« ... in altri tempi amavo
collezionare queste bellezze create dall'uomo. Ero un avido
ricercatore, un segugio instancabile, e ho potuto raccogliere alcune
cose eccellenti. Sono gli ultimi ricordi di quella terra che per me è
morta. Per i miei occhi i vostri artisti moderni sono già più che
degli antichi: hanno due o tremila anni di vita e li confondo nella
mia mente. Ma i maestri non hanno età.»
« E i musicisti?» chiesi mostrando
gli spartiti di Weber, Rossini e Mozart, di Beethoven, di Haydn, di
Meyerbeer e Hérold, di Wagner, Auber, Gounod, e altri, sparsi su un
grandioso organo addossato a una delle pareti del salone.
«Questi musicisti - rispose il
capitano Nemo - sono contemporanei di Orfeo, poiché le differenze
cronologiche si annullano nella memoria dei morti. E io sono morto,
signor professore, morto quanto i vostri amici che riposano sei piedi
sotto terra. »
(Jules Verne, Ventimila leghe sotto i
mari - pagina 96 ed. Oscar Mondadori 2010, traduzione di Enrico
Lupinacci)
Il capitano Nemo suona l'organo solo
altre due volte, in "Ventimila leghe sotto i mari", ma
sempre di passaggio, poche righe per passare ad altro; il finale del
libro è però dedicato alla musica e le ultime immagini del capitano
Nemo sono legate proprio all'organo:
... in quel punto, ecco arrivarmi da
lontano una musica delicatissima e triste, l'espressione musicale di
un'anima che voglia invano sciogliersi dai legami terrestri. Non era
la prima volta che ero affascinato dalle armonie che il capitano Nemo
modulava all'unisono con l'organo del Nautilus. (...) Erano prossime
le dieci, il momento per lasciare la mia stanza e raggiungere i
compagni. Non esitai, infine, anche se l'uscio dischiuso con la
massima cautela parve a me fare un rumore tremendo. Rasentando le
pareti, nell'oscuro corridoio, arrivai alla porta angolare del salone
e l'aprii piano piano. Nuovamente il buio. Gli accordi dell'organo
risuonavano debolmente. Il capitano Nemo era là. Non si accorse del
mio entrare. Credo che sarebbe avvenuto lo stesso in piena luce,
tanto era assorbito nella musica.
(Jules Verne, Ventimila leghe sotto i
mari - pagina 458 ed. Oscar Mondadori 2010, traduzione di Enrico
Lupinacci)
Ho trovato curiose le omissioni nella lista degli spartiti, da Bach a Haendel, e poi Schubert, Schumann, Mendelssohn, Verdi, Brahms, Chopin... E' bello però che ci sia Carl Maria von Weber. E' probabile che il professor Aronnax abbia annotato solo quelli che più si addicevano ai suoi gusti, in quel 1866; visto dal 2020 si può notare che di Hérold non si ricorda più nessuno, di Auber quasi soltanto per Fra Diavolo. Gli altri invece sono ancora saldi in repertorio, anche se Meyerbeer non riscuote più il grande successo che ebbe nella prima metà dell'Ottocento.
Nel film Disney del 1954, regia di
Richard Fleischer, il capitano Nemo suona ovviamente la "Toccata
e fuga in re minore" di Johann Sebastian Bach, che fa sempre
colpo. Si può far notare che davanti alla faccia di James Mason c'è
uno specchio e che sopra l'organo c'è una grande N: Nemo, e non
Napoleone. L'azione si svolge nel 1866, e quindi Nemo non può aver
preso parte alla Rivoluzione Francese. Mi sono chiesto il perchè di
questi due dettagli, il narcisismo non fa certo parte del carattere
del capitano Nemo.
(la musica che ho scelto viene da "Solaris" di Andrej Tarkovskij: Johann Sebastian Bach,
Preludio corale in fa minore BWV 639.) (qui)
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