Anton Dermota (1910-1989) è uno dei
più grandi tenori del Novecento. Nato nell'impero austro-ungarico,
poi jugoslavo, in una città (Kropa) che oggi sarebbe Slovenia,
viennese per vocazione,
Anton Dermota è stato anche il mio
primo ascolto come voce d'opera, la Nona di Beethoven con Karl Böhm
come direttore. Un disco a 33 giri molto economico, finito in casa
mia quando ancora non avevo mai ascoltato una Sinfonia per intero,
probabilmente sull'onda lunga di "Arancia Meccanica" di
Kubrick. Mi aveva colpito molto la "marcia turca", quasi
uno scioglilingua in tedesco, che già conoscevo attraverso un 45
giri dove Walter Carlos la storpiava (ma non abbastanza da
mascherarne la grandezza), appunto per la colonna sonora del film di
Stanley Kubrick: Froh, wie seine Sonnen fliegen / Durch des Himmels
prächt'gen Plan /Laufet, Brüder, eure Bahn, / Freudig, wie ein Held
zum siegen. (un inno all'amicizia e alla fratellanza, il testo è di
Schiller). Devo dire che anche in seguito non ho mai più trovato
questo brano cantato così bene. E' in effetti un brano molto
impegnativo per un cantante, così come l'ingresso del baritono
(Freude! Freude, schöner Götterfunken...), musica meravigliosa ma
anche una trappola non da poco per i cantanti, una trappola messa da
Beethoven in persona.
Anton Dermota canta questa parte difficile con
una sicurezza impressionante, come se fosse una passeggiata, come se
non gli costasse la minima fatica e come se fosse la cosa più
naturale del mondo. In tutti i miei ascolti successivi della "marcia
turca" (Allegro assai vivace alla marcia, scrive Beethoven nello
spartito) ero sempre rimasto deluso o parzialmente deluso dal tenore,
e in seguito avrei scoperto perché: per puro caso ero incappato, al
mio primo ascolto, in uno dei più grandi tenori di tutti i tempi.
Grande soprattutto nel repertorio tedesco, ma in possesso di una
pronuncia italiana perfetta (indispensabile per Mozart), grande
stilista e grandissima tecnica; avrebbe potuto cantare qualsiasi
cosa, ma il mondo di Schubert, di Mozart, di Beethoven e di Schumann
sarebbe rimasto il suo repertorio ideale, con l'aggiunta di Lehar e
della grande operetta viennese. Un altro dei miei primi ascolti
fortunati: il Flauto Magico nell'edizione di Karajan, datato 1950,
sempre con Anton Dermota: forse il più grande Tamino nelle edizioni
discografiche. Un acquisto che feci non per mio merito ma perché nel
campo dei dischi funzionava così: le edizioni "vecchie"
venivano vendute a minor prezzo, e io non potendo spendere molto le
comperavo per conoscere un mondo che dovevo ancora scoprire.
Ringrazio ancora l'ottusità dei discografici, a tanti anni di
distanza e con l'industria musicale ridotta in questo stato ormai
posso dirlo; senza la loro superficialità forse non sarei mai venuto
a conoscenza dei più grandi cantanti, solisti, direttori
d'orchestra, cioè quelli che ancora provenivano direttamente dal
periodo in cui erano state scritte quelle composizioni.
Di Anton Dermota la Garzantina dice:
«
Debuttò alla Staatsoper di Vienna nel 1937 con La Traviata e vi
rimase fino al 1970, comparendo spessissimo anche al festival di
Salisburgo. Per la duttilità della voce, la proprietà stilistica e
l'eleganza scenica è considerato il maggior tenore mozartiano del
suo tempo. Rilevante anche l'attività liederistica.»
Al cinema non ha lasciato molto, appare
in un film su Mozart del 1955 dove protagonista (cioè Mozart) è
Oskar Werner, attore rimasto famoso per le sue collaborazioni con
Truffaut (Jules et Jim, Fahrenheit 451). Dermota è inoltre presente
nella famosa edizione del "Don Giovanni" diretto da Wilhelm
Furtwaengler, anno 1955: ovviamente come don Ottavio.
Nel dettaglio:
1955 Mozart - Wenn die Götter lieben
(Angeli senza felicità) regia di Karl Hartl, con Oskar Werner come
Mozart. Il film ricostruisce la prima rappresentazione del "Flauto
Magico"; Anton Dermota interpreta Tamino, il baritono Erich Kunz
è Schikaneder /Papageno, Gottlöb Frick è Sarastro.
1955 Mozart, il Don Giovanni nella
leggendaria ripresa in teatro (a colori) direttore Wilhelm
Furtwaengler, protagonista Cesare Siepi, con Otto Edelmann, Elisabeth
Grümmer, Lisa Della Casa, Erna Berger, Walter Berry, Raffaele Ariè,
e Anton Dermota come don Ottavio.
(nelle foto: Anton Dermota con Ljuba Welitsch, e con la moglie pianista sulla copertina di un disco)
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