sabato 16 febbraio 2019

La giacca verde


 
La giacca verde (1979) regia Franco Giraldi. Soggetto di Mario Soldati. Sceneggiatura di Lucio Battistrada, Sandra Onofri, Franco Giraldi, Cesare Garboli. Fotografia di Dario Di Palma. Musiche di Verdi, Massenet, Liszt, Chopin, Mendelssohn, Richard Strauss. Musiche per il film di Luis Bacalov. Interpreti: Jean Pierre Cassel, Renzo Montagnani, Senta Berger, Vittorio Sanipoli, Laura Trotter, Adriana Russo, e molti altri Durata: 1h50'

"La giacca verde" inizia e termina con l'Otello di Verdi, in teatro; nel mezzo c'è una storia del tempo di guerra, immaginata da Mario Soldati nel suo racconto omonimo, tratto dal volume "A cena con il commendatore". E' la storia, simile per molti versi a quella di Harold Pinter per "Servo di scena", di un direttore d'orchestra italiano che al tempo delle persecuzioni fasciste deve nascondersi sotto falso nome nelle montagne dell'Abruzzo, in un convento. Gli Alleati stanno per arrivare a Roma, ma - come raccontano i libri di Storia - impiegheranno più tempo del previsto ad arrivarci, dando purtroppo tempo ai fascisti e ai nazisti di fare la strage delle Fosse Ardeatine. Ma di questo nel film non si parla, nel convento e nel paesino abruzzese la guerra è solo un evento lontano. Nel convento il direttore d'orchestra, nascosto sotto l'identità di un qualsiasi ragioniere, troverà un altro musicista: un grande Maestro, così gli dicono i frati. In realtà, si tratta di un orchestrale dell'Opera di Roma che approfittando dell'ospitalità dei frati e della gente del paese si fa passare per un musicista famoso; è un timpanista, e la giacca verde del titolo è sua (ci tiene molto).


Il direttore d'orchestra sta al gioco e si diverte, chiamando anche lui "maestro" il timpanista e facendosi passare per un semplice dilettante di musica; in seguito, tutti e due lasceranno il convento per andare ad abitare in paese, ospiti nella villa dove abita una bella signora, una diva del cinema di origini ungheresi. La presenza della donna, bella e intelligente, crea qualche problema di gelosia ma il rapporto fra i due è ormai consolidato, con il timpanista che continua a passare per grande musicista e il grande musicista che gli fa credere di essere solo un dilettante al suo servizio; un gioco un po' strano che finisce quasi per diventare verità. Il gioco continuerà fino alla fine della guerra, o meglio fino all'arrivo a Roma degli americani (la guerra continua, ma solo al Nord), quando i due lasceranno il rifugio tranquillo per tornare a immergersi nella vita quotidiana.
Nell'immediato dopoguerra, il direttore è tornato al suo lavoro e un impresario gli ha affidato la direzione dell'Otello di Verdi, con un cast importante; ma va in crisi quando in orchestra si ritrova il timpanista, il gioco era durato troppo a lungo e ora qualcosa non torna. Chiede all'impresario se sia possibile trovare un altro timpanista, ma il finale sarà a sorpresa e anche un tantino beffardo.
 

Ho fatto una piccola ricerca sull'ottimo sito dell'Opera di Roma, giusto per vedere se ci fosse qualche aggancio con la realtà storica, ma all'Opera di Roma l'Otello di Verdi, qui definito come "la prima rappresentazione del dopoguerra", fu rappresentato solo due stagioni dopo la fine della guerra, nel 1947, con direttore Gabriele Santini e con i cantanti Francesco Merli, Gino Bechi / Tito Gobbi, Renata Tebaldi. Il direttore d'orchestra del finale è chiamato "Rossi" e in effetti c'è stato un importante direttore con quel cognome, Mario Rossi; ma la sua presenza a Roma fu sporadica. Mario Rossi fu direttore stabile alla Rai di Torino dal 1946 e per molti anni.
Il direttore d'orchestra che si vede nel finale è probabilmente Franco Tamponi, consulente per il film riguardo alla direzione d'orchestra. Franco Tamponi (1925-2010) fu violinista e musicologo oltre che direttore d'orchestra; è stato anche stretto collaboratore di Salvatore Accardo scrivendo per lui cadenze di concerto.
 
 
Nei titoli di testa e di coda non c'è il minimo rimando agli interpreti che si vedono e si ascoltano nel film, e non sono riuscito a trovare altre informazioni. Si parla di un tenore Ridolfi e di un soprano Marga, ma sono ovviamente nomi fittizi; metto qui qualche immagine presa dalla recente trasmissione del film su Rai 3 (nottetempo ma meglio che niente) nel caso qualcuno riconosca i cantanti.


 
Gli attori: il protagonista del film è Jean Pierre Cassel, che se la cava bene anche quando dirige; come aspetto è una via di mezzo fra Herbert von Karajan e Johnny Dorelli, ed è convincente nella parte. Renzo Montagnani è il timpanista Romualdi: sornione, da grande attore, spesso e volentieri ruba la scena quasi senza farsi notare. Senta Berger impersona l'attrice ungherese: in gran forma e con la sua vera voce, dà forza e spessore al film. Vittorio Sanipoli è l'impresario Gatti, Laura Trotter è la bella giornalista bionda, Adriana Russo la domestica di Senta Berger. Molti altri attori in parti più o meno piccole: le coriste, i frati, e via via tutti gli altri.


 
La musica all'inizio, con il dettaglio delle mani del direttore, si direbbe Richard Strauss; il coro natalizio dal "Werther" di Massenet è spacciato dal timpanista come sua composizione. Sempre il timpanista suona, meglio che può, un brano di Chopin; il direttore d'orchestra suona invece Liszt, quando proprio non ne può più, ma il timpanista pensa che abbia invece suonato la signora che li ospita. C'è anche un breve coro natalizio di Mendelssohn, cantato dalle coriste del paese; di nessuno di questi brani viene detto il titolo.



Nel film si inizia da Londra nel1946, quando il direttore d'orchestra ha già ripreso la sua attività; poi ci si sposta a Roma per l'Otello di Verdi e il resto viene narrato in flashback. La presenza dell'attrice ungherese, come spiegato in un'intervista successiva, è una modifica di Giraldi approvata da Soldati; nel racconto originale era un'italiana sfollata da Roma.
Sarebbe interessante conoscere anche i luoghi dove è stato girato il film: il paese (Abruzzo?), le montagne, il convento con teatro, la chiesa con gli affreschi per il coro con harmonium. Metto qui sopra qualche immagine per chi volesse provare a dare un nome almeno alla chiesa.



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