sabato 22 settembre 2018

Orwell's 1984 ( II )


Il nuovo motivo musicale, che avrebbe dovuto essere quello ricorrente nella Settimana dell’Odio (si chiamava, infatti, Canto dell’Odio) era già stato composto e se ne stava già facendo un uso smodato sul teleschermo. Era fondato su un ritmo assai insistente e primitivo che non si sarebbe potuto definire esattamente musica, e che richiamava l’idea d'un tamburo incessantemente battuto. Ruggito da centinaia di voci accompagnate da robuste pestate di piedi in marcia, era davvero (come nelle intenzioni) terrificante. Era andato a genio ai prolet e in quei loro vagabondaggi notturni era entrato in diretta competizione con il già popolarissimo “Fu un desiderio senza speme...". I ragazzini dei Parsons lo sonavano e lo cantavano a tutte le ore del giorno e della notte, invariabilmente, con il solito pettine vibrato sulla solita carta igienica. Era intollerabile.
George Orwell, 1984, traduzione Gabriele Baldini, Oscar Mondadori 1984, pagina 175


Il romanzo di Orwell torna sempre più alla memoria, più si va avanti nel Nuovo Millennio e più sembra di viverci dentro. Ma in maniera più morbida, almeno fino ad oggi (estate 2018); e con alcune differenze per le quali Orwell sarebbe sicuramente sorpreso. Per esempio, siamo tutti molto più controllati che nel romanzo di Orwell, ma i controllati sono contenti e non se ne preoccupano affatto (vedi facebook, i social network in generale...), e la tecnologia ha compiuto passi così da gigante che, oggi, non è più necessario spiare dalle finestre in elicottero (come accade nel libro), basta un drone di piccole dimensioni, e anche molto meno (le videocamere sono così piccole che chiunque può spiarvi, lo smartphone stesso è una spia continua). In campo musicale, per adesso nessuno è venuto a chiedermi di cantare un motivo come quello descritto da Orwell in questa pagina, né di partecipare a manifestazioni come quelle, ma la descrizione qui sopra ("l’idea d'un tamburo incessantemente battuto. Ruggito da centinaia di voci accompagnate da robuste pestate di piedi in marcia,") ricorda molto ciò che viene diffuso ad ogni momento dalle radio commerciali, nei negozi, negli ascensori, perfino al Bancomat di Banca Intesa mentre faccio qualche operazione - per distrarmi, immagino, quando invece dovrei essere invece molto vigile. La batteria "elettronica" è così, un tamburo incessantemente battuto, sempre quei due o tre ritmi molto elementari; e copre quasi tutta la musica che sono costretto ad ascoltare se voglio avere un po' di vita sociale. Per il momento manca il "ruggito da centinaia di voci accompagnate da robuste pestate di piedi in marcia", speriamo che almeno questo ci sia risparmiato - ma non è detto, quello che si vede in giro preoccupa molto. 

(le immagini vengono da "Brazil" di Terry Gilliam, ispirato a Orwell)

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