martedì 4 giugno 2019

Chuang-tzu ( I )

 
Il ministro Bei-men Cheng chiese al Sovrano Giallo: « Quando Vostra Maestà fece suonare la musica Xian-chi, all’aperto, vicino a Dong-ting, la prima parte mi fece paura, la seconda mi distese, la terza mi sconvolse, poi ci fu silenzio e fui invaso da un malessere ».
« Non siete lontano dal comprendere questa musica. L'ho composta per gli uomini. L'ho provata grazie al cielo; 1’ho diretta secondo il rito e la giustizia; l'ho fondata sulla purezza suprema. Una musica perfetta risponde alle aspirazioni degli uomini, è in armonia con il cielo; avanza secondo le cinque virtù, è l'espressione stessa della natura intera. Regolarizza le quattro stagioni e armonizza tutti gli esseri. Le quattro stagioni si succedono; tutti gli esseri perpetuano la vita, uno dopo l'altro. A un'epoca di progresso segue un'epoca di decadenza; dopo una brillante civiltà viene la soldataglia; limpidezza e opacità si succedono; oscurità e luce si armonizzano. Allo stesso modo, scorrono e si irradiano i suoni. Svegliano i serpenti addormentati durante l'inverno, che si rizzano sorpresi dai flutti dell’armonia e dai loro echi. I suoni non hanno né fine né principio; gli uni nascono, gli altri muoiono; gli uni si adagiano, gli altri si levano alti. Scorrono indefinitivamente e miracolosamente.


Per questo la mia musica vi ha fatto paura. L'ho fatta, poi, secondo l’armonia dell'Oscurità e della Luce e l’ho illuminata con i raggi del sole e della luna. I suoni della mia musica sono a volte brevi, a volte lunghi, a volte teneri, a volte duri. Fanno tutt'uno con il cambiamento e non rimangono in nessuno stato costante. Riempiono ora le valli, ora i baratri; chiudono tutte le fessure di un animo ben custodito. In una parola, adottano il ritmo degli esseri. Vaste e oscillanti sono le risonanze; alte e chiare sono le loro qualità. Così i mani e gli spiriti stanno nell'oscurità, così il sole e la luna, le stelle e le costellazioni proseguono nella loro corsa. Così la mia musica si ferma qualche volta alle cose finite e qualche volta riprende lo slancio per l'infinito. Rifletto su questo senza riuscire a comprenderlo; lo guardo senza vederlo, lo inseguo senza riuscire a raggiungerlo. Incurante, mi adagio a un incrocio di vuoto e, appoggiato a un’eleococca secca, canto. La mia visione è troppo limitata per vedere, la mia forza troppo indebolita per continuare; per questo non posso raggiungerlo. Riempito di vuoto, riesco a possedere un potere d’adattamento perfetto: è questo potere di adattamento che vi ha disteso.
 

Infine, feci emettere suoni molto attivi e li accordai con il Destino naturale del mondo. Questi suoni imitano confusamente i vivi che si diffondono dappertutto e sono come la musica della foresta che non ha materia. Si propagano e si manifestano senza sforzo; risuonano oscuri e silenziosi; si muovono fuori dallo spazio, riposano nella profondità oscura. Si può considerarli volta a volta come morti o come vivi, come frutti o come fiori. Camminano e scorrono, si disperdono e si spostano. Variano sempre. Se qualcuno ha ha un dubbio su questo, consulti un Santo. Santo è colui che coglie la propria vera natura e si conforma al proprio destino. Così, non espone il segreto delle sue cinque facoltà. E' dentro di lui che risiede la gioia del cielo. Nel silenzio conserva la sua gioia interiore. Il sovrano You Piao celebra questa musica: “Ad ascoltare, non se ne ode il suono, a guardare non se ne vede la forma; colma cielo e terra; abbraccia i sei poli dello spazio”. Poiché l'avete voluta sentire, ma non vi ha raggiunto, ne siete stato sconvolto.
La mia musica comincia con il timore che vi ha dato infelicità; continua nell'abbandono che vi ha suggerito docilità; finisce nello sconvolgimento dell'anima tutta intera che vi ha portato a uno stato di stupidità. Lo stato di stupidità provoca l'esperienza del Tao. Il Tao può sostenervi e accompagnarvi ovunque e sempre. »
Zhuang-zi (Chuang-tzu), edizione Adelphi 1982, pagina 126-127 (traduzione Carlo Laurenti e Christine Leverd)

Confesso che mi affascina ma non so bene cosa pensarne; per un ascolto musicale rimanderei a Mahler, Il canto della terra. ( Nelle note al testo si ricordano le cinque virtù, o i cinque elementi taoisti.)

(Nelle immagini; Cléo de Mérode; Thomas Wilmer Dewing 1890; Thomas Cooper Gootch 1895; Mizuno Hidekata, 1900 circa)

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