C'era una volta un merlo canterino (Iko shashvi mgalobeli, 1970). Regia di Otar Iosseliani. Soggetto e sceneggiatura: Otar Iosseliani, Dimitri Eristavi, Sh. Kakichashvili, Semyon Lungin, Otar Mekhrishvili, Ilya Nusinov. Fotografia: Abessalom Maisuradze. Musica di Wagner (La Walkiria), J.S.Bach (Erbarme dich), e altri. Musiche per il film di Temur Bakuradze. Interpreti e personaggi: Gela Kandelaki, Jansug Kakhidze, Irina Giandieri, Marina Kartsivadze, Goci Tchkheidze. Durata: 1h17'
All'inizio del film c'è un giovane
uomo che sembra non avere nulla da fare: si gode il sole nel prato,
passeggia per la città, saluta tutti ed è salutato da tutti,
corteggia le ragazze. A un certo punto però lo vediamo correre: è
infatti il timpanista di un'orchestra sinfonica e sta per arrivare
l'attimo del suo intervento. Trafelato, all'ultimo istante, entra in
teatro di corsa, si infila la giacca, entra di soppiatto nella buca
dell'orchestra, ce la fa: il suo intervento ai timpani è impeccabile
e a tempo. Sipario, applausi, tutto sembra essere andato bene ma
invece il direttore d'orchestra si è arrabbiato, quel timpanista lì
non lo vuole più vedere, dimmi un po' tu se è il modo di fare e non
è mica la prima volta. Infatti, non è la prima volta e non sarà
l'ultima, come vedremo nel corso del film: ma in fin dei conti,
questo ragazzo è un ottimo orchestrale e il direttore si farà
convincere a riprenderlo. L'orchestra è quella del Conservatorio di
Tbilisi, in Georgia, e il film è "C'era una volta un merlo
canterino" del georgiano Otar Iosseliani (alle volte trascritto
Oseliani). Uno dei film più simpatici che mi sia capitato di vedere,
detto en passant: anche al di fuori dell'ambito musicale il film si
fa vedere con piacere ancora oggi, ed è ben strano che sia stato
dimenticato e che non passi più nemmeno in tv (luogo dove invece
passano e vengono replicate all'infinito vere e proprie ciofeche,
sempre detto en passant).
E' molto comune, per i frequentatori
delle sale da concerto e dei teatri, l'esperienza del timpanista, o
del percussionista in genere (i piatti, o il triangolo) che sta fermo
in orchestra e aspetta pazientemente il suo turno. Ci sono opere, e
sinfonie, dove i percussionisti sono molto impegnati; in altre,
invece, il loro lavoro è limitato a poche battute, ma devono
comunque essere lì pronti. Uno dei miei primi ricordi in concerto,
da spettatore, è un'esecuzione dell'Ottava Sinfonia di Bruckner dove
succede proprio questa cosa; altre esperienze di lavoro in orchestra
(dal loggione si vede tutto benissimo) riguardano i cornisti e in
genere i suonatori di strumenti a fiato, che spesso approfittano di
queste pause per smontare lo strumento e ripulirlo dalla condensa del
fiato (e magari anche per fare quattro chiacchiere, ma in silenzio).
Questa possibilità è però negata ai percussionisti, che nelle
lunghe pause loro concesse devono proprio stare fermi e poco più.
Intanto, in orchestra, gli archi lavorano indefessamente: per gli
archi, viole violini violoncelli contrabbassi, c'è sempre da suonare
e non si fermano mai. Capita anche con il coro, che nella Nona di
Beethoven di solito viene fatto entrare solo nella pausa fra il
penultimo e l'ultimo movimento, altrimenti non avrebbe nulla da fare;
ma alle volte il direttore vuole tutti presenti fin dall'inizio e
allora bisogna stare fermi e zitti per tre quarti d'ora. Il metodo
trovato dal protagonista del film di Ioseliani è notevole, quasi una
gag da cartone animato o da film di Buster Keaton, non so sia davvero
possibile farlo ma devo dire che la sua perfetta riuscita riempie
ogni volta di ammirazione.
In definitiva, confesso di amare molto
questi piccoli dettagli; e ho sempre guardato e ascoltato
l'orchestra, mi piace il lavoro quotidiano, l'accordatura degli
strumenti all'inizio. Da buon loggionista, infatti, non mi piaceva
andare in platea (da lì si vede solo il palcoscenico). Il momento
più bello (ma questo lo sanno tutti) è quando il direttore
d'orchestra dopo gli applausi al suo ingresso si gira e dà l'attacco
per l'inizio; e il silenzio che c'è un attimo prima, quella pausa
spesso infinitesimale ma piena di magia (Claudio Abbado spesso si
voltava e dava l'attacco all'improvviso, ed era magia anche questa).
