martedì 25 aprile 2017

Titta Ruffo


Di Titta Ruffo si racconta che la sua voce era così potente che nelle registrazioni dei suoi dischi erano costretti a metterlo in un'altra stanza rispetto a quella dove c'era l'apparecchio per registrare. Una voce così potente da far saltare la puntina del grammofono, insomma; e si dirà che erano altri tempi, che la registrazione sonora era ancora ai suoi inizi, sta di fatto che gli aneddoti sul volume di voce di Titta Ruffo sono parecchi e tutti piuttosto suggestivi. Impressiona anche la sua estensione vocale, che si può ancora ascoltare in quelle registrazioni: cantava normalmente da baritono, ma aveva note tenorili e di basso profondo. Un fenomeno, insomma, e anche una persona molto preparata che seppe far fruttare con intelligenza una voce così formidabile. Con Enrico Caruso e Fiodor Scialiapin fu uno dei "padroni" del Metropolitan, e si esibì nei teatri di tutto il mondo.
Il cognome è Titta, anche se molti ancora oggi lo ignorano (è facile pensare che sia un diminutivo di Battista, invece no); il nome completo è Ruffo Cafiero Titta, pisano, 1877-1953. Sua sorella Velia Titta (qui a fianco col figlio) sposò Giacomo Matteotti, e i due cognati furono molto affezionati. Titta Ruffo portò a spalle il feretro di Matteotti, e non cantò più in Italia dopo quel 1924; fu dichiarato pericoloso dai fascisti, che lo arrestarono nel 1937 durante un suo soggiorno in Italia, rilasciandolo solo dopo una serie di proteste internazionali. Su www.imdb.com (Internet Movie Database) per Titta Ruffo c'è uno dei pochissimi errori di quel sito enciclopedico: il nome è sbagliato, c'è scritto Titto.

Come presenze al cinema o in cinegiornali, il sito Internet Movie Database segnala per Titta Ruffo solo due cortometraggi del 1929. C'è però uno sceneggiato televisivo del 1990, "La forja de un rebelde", della tv spagnola RTVE, dove Titta Ruffo è indicato fra i personaggi ed è interpretato dal baritono Juan Pons. "La forja de un rebelde", regia di Mario Camus, è tratto da un libro autobiografico dell'antifranchista Arturo Barea (Badajoz, 1897-1957) uscito nel 1951: una trilogia che percorre la storia spagnola nella prima metà del Novecento.


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