lunedì 2 marzo 2020

Nemo e la musica

 
« ... in altri tempi amavo collezionare queste bellezze create dall'uomo. Ero un avido ricercatore, un segugio instancabile, e ho potuto raccogliere alcune cose eccellenti. Sono gli ultimi ricordi di quella terra che per me è morta. Per i miei occhi i vostri artisti moderni sono già più che degli antichi: hanno due o tremila anni di vita e li confondo nella mia mente. Ma i maestri non hanno età.»
« E i musicisti?» chiesi mostrando gli spartiti di Weber, Rossini e Mozart, di Beethoven, di Haydn, di Meyerbeer e Hérold, di Wagner, Auber, Gounod, e altri, sparsi su un grandioso organo addossato a una delle pareti del salone.
«Questi musicisti - rispose il capitano Nemo - sono contemporanei di Orfeo, poiché le differenze cronologiche si annullano nella memoria dei morti. E io sono morto, signor professore, morto quanto i vostri amici che riposano sei piedi sotto terra. »
(Jules Verne, Ventimila leghe sotto i mari - pagina 96 ed. Oscar Mondadori 2010, traduzione di Enrico Lupinacci)

 

Il capitano Nemo suona l'organo solo altre due volte, in "Ventimila leghe sotto i mari", ma sempre di passaggio, poche righe per passare ad altro; il finale del libro è però dedicato alla musica e le ultime immagini del capitano Nemo sono legate proprio all'organo:
... in quel punto, ecco arrivarmi da lontano una musica delicatissima e triste, l'espressione musicale di un'anima che voglia invano sciogliersi dai legami terrestri. Non era la prima volta che ero affascinato dalle armonie che il capitano Nemo modulava all'unisono con l'organo del Nautilus. (...) Erano prossime le dieci, il momento per lasciare la mia stanza e raggiungere i compagni. Non esitai, infine, anche se l'uscio dischiuso con la massima cautela parve a me fare un rumore tremendo. Rasentando le pareti, nell'oscuro corridoio, arrivai alla porta angolare del salone e l'aprii piano piano. Nuovamente il buio. Gli accordi dell'organo risuonavano debolmente. Il capitano Nemo era là. Non si accorse del mio entrare. Credo che sarebbe avvenuto lo stesso in piena luce, tanto era assorbito nella musica. (Jules Verne, Ventimila leghe sotto i mari - pagina 458 ed. Oscar Mondadori 2010, traduzione di Enrico Lupinacci)

Ho trovato curiose le omissioni nella lista degli spartiti, da Bach a Haendel, e poi Schubert, Schumann, Mendelssohn, Verdi, Brahms, Chopin... E' bello però che ci sia Carl Maria von Weber. E' probabile che il professor Aronnax abbia annotato solo quelli che più si addicevano ai suoi gusti, in quel 1866; visto dal 2020 si può notare che di Hérold non si ricorda più nessuno, di Auber quasi soltanto per Fra Diavolo. Gli altri invece sono ancora saldi in repertorio, anche se Meyerbeer non riscuote più il grande successo che ebbe nella prima metà dell'Ottocento.


Nel film Disney del 1954, regia di Richard Fleischer, il capitano Nemo suona ovviamente la "Toccata e fuga in re minore" di Johann Sebastian Bach, che fa sempre colpo. Si può far notare che davanti alla faccia di James Mason c'è uno specchio e che sopra l'organo c'è una grande N: Nemo, e non Napoleone. L'azione si svolge nel 1866, e quindi Nemo non può aver preso parte alla Rivoluzione Francese. Mi sono chiesto il perchè di questi due dettagli, il narcisismo non fa certo parte del carattere del capitano Nemo.
(la musica che ho scelto viene da "Solaris" di  Andrej Tarkovskij: Johann Sebastian Bach, Preludio corale in fa minore BWV 639.)  (qui)

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