Quasi tutti i siti riportano lo stesso
striminzito riassunto, proprio con le stesse parole, e viene il
dubbio che nessuno dei "recensori" abbia veramente guardato
il film, il che è veramente un peccato (per loro: che hanno perso
un'occasione per divertirsi e per pensare - bastava un po' di
pazienza...).
Il riassunto tipo è questo, che prendo
da wikipedia.it: Il giovane Guia Agladze è il
suonatore di timpano dell'orchestra sinfonica di Tblisi. Spensierato
e compagnone, è circondato da ragazze ma tanto svagato da giungere
sempre in ritardo all'ultimo atto di "Daissi", uno spartito
che lo chiama a suonare il suo strumento solo per poche battute nel
finale. Nessuna delle persone che lo circonda riesce a riportarlo
alle sue responsabilità. Un giorno, però, il destino è in agguato.
Ho cercato invano informazioni su
internet riguardo alla musica di questo film, perché di musica il
film è pieno e si vorrebbe saperne di più, ma nessuno dà
informazioni precise in proposito. Provo quindi con il "fai da
te", dicendo fin da subito che le informazioni che posso dare
sono poche e che mi farebbe piacere avere qualche integrazione da
eventuali lettori.
Due momenti sono facilmente
riconoscibili: è di Johann Sebastian Bach "Erbarme dich, mein
Gott", (abbi pietà di me, Signore) un'aria dalla "Passione
secondo Matteo", vero e proprio leitmotiv del film (nel finale
se ne capirà il significato) in un arrangiamento per violino poi per
flauto e altri strumenti. Ed è di Richard Wagner, "Die
Walküre", la musica in teatro all'inizio del film, la prima
volta in cui il timpanista arriva trafelato all'ultimo istante e
riesce comunque ad essere a tempo. E' il finale dall'atto primo della
Walkiria, ma non è facile capirlo subito perché viene tagliata la
voce femminile (Sieglinde); vediamo solo l'orchestra e non il
palcoscenico, probabilmente un'esecuzione in forma di concerto. Si
tratta della scena in cui Siegmund estrae dal frassino la spada
Notung; la parola "Notung" è ben percepibile. Ho provato a
riascoltare le edizioni discografiche che ho in casa, il colpo di
timpano finale si ascolta bene in alcune edizioni ma non in tutte; è
la differenza fra ciò che si ascolta in teatro e la ripresa sonora
effettuata dai microfoni e dai mixer dei tecnici del suono (chi è
abituato ad ascoltare la musica nelle sale da concerto sa bene cosa
intendo).
Queste le musiche che non sono riuscito
a identificare: un clavicembalo all'inizio del film; musica da ballo
alla radio, una marcia per banda, un canto forse popolare sul tipo
dello jodler usato da Werner Herzog nei suoi primi film; un armonium
(so cos'è ma non mi viene: forse Dvorak?), un carillon grande che il
protagonista aziona per i bambini, subito dopo una fuga per
pianoforte.
Al minuto 18 il timpanista (in realtà
musicista completo e multistrumentista) prova a scrivere musica ma si
ferma subito; poi, per strada, forse Johann Strauss. Al minuto 23
prove con l'orchestra, sembra musica più leggera, forse è il
balletto che verrà dopo; in questa scena il maestro manda via il
percussionista sempre in ritardo. Al minuto 25 il timpanista si
aggira per il Conservatorio, da una stanza si prova il Rigoletto
("Questa o quella", in italiano); molte ragazze, ci sono
anche le ballerine e il nostro protagonista le conosce tutte.
Una delle scene più belle al minuto
29, nella bottega dell'orologiaio; il timpanista ripara il tasto di
uno strumento a fiato (clarinetto?), poi mette un chiodo sullo
stipite per il basco dell'amico. Al minuto 32 siamo in biblioteca,
con un canto femminile da lontano; sta consultando dei libri ma si
interrompe per un'esplosione in strada: stanno solo girando un film,
e si ferma a curiosare e ad attaccare bottone. In strada, canzoni
popolari per voce maschile. Al minuto 36 siamo in un laboratorio
chimico, si direbbe biologico, forse analisi del sangue; poi un'aula
matematica di fianco al laboratorio, si direbbe l'università. Anche
qui, molte belle ragazze e il nostro timpanista non se ne perde una.
