Ho un ricordo personale di Leyla
Gencer, abbastanza curioso: l'unica volta che l'ho ascoltata è stato
il 12 settembre 1981, nell'aula magna della mia scuola. Per la
precisione, il Setificio di Como (ITIS Paolo Giovio, da tutti
conosciuto come Setificio) che all'epoca era per me un ricordo ancora
caldo, il diploma di perito chimico lo avevo preso pochi anni prima.
Leyla Gencer, una delle più grandi cantanti degli anni '50 e '60,
era agli ultimi anni di carriera e in quel concerto si esibiva con il
pianista Nikita Magaloff, uno dei più grandi interpreti di Chopin.
Il programma era di rara esecuzione, di Chopin le "19 liriche
polacche op.74" (in seguito questo recital sarebbe uscito in
disco). Ricordo ancora lo stupore di Leyla Gencer nel trovarsi in
quell'aula magna, non si aspettava un ambiente così e lo disse con
estrema chiarezza prima di cominciare, parole che si possono
riassumere con un "dove mi avete portato". Parole
giustificatissime, perché l'edificio, inaugurato nel 1973-74 (io
c'ero) era stato progettato e costruito da non so quale qualche
architetto a metà strada fra razionalismo e Beaubourg, cioè una
colata di cemento con gli oblò e i soffitti così bassi che sulle
scale dovevo camminare curvo (in quegli anni frequentava il Setificio
anche un giocatore della pallacanestro Cantù, allora ai vertici
europei, che si chiamava Beretta ed era alto dieci centimetri più di
me, cioè due metri abbondanti...), con i pavimenti di plastica, e
tante altre cose che non sto a descrivere anche perché è ancora lì,
e da qualche anno ospita anche l'Università. Insomma, niente a che
vedere con un teatro o con una sala da concerti, e anche nelle
assemblee quell'aula magna non è che avesse un'acustica
particolarmente felice (eufemismo), figuriamoci per un concerto. Devo
però dire che i laboratori erano belli, spaziosi, ben fatti, ma il
recital si tenne nell'aula magna e non nei laboratori (forse i
laboratori avrebbero fatto una migliore impressione, chissà).
Comunque il concerto si tenne, ma la Gencer e Magaloff non concessero
bis e se ne andarono alla svelta. Peccato, perché la voce della
grande cantante cominciava allora ed essere ben calda e qualcosa
ancora lo si sarebbe ascoltato volentieri, ma così è andata.
Leyla Gencer, turca di nascita
(Costantinopoli, 10 ottobre 1928 – Milano, 9 maggio 2008)
all'anagrafe si chiamava Ayse Leyla Çeyrekgil; Gencer è il cognome
del marito. Soprano fra i più grandi del secolo, la sua carriera
durò dal 1953 al 1983. In rete ho ritrovato un suo curioso
soprannome, "La regina dei pirati", perchè ha fatto
pochissime registrazioni in studio e le poche registrazioni che ne
documentano l'attività sono quasi tutte clandestine, quelle che
all'epoca si chiamavano "registrazioni pirata" fatte di
nascosto con registratori di fortuna. Ci si può interrogare sul
perché le case discografiche non abbiano mai chiamato la Gencer, ma
ormai anche questo fa parte del passato e non resta che prenderne
atto.
Il sito www.imdb.com porta alcune delle
sue registrazioni in video; ne aggiungo una, l'Aida dell'8 agosto
1963 dall'Arena di Verona trasmessa recentemente da Rai 5 che ha la
particolarità di mancare dell'ultimo atto: un temporale che, come
capita spesso all'Arena, mandò tutti a casa anzitempo. Nel
dettaglio:
1957 - Il Trovatore di Giuseppe Verdi,
alla Rai, direttore Fernando Previtali. Con Leyla Gencer cantano
Mario Del Monaco, Ettore Bastianini, Fedora Barbieri, Plinio
Clabassi.
1960 - Don Giovanni di Mozart, alla
Rai, direttore Francesco Molinari Pradelli. Leyla Gencer è donna
Elvira, con lei cantano Mario Petri, Sesto Bruscantini, Teresa Stich
Randall (donna Anna), Graziella Sciutti (Zerlina), Luigi Alva, Renato
Cesari, Heinz Borst.
1963 - l'Aida "interrotta" da
Verona, direttore Tullio Serafin. Con Leyla Gencer cantano Gastone
Limarilli, Giulietta Simionato, Giangiacomo Guelfi, Bonaldo Giaiotti,
Antonio Zerbini, Ottorino Begali. La regia teatrale è di Herbert
Graf.
1966 - Aida di Verdi, sempre dall'Arena
di Verona. Dirige Franco Capuana, con la Gencer cantano Carlo
Bergonzi, Fiorenza Cossotto, Anselmo Colzani, Bonaldo Giaiotti,
Franco Pugliese.
1982 - lo sceneggiato su Verdi per la
tv, nel ruolo di Marianna Barbieri Nini: l'unica presenza di Leyla
Gencer come attrice, fra cinema e tv.
Però, che bella storia. :)
RispondiEliminala conclusione, però, è che non posso davvero dire di avere davvero ascoltato Leyla Gencer... in quel concerto c'era un repertorio rarissimo, non c'erano punti di riferimento nemmeno per la parte pianistica. Si sarebbe ritirata definitivamente un anno dopo.
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