lunedì 8 luglio 2019

Sangue (Pippo Delbono)


Sangue (2013) Regia di Pippo Delbono. Scritto e realizzato da Pippo Delbono. Fotografia e montaggio: Fabrice Aragno. Musiche di Victor Deme, Stefan Eicher, Camille; inserti da Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni. Interpreti: Pippo Delbono e sua madre Margherita, Giovanni Senzani, Anna Fenzi. Durata: 92 minuti

"Sangue" di Pippo Delbono, regista di teatro prima che di cinema, è un film del 2013 di carattere sostanzialmente privato: l'autore vi riporta infatti la malattia della madre e fa riflessioni sulla vita e sulla morte, e anche sull'omicidio attraverso la presenza di Giovanni Senzani, criminologo che negli anni '70 fu esponente di punta delle Brigate Rosse. La presenza di "Sangue" su questo blog dedicato all'opera lirica si deve alla presenza nel film di numerose sequenze da un allestimento di "Cavalleria Rusticana" di Pietro Mascagni, con la regia di Pippo Delbono.


Il film, girato in gran parte con il telefonino personale di Delbono, fu presentato fra le polemiche al Festival di Locarno, accolto da alcuni come se fosse un inno alle BR; una volta che lo si è visto si rivela come un documentario toccante sulla morte della madre di Delbono, dopo lunga malattia. Tutto questo, cioè la visione del film dall'inizio alla fine, rende un pochino surreali (o peggio) le polemiche legate alla presenza nel film di Giovanni Senzani, ormai settantenne, diventato amico personale di Delbono dopo aver assistito a un suo spettacolo. Senzani ha scontato il suo debito con la giustizia: uccise una persona del tutto innocente ed estranea al terrorismo, Roberto Peci, fratello del pentito Patrizio, e sequestrò il dirgente democristiano Ciro Cirillo. Ha scontato 17 anni di carcere, e vive dal 1999 in regime si semilibertà. Oggi Senzani è un vecchio piccolo e curvo, con i baffi bianchi; la sua presenza nel film è dovuta al fatto che la malattia della madre di Delbono corrisponde a quella della compagna di Senzani, Anna Fenzi. Le due donne non si sono mai incontrate e moriranno a pochi giorni di distanza l'una dall'altra, rendendo vicini nel dolore Delbono e Senzani. Il finale del film è con un rituale buddhista, le ceneri sparse in mare da Delbono e da Senzani insieme a una bambina che è figlia della sorella di Pippo Delbono.


Il film viene trasmesso nel dicembre 2013 dalla TSI, televisione della Svizzera Italiana, nell'ambito delle trasmissioni dedicate al Festival di Locarno, preceduto e seguito da un dibattito molto utile. Mi sono segnato un po' di cose che riporto qui di seguito:
1) è stato quasi completamente girato da Delbono: da solo, con il telefonino o lo smartphone 2) si apre con i funerali di Prospero Gallinari, altro terrorista degli anni '70, anch'egli cremato; Senzani aveva chiesto a Delbono di accompagnarlo. 3) la madre di Delbono era credente, all'inizio del film c'è un suo lungo discorso su Medjugorje, più di dieci minuti. 4) è un film di vecchi 5) la madre di Delbono alterna il genovese all'italiano, è una donna colta e all'inizio del film sta ancora abbastanza bene  6) Nel dibattito televisivo sono presenti due persone che sono su posizioni fasciste più o meno dichiarate; ascoltandoli non riesco a capire come si possa essere così duri con Senzani, che è un criminale ma non certo come chi mise le bombe nelle piazze e nelle stazioni (oggi sarebbero in Casa Pound o Forza Nuova: Giusva Fioravanti e Francesca Mambro, l'editore Freda, eccetera), o come Priebke e Mussolini, responsabili di morte e sequestro di persona, di deportazioni per decine di migliaia di persone (oggi, 2019, queste persone sono forse tra quelle che fanno battute di spirito su Anna Frank?). Nessuno glielo contesta, e di questo mi dispiace. In fin dei conti, Senzani non fa apologie e il suo racconto della morte di Roberto Peci è commosso. Di cosa stanno mai parlando? Quelle persone hanno fatto tante polemiche per un film che poi hanno visto in pochi; che io sappia sulle reti italiane "Sangue" non è mai arrivato. 7) Sempre nel dibattito tv, un'intervista al giudice Caselli, che visse il sequestro di Roberto Peci (colpevole solo di essere il fratello del pentito Patrizio, e del tutto innocente); Caselli ricorda l'efferatezza di Senzani.  8) intervista a Pippo Delbono che ricorda di essere stato sempre estraneo alla politica: "ero uno sconvoltone che andava ai concerti, non seguivo la politica", e che ha conosciuto Senzani solo da pochi anni, alla sua uscita dal carcere, diventandone amico quasi senza conoscerlo, chiacchierando dopo uno spettacolo di teatro


