intanto se la passa bene, il suo caffè prospera ed ha ritrovato fra le carte di sua madre un bel progetto per la casa e il parco, firmato JJR: chissà chi era, comunque è un bel lavoro e lo fa realizzare. Dovrà però chiudere per qualche mese il locale durante i lavori. Nell'attesa fa amicizia con due dei figli di Luigi Filippo (che ha 5 maschi, ma nessuno sarà re). Guitry racconta la nascita del figlio di Ludovic: che a 54 anni (come suo padre Luigi XV) incontra una donna giovane di cui si innamora subito. Scoprirà che è la figlia della domestica di Marat, e quindi di Marat e della donna che lo denunciò causando la morte dei suoi genitori; nonostante questo la sposa, e il matrimonio andrà benissimo.
Il figlio di Ludovic nasce quando il padre ha 54 anni; dieci anni dopo, come suo padre il re Luigi XV, anche Ludovic morirà. Ma ormai il caffè lavora bene e non ci sono preoccupazioni finanziarie. Il figlio di Ludovic si fa convincere dai due principi ad andare con loro a Sant'Elena, nel periodo in cui il caffè resterà chiuso per i lavori, per riportare in patria le spoglie di Napoleone. A Sant'Elena il giovane conoscerà Léone, figlia di Napoleone e di una giovane svedese. I due si sposano e conducono insieme il caffè sui Champs Elysées: si tratta dei genitori del narratore, cioè il professore che sta raccontando la storia ai suoi studenti.
 


Si prosegue: nel 1839 il figlio di Ludovic assume un nuovo direttore per l'orchestra del caffè, un tedesco di Lipsia che ha ottime referenze. Il tedesco fa un gran bel lavoro, ma il figlio di Ludovic non sopporta che diriga anche le musiche da lui composte, le trova orribili; e così quando Richard Wagner attacca la marcia dal Tannhäuser va a fermarlo e lo licenzia su due piedi. Lo aveva avvertito, mai più quell'orribile musica da lui composta!



La famiglia di Ludovic è dunque imparentata, sia pure in modo clandestino, con Luigi XV, con Marat e con Napoleone Bonaparte. Quando nel caffè il cantante Beranger, ingaggiato da Léone, canta una canzone bonapartista, il figlio di Ludovic si inquieta. Guitry ci fa ascoltare per intero la canzone. Arrivano i moti del 1848 e la Repubblica; Guitry ci mostra Luigi Filippo che fugge con sua moglie, in incognito, dando all'albergatore il nome fittizio Lebrun. La Repubblica durerà poco, e si arriva a Napoleone III (1h29' dall'inizio) che per Guitry è "un valzer". Al cafè Ludovic, nel Giardino Mabille, i valzer sono diretti da Olivier Métra: è il 1852. A Métra succede Jacques Offenbach, poi arrivano le pianole meccaniche.
Nel 1871 c'è la battaglia di Sédan, e tramonta anche Napoleone III. Ludovic junior e Léone si separano, poi si rimettono insieme e qui nasce il narratore, "frutto tardivo": anche lui nasce quando suo padre ha 54 anni, nel 1874. Il professore ha in serbo due sorprese per i suoi alunni: il caffè non è più suo, lo ha venduto e con i soldi ha rilevato il teatrino di Guignol. Ed è lui stesso ad animare i burattini la domenica. In più, ha un figlio di dieci anni: le voilà, eccolo lì in classe con loro.
 


Gli attori: Sacha Guitry è il narratore e Luigi XV; Chauvelin è Lucien Baroux, Robert Pizani impersona sia Wagner che Offenbach, Emile Drain è Napoleone, Jacqueline Delubac è la zingara, Jean Davy è Ludovic, Mila Parely è la domestica di Marat e poi sua figlia, Lisette Lanvin è Louisette. Dal punto di vista musicale, "Remontons les Champs Elysées" non dice molto, ma l'episodio di Wagner è verosimile ed è divertente ricordare in questo modo le sue (ben note) difficoltà economiche di quegli anni; di Wagner e della sua continua ricerca di soldi parlerà anche Luchino Visconti in "Ludwig" . Più o meno la stessa cosa si può dire per Offenbach, anche se in questo caso si tratta solo di una veloce apparizione. Le musiche originali per il film sono firmate da Adolphe Borchard.


 

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