sabato 15 aprile 2017

A late quartet (Una fragile armonia)


A late quartet (Una fragile armonia, 2012). Regia di Yaron Zilbermann. Scritto da Yaron Zilbermann e Seth Grossman. Fotografia di Frederick Elmes. Musiche di Beethoven, Bach, Haydn, Sarasate, Korngold, Johann Strauss. Musica per il film di Angelo Badalamenti. Interpreti: Christopher Walken, Mark Ivanir, Philip Seymour Hoffmann, Catherine Keener, Imogen Potts, Anne Sofie von Otter, Wallace Shawn, Nina Lee. Durata: 106 minuti
Un quartetto d'archi di fama internazionale, "The Fugue Quartet" (nome d'invenzione, come tutto il film) è al centro di questo film, scritto e diretto da Yaron Zilbermann. Si parte da Christopher Walken, che interpreta il personaggio di un violoncellista, fondatore del quartetto: più anziano degli altri tre, dopo un quarto di secolo di successi e tremila concerti in tutto il mondo scopre di avere il morbo di Parkinson. Sono solo i primi sintomi, ma la diagnosi è certa e tra qualche tempo non potrà più suonare. Questa sua malattia metterà in dubbio non solo la sopravvivenza del quartetto, ma le stesse relazioni personali fra i suoi componenti. Ci sarà però un lieto fine, un bel finale dove Walken all'ultimo concerto, tra gli applausi del pubblico, lascerà il suo posto a una giovane violoncellista dai tratti orientali, interpretata dalla vera concertista (non attrice come gli altri quattro) Nina Lee.
Gli attori: Mark Ivanir interpreta il primo violino: è lui che propose, 25 anni prima, al violoncellista appena rimasto vedovo di cominciare una nuova avventura. La nascita del Quartetto Fugue consentirà al violoncellista di superare il suo personale trauma, e porterà a un grande successo in tutto il mondo. Mark Ivanir è molto bravo, non lo conoscevo. Philip Seymour Hoffmann è il secondo violino, sposato da molti anni con la viola del quartetto (Catherine Keener); i due hanno una figlia adulta, violinista (Imogen Potts) che va a lezione dal primo violino (Mark Ivanir) e avrà una breve ma intensa relazione con lui. In più, Philip Seymour Hoffmann ha un breve flirt con una ragazza incontrata facendo jogging (Liraz Charhi, piccola e bruna); verrà scoperto dalla moglie e rischia di saltare il matrimonio, e di conseguenza tutto il Quartetto Fugue.
C'è anche una piccola parte per il mezzosoprano svedese Anne Sofie von Otter, che nei flashback è la moglie di Walken. Nina Lee, concertista affermata, interpreta la nuova violoncellista.
"A late quartet" ha lati positivi e aspetti così così, la vita all'interno di un famoso quartetto d'archi poteva ispirare qualcosa di più, qui ci si ritrova con le solite situazioni e dialoghi di altri telefilm e film già visti e rivisti: le corna, la ragazza giovane con l'insegnante quarantenne, gelosie varie, eccetera. Forse ciò che si poteva davvero evitare è la storiella del secondo violino che vorrebbe diventare primo violino al posto del primo violino, dopo venticinque anni da secondo violino. A me sembra un po' una scemenza, però chissà può darsi. Bisognerebbe chiedere ai concertisti veri, si è mai verificata una situazione simile? Io so che nella musica da camera la dizione "primo violino" e "secondo violino" non indica delle gerarchie, ma è solo un sistema per indicare le rispettive parti da suonare; non sono un musicista e potrei sbagliarmi, ma prendere questa dizione per un desiderio di fare carriera mi sembra un po' riduttivo, pensando a Schubert, a Schumann, a Brahms, Haydn, Mozart... Chissà quanti violinisti pagherebbero qualcosa per poter essere secondo violino in un grande quartetto d'archi. In estrema sintesi, direi che si tratta di un film alterno, con buoni momenti alternati ad altri più modesti; non spiacevole, ma che si poteva pensare meglio.
In Italia è stato cambiato il titolo, che si riferisce agli ultimi quartetti di Beethoven (molto complessi, grandi capolavori non per modo di dire ma - per una volta almeno - nel senso letterale dalla parola) che è diventato molto più banale, "Una fragile armonia".

Si suona l'opera 131 di Beethoven (che non prevede pause: problema in più per il violoncellista malato); si dice che Schubert volle ascoltare l'op.131 sul suo letto di morte, e che Beethoven ragazzo veniva svegliato di notte dal padre perché doveva suonare per divertire gli amici (ubriachi) del papà, tutte informazioni da verificare.
Le musiche che si ascoltano nel film:
- Beethoven, Quartetto n.14 op.131 (Brentano String Quartet )
- Haydn, Quartetto op.20/5, il terzo movimento (Brentano String Quartet )
- Pablo de Sarasate, Zigeunerweisen (Gypsy Airs), Op.20 (Mark Steinberg)
- Johann Sebastian Bach, Suite per violoncello No.4, Preludio e Allemanda (Nina Lee)
- Johann Strauss jr, Il Danubio blu (tema principale, Mark Steinberg al violino)
- Erich Wolfgang Korngold, da "Die Tote Stadt": canzone di Marietta (Anne Sofie von Otter, mezzosoprano)
- City Nights (Uri Caine)
- Bulerias Del Encuentro (Cristian Puig, Rebeca Tomas)
- Salty Air (Jonathan Dagan)



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