Al minuto 40 ancora un clavicembalo al
Conservatorio (sempre ascoltato da una stanza, passando nei corridoi)
poi prove per clarinetto e pianoforte. Qui un'altra bella scena, le
prove al pianoforte per il coro (Bartok, musiche popolari?), il
timpanista corregge l'intonazione di uno dei cantanti, poi
sostituisce un corista chiamato al telefono. Al minuto 43 musica rock
per strada, un organetto, le prove di un coro femminile; poi il
protagonista accompagna un amico in ospedale per una visita.
Al minuto 52 siamo in sala concerto e
ci sono le prove d'orchestra; in precedenza, il timpanista aveva
convinto il direttore a riprenderlo e quindi torna al suo posto ai
timpani. Non conosco questa musica, però ancora una volta dopo aver
suonato le sue battute il giovane abbandona tutti e va da una
famiglia con donna anziana che canta, a tavola con molta gente;
ascolta e poi suona il piano per accompagnare la donna, ci sono anche
due ragazze. Al minuto 56 c'è in scena balletto, il
timpanista arriva ancora di corsa all'ultimo momento, i colleghi lo
aiutano e gli vogliono bene; poi per poco non cade in una botola in
palcoscenico. In precedenza aveva evitato per strada la caduta di un
vaso di fiori, e i calcinacci da un cantiere non segnalato: dettagli
purtroppo non secondari, ma fin qui sembrano solo delle piccole gag
senza uno scopo particolare.
A 1h00 torna la corale con gli amici,
in trattoria; molto bella la musica e l'armonizzazione. Una melodia
elegiaca per pianoforte alla fine. A 1h05 in strada, dopo il
tramonto; poi una casa con un pittore con un bambino, ancora il
clavicembalo, due ragazze. In famiglia, il timpanista sistema il
modellino aereo con il bambino, gioca con il cannocchiale sempre con
il bambino. Torna "Erbarme dich", c'è una partita di
calcio in tv. A 1h09 prova a telefonare, poi in casa, ancora la
corale. Infine, è notte ed è con sua madre, torna "Erbarme
dich". A 1h12 arriva l'alba, c'è una sveglia che suona, si alza
ed esce; osserva in strada il vaso di fiori pericolante, si ascolta
un tango dalla radio, due belle ragazze fanno volgere lo sguardo al
timpanista mentre attraversa la strada.
E' solo un istante; alla fine la vita
riprende come se nulla fosse successo, ed è così per tutti
noi.Nella bottega dell'orologiaio l'amico fa per mettere il basco sul
tavolo, poi si ricorda del sostegno fissato al muro il giorno prima,
e sospira. Si rimette al lavoro, e l'immagine finale è per il
meccanismo dell'orologio, il bilanciere che segna il tempo. Time
flies, il tempo non si ferma, la nostra vita scivola via...
"C'era una volta un merlo
canterino" è un piccolo film in bianco e nero di cui ci si può
innamorare. L'attore protagonista si chiama Gela Kandelaki, di
aspetto gradevole e simpatico, può ricordare nel fisico e nel modo
di fare Jean Louis Trintignant o magari Glenn Gould da giovane, o
magari anche Rüdiger Vogler nei primissimi film di Wim Wenders. Il
titolo inglese, "Once lived a song thrush" trasforma il
merlo (blackbird) in tordo (thrush), e servirebbe dunque un
traduttore dal georgiano per sapere com è davvero il titolo
originale (probabilmente un modo di dire proverbiale, o il titolo di
una canzone popolare). Ricorda a tratti Olmi (Il posto), e anche
Buster Keaton ma meno frenetico. I
titoli di testa sono in alfabeto
georgiano; il film è disponibile su youtube solo in lingua
originale, devo dire che si capisce quasi tutto, ma lo scrivo
comunque qui per chiedere scusa delle mie imprecisioni.
Sai che guardando i fotogrammi mi era venuto in mente proprio "Il posto" di Olmi? Cercherò di vederlo:-)
RispondiEliminap.s.
Come ti sei imbattuto in questo film?
l'ho visto in tv quando la Rai faceva ancora servizio pubblico, tanti anni fa; mi era rimasta in memoria la sequenza iniziale perché sembra davvero Charlot o Buster Keaton :-)
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