9) molte sequenze della Cavalleria Rusticana con la regia di Delbono, andata in scena a Napoli; sono belle e viene voglia di conoscere la regia per intero. Delbono vi si aggira un po' come faceva Tadeusz Kantor nei suoi spettacoli; la differenza principale è che Delbono è grande e grosso. A Napoli nel 2012 dirigeva Pinchas Steinberg, nella ripresa a Roma il direttore d'orchestra era Carlo Rizzi. 10) Delbono filma un suo viaggio a Tirana, dove vendono un farmaco vietato quasi ovunque, "lo scorpione azzurro", speranza estrema per non lasciar morire sua madre. Lo compera in una farmacia, e la farmacia ha esposto in bella vista un simbolo con lo scorpione azzurro, che si compera liberamente. Il farmaco si rivelerà del tutto inutile. 11) In un'altra sequenza Delbono si aggira per L'Aquila, città sconvolta dal terremoto; ma nessuno ha pagato per le speculazioni e le promesse al vento. Davanti alle rovine e alla speculazione edilizia sul terremoto sorgono domande che uno non vorrebbe mai porsi: avevano dunque ragione le BR? Forse dovremmo fare oggi come loro? Delbono se lo chiede e conclude che era sbagliato, allora come oggi, usare le armi contro la menzogna. Lo dice perché buddhista, ma i due figuri in studio, dopo il film (lo avranno guardato?) quasi non ci fanno caso: "conosco anch'io la cultura buddhista" dice il naziskin che è consigliere svizzero in Parlamento, e pensa così di aver liquidato tutto il discorso, con un'alzata di spalle e una smorfia. Io mi permetto di dire che è straordinaria la capacità di non riflettere sul terrorismo di destra, che non solo era ben presente negli anni '70 ma è stato anche responsabile delle peggiori stragi italiane. Le sentenze esistono e parlano chiaro: Piazza Fontana, Piazza della Loggia, il treno Italicus, la stazione di Bologna... tutti attentati identici a quelli islamici del Nuovo Millennio, che andarono a colpire persone innocenti. Mi sta bene la condanna di Senzani fatta dal giudice Caselli, ma come tacere di fronte alla semilibertà di chi (neofascista) mise la bomba alla Stazione di Bologna in quegli stessi anni? 12) belle le musiche scelte da Delbono, con autori che non conosco: Victor Deme, Stefan Eicher, Camille 13) Molto interessanti le riflessioni del giornalista Dino Balestra, all'epoca direttore TSI: il valore della memoria, soprattutto per una tv; la madre di Delbono vorrebbe vivere, Senzani è oggi come un morto, Roberto Peci voleva vivere; affrontare anche ciò che viene dal buio, concetto espresso anche da Delbono nell'intervista prima del film; la vita va avanti, comunque sia, ma spesso è indifferente e tocca a noi dare giudizi su quello che succede; davanti alla morte cadono le nostre maschere.
Nel film, molte scene fanno dire "io non lo avrei mai fatto", cioè filmare gli ultimi momenti di vita di una persona, la cassa che viene chiusa, eccetera. Però alla fine sono sequenze che rimangono dentro, e che fanno pensare. Delbono non mi è molto simpatico e il film è probabilmente un po' confuso, ma direi che l'obiettivo è raggiunto, farci riflettere su quello che succede e non dimenticare, nel bene come nel male.

 

2 commenti:

  1. si può vedere qui:

    https://www.raiplay.it/video/2018/01/Sangue-ec3e9864-9e39-456d-a230-eedab2d06192.html

    ciao!!!

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