Der Freischütz (Il franco cacciatore,
1968) Regia di Joachim Hess. Tratto dall'opera di Carl Maria von
Weber. Fotografia di Hannes Schindler. Produzione di Rolf Liebermann.
Orchestra e coro dell'Opera di Stato di Amburgo, direttore Leopold
Ludwig. Interpreti: Gottlöb Frick, Ernst Kozub, Arlene Saunders,
Edith Mathis, Tom Krause, Toni Blankenheim, Hans Sotin, Franz
Grundheber, Regina Marheineke, Bernhard Minetti. Durata: 2 ore e 5
minuti
Un uomo ha venduto l'anima al diavolo,
e sta per arrivare il momento in cui ne dovrà rendere conto; mancano
poche ore, bisogna trovare qualcuno che prenda il suo posto. L'uomo
si chiama Kaspar, il nome del diavolo è Samiel; siamo nella Boemia
del primo Ottocento, tra campagne e foreste. Kaspar individua l'uomo
che prenderà il suo posto nel giovane Max, che sta per sposare
Agathe; Max ha bisogno di certezze dopo aver perso una gara di tiro
al bersaglio e sa che se non vincerà la gara del giorno dopo,
davanti al principe, non avrà il posto di lavoro che gli può
consentire il matrimonio. Kaspar conduce Max alla Gola del Lupo, e
quella stessa notte fondono insieme sette pallottole magiche, sotto
lo sguardo del diavolo Samiel. Tutto finirà bene, ma il pericolo
corso è grande e solo l'amore di Agathe e l'intervento di un
misterioso eremita permetteranno il lieto fine.
L'opera è "Der Freischütz",
"Il franco cacciatore", ed è stata messa in musica da Carl
Maria von Weber tra il 1817 e il 1820, su libretto di Johann
Friedrich Kind. La musica di Weber è meravigliosa, commuove e
appassiona; e la scena della Gola del Lupo è uno dei momenti più
grandi nella storia del Romanticismo in musica. Insomma, una storia
di diavoli e di fantasmi ma anche una grande storia d'amore, immersa
nella Natura e nel magico.
"Der Freischütz" è stato
trasposto in un film nel 1968, per la regia di Joachim Hess e con
Rolf Liebermann come produttore; la figura di Liebermann è
particolarmente importante anche perché dieci anni dopo realizzerà
il "Don Giovanni" di Mozart con regia di Joseph Losey. Rolf
Liebermann, svizzero di Zurigo (1910-1999) era nel 1968 direttore
artistico ad Amburgo e poi assumerà lo stesso incarico all'Opera
Parigi tra il 1973 e il 1980. Liebermann, che è stato anche
compositore, ha al suo attivo molti film d'opera o di musica come
produttore, tredici in tutto secondo www.imdb.com partendo da
"Antithese" di Mauricio Kagel (1965), e passando per il
documentario "A Stravinsky portrait", "Le nozze di
Figaro", "Der Freischütz", "Fidelio", fino
al "Wozzeck" di Alban Berg diretto da Bruno Maderna (1972)
e alla "Lulu" sempre di Alban Berg nell'allestimento Boulez
- Chereau, e infine il "Don Giovanni" con Losey del 1979.
Il regista Joachim Hess ha lavorato molto per la tv tedesca, anche
con altri allestimenti operistici e spesso in collaborazione con
Liebermann. Hess non è Ingmar Bergman ma è bravo, ha fatto qui un
ottimo lavoro anche se forse ha un po' mancato proprio la scena più
attesa, quella della Gola del Lupo (molto difficile da rendere, del
resto); ma guardando il film si notano molte analogie con "Il
Flauto Magico" di Bergman, uscito sette anni dopo, e può ben
darsi che il regista svedese abbia tenuto conto di questo "Franco
cacciatore", molto fedele al testo originale come poi saranno
anche Bergman e Losey.
Leopold Ludwig dirige bene e la ripresa
sonora è buona; sono molto bravi i cantanti anche come attori. Il
film è a colori, con una tavolozza particolarmente ricca.
Il cast è composto da cantanti d'opera
di solida professionalità: spicca il nome del basso Gottlöb Frick,
dalla voce ideale per il ruolo di Kaspar (sapeva essere anche comico,
come dimostra il suo Osmin nel "Ratto dal serraglio" di
Mozart) dal volto cupo e dalla barba nerissima. Max è il tenore
Ernst Kozub, "heldentenor" di grande sicurezza; Agathe è
Arlene Saunders e Annina è Edith Mathis. Franz Grundheber è Kilian,
il cacciatore che sconfigge Max nella gara di tiro al bersaglio
all'inizio; Toni Blankenheim è Kuno, padre di Agathe e capo dei
guardacaccia; Tom Krause è Ottokar, il principe padrone della tenuta
di caccia, e Hans Sotin è l'eremita.
Merita una sottolineatura la presenza
nel cast di Bernhard Minetti, nel ruolo recitato di Samiel (il
diavolo). Minetti, 1905-1998, è stato un importante attore tedesco
di origini italiane, nativo di Kiel, rimasto famoso anche per le sue
collaborazioni con lo scrittore austriaco Thomas Bernhard, che gli
dedicò un testo teatrale intitolato "Minetti,
ritratto di un artista da vecchio".
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