Gertrud (1964) Regia Carl Theodor
Dreyer. Soggetto: Hjalmar Soderberg. Musica per il film di Jorgen
Jersild; "Ich grolle nicht" è di Robert Schumann.
Interpreti: Nina Pens Rode, Bendt Rothe, Ebbe Rode, Baard Owe, Axel
Strobye, Anna Malberg, Vera Gebuhr, Edouard Mielche. Durata: due ore.
In “Gertrud” di Dreyer (1964) viene
eseguita dalla protagonista un’aria da camera. La metto qui
perché è bellissima e mi permette di rendere omaggio a due grandi
autori: testo di Heinrich Heine, musica di Robert Schumann; nel film è cantata però in lingua danese (qui)
“Dichterliebe”, n.7
Ich grolle nicht, und wenn das Herz
auch bricht,
Ewigverlor'nes Lieb ! Ich grolle
nicht.
Wie du auch strahlst in
Diamantenpracht,
Es fällt kein Strahl in deines Herzens
Nacht.
Das weiß ich längst.
Ich grolle nicht, und wenn das Herz
auch bricht,
Ich sah dich ja im Traume,
Und sah die Nacht in deines Herzens
Raume,
Und sah die Schlang', die dir am Herzen
frißt,
Ich sah, mein Lieb, wie sehr du elend
bist.
Io non serbo rancore, anche se il
cuore mi si spezza - amore perduto per sempre! Io non serbo rancore.
Anche se tu splendessi nella luce del diamante, nella notte del tuo
cuore non cadrebbe un raggio - questo lo so da tempo. Io non serbo
rancore, anche se il cuore mi si spezza. Ti ho visto in sogno,e ho
visto la notte nel tuo cuore; ho visto il serpente che ti divora il
cuore, ho visto, amore mio, quanto soffri.
Musica di Robert Schumann (1810-1856),
op. 48
Testo di Heinrich Heine (1797-1856)
I film di Dreyer non si possono
raccontare, vanno proprio visti: il più famoso è certamente
"Wampyr", anche per il soggetto: è del 1932 ma fa ancora
impressione, ed è stato copiato infinite volte (quasi sempre senza
citare la fonte, antico vizio del cinema che si è aggravato negli
ultimi decenni). Forse ancora più famoso, almeno tra gli
appassionati di cinema, la "Giovanna d'Arco" del 1926: un
cinema basato sulle immagini, più che sul soggetto in sè.
Seguiranno "Dies irae" (1943), "Ordet" (1955) e
altri film fino a questo "Gertrud" del 1964, che segna la
fine dell'attività registica del maestro danese.
Porto qui la trama del film come è
riassunta da www.wikipedia.it , ma il suggerimento più sensato, soggetto a
parte, è di andare a cercarsi i film di Carl Theodor Dreyer.
Richiedono pazienza (anche Wampyr) , ma si è sempre ripagati e in
abbondanza.
Gertrud è una donna dell'alta
società svedese con una carriera di cantante lirica alle spalle ed è
sposata con un facoltoso avvocato, Gustav Kanning, che sta per
ottenere una nomina a ministro. Nello stesso giorno in cui il marito
attende la chiamata da parte del capo del governo, Gertrud viene a
sapere che il suo amante di un tempo, il poeta Gabriel Lidman, è
rientrato in città per prendere parte al banchetto organizzato
dall'università in occasione del suo cinquantesimo compleanno.
Gertrud, presagendo che la nomina del marito a ministro la legherà
ancor di più a lui, gli confessa che è innamorata di un altro uomo
e che dunque non resta loro che la separazione; alle richieste di
chiarimenti del marito, la donna risponde di non essersi mai sentita
veramente amata e di aver sempre avuto la certezza che il suo lavoro
venisse prima di ogni altra cosa, compreso l'amore, che per lei
invece è tutto.
Più tardi, con il pretesto di
volersi recare al teatro dell'opera da sola, Gertrud incontra in un
parco il suo amante, il giovane musicista Erland Jansson. Insieme
ricordano i tempi del loro primo incontro e poi trascorrono la notte
assieme a casa di lui. La sera del banchetto, mentre Gustav sta
facendo un discorso, Gertrud ha un malore e si ritira in un'altra
stanza, dove rivede un vecchio amico dottore, Axel Nygen, che sta
compiendo studi di psicologia e di psichiatria a Parigi. Poco dopo la
donna ha un colloquio intimo con Gabriel, il quale le confessa di
essere ancora innamorato di lei e di aver sofferto molto nel sentire
Erland che ad una festa privata si vantava con gli invitati parlando
di Gertrud come della sua ultima conquista. Il poeta, vedendo che
Gertrud non lo ama più, si abbandona alla disperazione e si
allontana. Gustav raggiunge la moglie e le propone di cantare
qualcosa facendosi accompagnare al pianoforte da Erland, ignorando il
fatto che proprio il musicista è l'amante di Gertrud. Lei inizia a
cantare ma, vinta dall'emozione, si sente male e perde conoscenza. Il
giorno seguente la donna chiede a Erland di partire con lei; egli
rifiuta, rivelandole che ha un'altra amante dalla quale aspetta un
figlio.
Gertrud ritorna a casa e trova
Gabriel che vorrebbe convincerla a riprendere la loro relazione. Lei
allora gli racconta di quando, molto tempo prima, trovò per caso
nello studio del poeta un foglio di appunti con scritte alcune righe
sull'inimicizia tra l'amore della donna e il lavoro dell'uomo. Quella
breve nota fu considerata da Gertrud come una prova che Gabriel non
l'amava e da lì ebbe fine il loro rapporto. Gustav si unisce a
Gertrud e Gabriel e li invita a festeggiare con un brindisi la sua
avvenuta nomina a ministro. Rimasto solo con la moglie, egli le
propone di restare ugualmente accanto a lui anche se non lo ama più;
la donna non intende scendere a un simile compromesso e Gustav, in
preda all'ira, la scaccia. Gertrud si reca a Parigi per studiare alla
Sorbona con l'amico medico.
Passano circa quarant'anni. La donna
vive adesso in una piccola casa di campagna, con la sola compagnia di
un vecchio domestico. Assieme al dottor Nygen, che le fa una breve
visita, ricorda i tempi di Parigi e gli restituisce alcune lettere
che lui le aveva scritto. Consapevole di aver sempre amato, Gertrud
trascorre serenamente i suoi ultimi giorni pensando alla vecchiaia e
alla morte.
Dopo la prima
proiezione a Parigi, nel dicembre del 1964, il film sollevò diverse
critiche negative. Non passò tuttavia molto tempo prima che quei
giudizi venissero rettificati, fino a quando, nel 1968, Jean-Luc
Godard affermò che “Gertrud uguaglia in follia e bellezza le
ultime opere di Beethoven”. Orson Welles, in un'intervista
rilasciata a Peter Bogdanovich, affermò di amare i cosiddetti film
noiosi di Dreyer e quindi anche Gertrud, che, secondo lui, andava
difeso dai primi giudizi sommari e inappellabili.
Nessun commento:
Posta un commento