mercoledì 19 aprile 2017

Pia de' Tolomei (1941)


 
Pia de' Tolomei (1941) Regia di Esodo Pratelli. Soggetto di Luigi Bonelli, tratto dall'opera di Donizetti e Cammarano. Dialoghi di Rosso di San Secondo. Fotografia di Arturo Gallea. Musiche di Francesco Mander (non di Donizetti). Interpreti: Germana Paolieri, Carlo Tamberlani, Nino Crisman, Cesco Baseggio, Carlo Romano, Lauro Gazzolo, Achille Majeroni, Emilio Baldanello, Lydia Simoneschi Durata: 78minuti

"Pia de' Tolomei", film del 1961 con regia di Esodo Pratelli, sviluppa una storia presa dalla Divina Commedia, solo accennata da Dante nel Purgatorio; le notizie storiche sul personaggio sono poche e non si è nemmeno sicuri che la Pia citata sia veramente questa. Si tratta quindi di un film di fantasia, probabilmente basato sull'opera di Donizetti. I versi di Dante sono questi:
«Deh, quando tu sarai tornato al mondo,
e riposato de la lunga via -
seguitò il terzo spirito al secondo -
ricorditi di me, che son la Pia:
Siena mi fè, disfecemi Maremma;
salsi colui che 'nnanellata pria
disposando m'avea con la sue gemma.»
(canto V del Purgatorio, vv 130-136)

Il film è stato scritto da Luigi Bonelli, con dialoghi del commediografo Rosso di San Secondo, ma data la mancanza di fonti storiche precise è più che probabile che il modello di riferimento sia stato proprio l'opera di Donizetti, o comunque una fonte comune. Nel volume su Donizetti di Piero Mioli (edizioni Eda 1988) si fa cenno a Giacinto Bianco e Carlo Marenco, alla novella in versi di Sensini del 1822 e al melodramma di Luigi Orsini, tutti nomi e opere più che dimenticati. Donizetti mise in musica "Pia de' Tolomei" su libretto di Salvatore Cammarano; la prima dell'opera fu a Venezia nel febbraio 1837, al teatro Apollo. Si tratta di una delle tante opere più o meno "dimenticate" di Donizetti, compositore molto prolifico (settanta melodrammi, più o meno). Sono opere che vengono riprese in teatro di tanto in tanto ma che non sono mai entrate definitivamente in repertorio. "Pia de' Tolomei" è preceduta di due anni (anche meno) dalla "Lucia di Lammermoor" (settembre 1835); verrà seguita da "Roberto Devereux", "Maria de Rudenz", "Poliuto", "La figlia del reggimento" (1840), "La favorita", e altre ancora.

 
Pia de' Tolomei viene accusata di aver tradito il marito Nello, l'accusa è falsa ma condurrà comunque a un finale tragico. Il cattivo che l'accusa nell'opera di Donizetti si chiama Ghino degli Armieri (tenore) e nell'adattamento di Luigi Bonelli diventa Ghino di Tacco, un personaggio realmente vissuto che nel film è presentato come un nobile ma che le fonti storiche definiscono brigante. Ghino visse a Radicofani, e nel Decameron è definito "brigante buono", una specie di Robin Hood. Anche Ghino è nominato da Dante, ma non è direttamente presente nella Divina Commedia. Il Ghino del film è però solo un vilain respinto nei suoi approcci, che calunnia Pia e infine la spinge a morte facendola cadere dal balcone nel tentativo di sottrarsi al suo abbraccio.
Nell'opera di Donizetti in effetti i personaggi sono gli stessi del film di Pratelli; qualche nome è però cambiato e ci sono delle modifiche qua e là: Ghino degli Armieri (tenore) invece di Ghino di Tacco, Piero è un eremita e il fratello di Pia si chiama Rodrigo e non Piero.
Germana Paolieri è Pia; Carlo Tamberlani è suo marito Nello, che dubita di lei e conoscerà la verità solo quando lei muore. Nino Crisman è Ghino (muore nel finale), Cesco Baseggio è Matteo e Carlo Romano è Leone, entrambi servitori fedeli e armati di Nello e di Pia. Lauro Gazzolo è il frate, Achille Majeroni è il conte padre di Pia, Lydia Simoneschi è la voce narrante, il servo fedele Momo è Emilio Baldanello. Si tratta di attori famosi e importanti: Cesco Baseggio fu grande interprete del teatro veneziano e di Carlo Goldoni, Carlo Romano è una delle voci più famose nel doppiaggio (Fernandel in Don Camillo e Eli Wallach nei film di Sergio Leone, per citare solo due dei tanti film che ascoltiamo comunemente con la sua voce). Lauro Gazzolo, attore e doppiatore, è anche il padre di un altro attore molto bravo e famoso, Nando Gazzolo. Esodo Pratelli, romagnolo, 1892-1983, fu pittore oltre che regista; al cinema si ricordano soprattutto i suoi film con i fratelli De Filippo.
Il film è stato girato alla fortezza di Montalcino e dintorni; ci sono le battaglie dei senesi dove muore Piero, fratello di Pia. Bella la fotografia in bianco e nero di Arturo Gallea, pellicola Ferrania Sincro. Il film è prodotto dalla Anonima Manderfield, che lo presenta come "un film di sua produzione". Le musiche sono di Francesco Mander, un po' invadenti e che ricordano Mascagni. Niente Donizetti, quindi: le musiche che si ascoltano sono tutte di Mander.
Il film di Pratelli non è brutto ed è sempre un piacere ascoltare e vedere attori così bravi, però la narrazione è poco chiara e si rischia di perdersi se già non si conosce il soggetto. Dispiace, perché poteva uscirne un film importante.
PS: esiste un altro film con lo stesso titolo, degli anni 50, con Jacques Sernas, Ilaria Occhini e Arnoldo Foà, regia di Sergio Grieco: la storia è presentata in modo diverso, Pia è innamorata di Ghino ma va in sposa a Nello. Lo guarderei per due sole ragioni: per Ilaria Occhini (bellissima) e per Arnoldo Foà, magnifico cattivo e attore di bravura fuori dal comune.


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