domenica 4 agosto 2019

Piccole curiosità ( I )


Cercando informazioni per questo blog, o anche solo per mia naturale curiosità, ho trovato diverse piccole notizie che potrebbero interessare chi si occupa del rapporto fra cinema e opera lirica. Nel dettaglio:

1.
- Una prima curiosità riguarda il regista Mike Nichols (Il laureato, Silkwood, Conoscenza carnale...) che all’anagrafe si chiama Michael Igor Peschkowski, classe 1931, ed è di origini russo-tedesche. Sua nonna è Hedwig Lachmann (1865-1918), autrice del libretto della Salome di Richard Strauss. La sua famiglia emigrò in America nel 1939, quando lui era bambino. Lo diceva Lietta Tornabuoni, sull’Espresso 12.11.1998, che però dava un’informazione parzialmente sbagliata dicendo che la Lachmann era madre del regista: le date non mi tornavano, e rovistando on line ho trovato “grandchild”, quindi nonna o bisnonna, ma mi è difficile essere più preciso.

 
- La madre di Sandra Bullock era una cantante d’opera; suo padre insegnava “educazione della voce“ ai cantanti d’opera (la fonte è un’intervista a L’Espresso 8.02.2010)
- Il grande basso rossiniano Luigi Lablache (napoletano, 1794-1858) è il bisnonno materno di Stewart Granger; la mamma di Stewart si chiamava infatti Frederica Lablache. (qui sotto, Luigi Lablache e Stewart Granger)
 

- Il baritono inglese Thomas Allen canta la Marsigliese in “Lady Henderson presenta” di Stephen Frears, un film del 2005; mi ero chiesto chi era perché la cantava molto bene, così bella non l’avevo mai ascoltata. Il film racconta la storia vera di un teatro di vaudeville inglese negli anni ’40 (cioè in tempo di guerra); è un film piacevole ma non memorabile, speravo di trovarvi qualche bel brano di musica di cabaret ma non c’era niente di davvero bello.

- Comincia con l’aria di Mimì dalla Bohème di Puccini un film per la tv girato da Mario Monicelli nel 1986, tratto da un racconto di Achille Campanile: siamo in teatro, nel secondo atto la cantante si ritrova afona e siccome non è presente la sostituta viene interrotta la rappresentazione. Succede così che uno degli spettatori (Galeazzo Benti) torni a casa un po’ troppo presto, sorprendendo un ladro nel suo appartamento. Dato che siamo in un racconto di Campanile, l’incontro è abbastanza surreale; i due finiscono col fare amicizia, e già che ci sono il ladro (Carlo Giuffré) racconta al padrone di casa una storia a cui ha assistito, proprio in quello stesso appartamento. La storia è già riassunta nel titolo: “La moglie ingenua e il marito malato”. E’ qui che comincia il film vero e proprio, che è molto breve (meno di un’ora) e che ha molti ottimi interpreti oltre ai due che ho citato. Dai titoli di testa apprendo che a cantare “Mi chiamano Mimì” è il soprano Anna Tammaro, che appare tondetta proprio come si immaginano le cantanti d’opera quelli che non conoscono l’opera; ma non so se quella che vediamo sia davvero Anna Tammaro, i titoli di testa non sono chiarissimi. Il tenore (ne ascoltiamo pochissime battute) si chiama Carlo Di Giacomo.

- Nello sceneggiato Rai "Il minestrone" di Sergio Citti, Roberto Benigni commuove l'attore Antonio Faà di Bruno suonando "ho tante cose che ti voglio dire" dalla Bohème di Puccini; prima, la canta in cella (più o meno come farà in "Down by law"). Franco Citti e Ninetto Davoli, suoi compagni d'avventura, rispondono cantando quel che possono, cioè canzoni da osteria.

 
(continua)

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