mercoledì 2 ottobre 2019

Piano di evasione

 
(...) il mio male si aggravò fino a diventare insopportabile; mi decisi a fare io stesso il passo che, per motivi morali, avevo fatto compiere ai detenuti Marsillac, Favre e Deloge; il passo che, per motivi morali fondati sulle menzogne che lei mi disse, avevo tentato di far compiere anche a lei. Da questo momento cesso di essere un uomo di scienza per diventare oggetto della scienza; da questo momento non proverò più dolore, sentirò (sempre) l'inizio del primo movimento della Sinfonia in mi minore di Brahms. (la n.4) A questa lettera allego la spiegazione delle mie scoperte e i mezzi per applicarle, e il mio testamento.
Adolfo Bioy Casares, "Piano di evasione", pag.126 (cap.48) ed. Bompiani 1974, traduzione Gianni Guadalupi (Plan de evasiòn, 1945)

Il soggetto del libro parte probabilmente dalla sinestesia, cioè dalla capacità di abbinare colori e note musicali; si immagina che sia possibile combinare in tal modo tutti i cinque sensi, cioè toccare da lontano, vedere attraverso il tatto, eccetera. A realizzare tutto questo non è uno scienziato più meno pazzo, come nell'Isola del dottor Moreau di H.G.Wells, ma il governatore del carcere dell'Isola del Diavolo, la Caienna (il romanzo è del 1945, quindi molto prima di Papillon che uscirà solo nel 1970). Il "piano di evasione" che dà il titolo al libro riguarda proprio la possibilità di "evadere" ma con la mente, non con il corpo; l'operazione che combina fra di loro i cinque sensi, come nella migliore tradizione del genere fantastico, non è spiegata ma solo accennata con minimi dettagli (si ricorderà che la trasformazione del dottor Jekyll di Stevenson viene resa possibile da un'impurità nel farmaco, e che l'operazione chiave del dottor Frankenstein viene descritta da Mary Shelley con le parole "qualcosa di così facile che non potreste immaginare"). Alla fine del libro Castel, il governatore, finisce per fare la stessa fine dei suoi pazienti: non in seguito a un'operazione ma per essere rimasto troppo tempo in contatto con le modifiche apportate anche all'ambiente dell'esperimento (le cosiddette "mimetizzazioni"). Nelle pagine finali, il giovane ufficiale Nevers, che si era rifiutato di assecondarlo, conclude la sua storia con questa affermazione:

(...) quanto alla sua enigmatica asserzione che non avrebbe più sentito dolore, ma avrebbe udito per sempre l'inizio del primo movimento della Sinfonia in mi minore di Brahms, vedo un'unica spiegazione possibile: che il governatore sia riuscito, o abbia tentato di farlo, a tramutare le sue sensazioni dolorose in sensazioni acustiche. Ma poiché nessun dolore si presenta sempre nella stessa forma, non sapremo mai che musica sentisse Castel. (...)
Adolfo Bioy Casares, "Piano di evasione", pag.143 (cap.52) ed. Bompiani 1974, traduzione Gianni Guadalupi (Plan de evasiòn, 1945)

qui per ascoltare Brahms, sinfonia n.4

 

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