I dream too much (Notte di carnevale,
1935). Regia di John Cromwell. Soggetto di Elsie Finn e David
Wittels. Sceneggiatura di Edmund North e James Gow. Fotografia di
David Abel. Coreografie di Hermes Pan. Musica di Verdi e Delibes.
Canzoni per il film di Jerome Kern e Dorothy Fields. Interpreti: Lily
Pons, Henry Fonda, Eric Blore (Roger e foca), Osgood Perkins
(impresario), Mischa Auer (pianista), Lucille Ball (Gwen), Lucien
Littlefield, Paul Porcasi (zio Tito), Scotty Beckett (bambino sulla
giostra) e altri. Durata 1h32'
Siamo nel sud della Francia, non
lontani da Montecarlo, e la giovane Annette è vessata dallo zio che
vuole farle studiare canto. Ad Annette piace cantare, le piace
davvero molto, ma vorrebbe anche divertirsi e andare alla grande
festa per il carnevale. Lo zio è irremovibile, bisogna studiare. Le
fa ripetere due, tre, quattro volte, il "Gualtier Maldè"
da "Caro nome" (Verdi, Rigoletto) poi Annette non ce la fa
più e lo dice apertamente. Lo zio minaccia di mandarla in convento,
e allora la sera stessa lei decide di fuggire: esce dalla finestra,
sale sul muro di cinta, e mentre sta scendendo in strada cade addosso
a un bel giovane che passava proprio di lì in quel momento. Che
combinazione: è un giovane compositore, un americano che si chiama
Jonathan Street. I due vanno insieme alla festa di Carnevale e la
sera stessa, un tantino ubriachi, si sposano.
E' l'inizio di "I dream too much",
che in Italia prese il titolo "Notte di carnevale": uno dei
tanti film girati subito dopo l'invenzione del sonoro per
approfittare della grande notorietà di un cantante d'opera. In
questo caso, si tratta di Lily Pons, soprano di agilità dalla
tecnica formidabile, "un usignolo" come si dice anche nel
film. Lily Pons era anche molto bella, dal fisico minuto ma con una
carica di simpatia fuori dal comune. Insomma, "bucava lo
schermo", e direi che lo buca ancora oggi. Si può far notare
che Lily Pons interpreta la parte di una ragazza molto giovane, ma
era già prossima ai quarant'anni: nata nel 1898, all'uscita del film
aveva dunque 37 anni ma è difficile immaginarselo. Henry Fonda, nato
nel 1905, aveva quasi trent'anni; anche lui ne dimostra molti di
meno.
Il film continua così: la mattina dopo
il matrimonio, passata la sbornia, i due giovani scoprono di volersi
bene per davvero. Lui però ignora di aver sposato una cantante, e
cerca di completare la sua opera "Eco e Narciso"; per il
momento i due giovani non hanno un soldo, come da tradizione.
Succederà poi, tra molti inconvenienti e scene buffe, che lei
diventerà famosissima e lui no; la cosa porterà alla rottura del
legame tra i due giovani, ma il lieto fine è più che prevedibile e
renderà contenti gli spettatori.
"Notte di carnevale" si regge
sulla simpatia e sulla bravura degli interpreti, e anche sulla regia
attenta e brillante dell'ottimo John Cromwell (regista che vent'anni
più tardi passerà seri problemi al tempo del maccartismo). Nel
corso del film Lily Pons canta due arie d'opera e quattro canzoni di
Jerome Kern, autore molto famoso per i musical degli anni '30. Le
arie d'opera sono "Caro nome" dal Rigoletto di Verdi
(all'inizio, le prove al pianoforte con lo zio) e l'aria "delle
campanelle" dalla Lakmé di Leo Delibes (in teatro, quando la
giovane è già una star celebrata). I titoli di testa dicono che la
direzione di queste due arie è affidata ad André Kostellanetz. La
direzione musicale complessiva è di Max Steiner. (qui sotto, Lily Pons con Mischa Auer)
Le quattro canzoni di Jerome Kern sono:
"The jockey on the carousel", "I got love", "I'm
the echo", "I dream too much". La prima è cantata da
Lily Pons su una giostra, tentando di consolare un bambino; è una
storia un po' macabra, alla fine il fantino sulla giostra muore ma la
cosa non sembra disturbare i presenti che si uniscono felici
cantando, ammaliati dalla bellezza della voce della giovane. "I
got love" è cantata sempre dalla Pons in un ristorante, dove
finisce per combinazione anche il marito (per lavoro, entrambi sono
alla ricerca di qualche guadagno). "I'm the echo" è un
brano dall'opera del marito compositore, l'opera si chiama "Eco
e Narciso" e nessuno la vuole ma diventerà un successo nel
finale, trasformata in musical e con il titolo "I dream too
much", "io sogno troppo".
Non si sa bene invece chi abbia
composto il "duetto della foca": i due giovani hanno
infatti per vicino di casa, all'inizio del film, un signore che si
chiama Roger e che si esibisce con una foca ammaestrata. Roger suona
il flauto, e la giovane cantante replica tutte le note dalla stanza
di sopra; l'uomo ne è stupito ma anche un po' seccato, e alla fine
va a prendere un fagotto, "vediamo un po' se riesci a prendere
anche queste note..." La foca è simpatica, ma sparirà presto
dal film.
Molte sequenze, soprattutto all'inizio,
fanno pensare a René Clair per la leggerezza e la dolcezza (forse è
proprio la presenza di Lily Pons a far pensare al grande regista
francese). Henry Fonda è un po' in imbarazzo in ruolo brillante alla
Hugh Grant, ma se la cava comunque bene; il suo futuro era però nei
ruoli drammatici, fin da "Furore" con John Ford pochissimi
anni dopo, nel 1940. Nel finale, per il musical (coreografie di
Hermes Pan) c'è anche una sfilata di moda.
Lily Pons era piccola di statura, e
arriva appena alle spalle di Henry Fonda; la situazione viene
sfruttata per diverse battute nel corso del film. L'aspetto fisico di
Lily Pons è anche all'origine di una battuta dell'impresario, quando
la ascolta per la prima volta: "da dove arriva tutta quella
voce?".
(Lily Pons, che fu anche antifascista e
collaborò alla Resistenza con De Gaulle, ha girato molti altri film
come attrice; a lei ho dedicato da tempo - qui - una pagina di questo blog)
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