Wagner (1981– 1984, dieci episodi)
Regia di Tony Palmer. Scritto da Charles Wood. Consulenza storica e
musicale: John Culshaw, Gordon Parry, Oswald Georg Bauer, Tibor
Erkel. Fotografia di Vittorio Storaro. Altro direttore fotografia:
Nic Knowland. Direzione musicale: Georg Solti. Altri direttori: Iván
Fischer, Ádám Fischer, Oswald Georg Bauer. Costumi di Shirley
Russell
Interpreti principali: Richard Burton
(Wagner), Vanessa Redgrave (Cosima), László Gálffi (Ludwig II),
John Gielgud (Pfistermeister), Miguel Herz-Kestranek (Hans von
Bülow), Gemma Craven (Minna), Ralph Richardson (Pfordten), Richard
Pasco (Otto Wesendonck), Laurence Olivier (Pfeuffer), Ronald Pickup
(Nietzsche), Marthe Keller (Mathilde Wesendonck), Ekkehard Schall
(Franz Liszt), Niall Toibin (Lutz), Vernon Dobtcheff (Meyerbeer),
John Shrapnel (Semper), Franco Nero (Crespi), Peter Hofmann (Schnorr
von Carolsfeld), Gwyneth Jones (Malvina von Carolsfeld), László
Horváth (Hanslick), Jess Thomas (Albert Niemann), Joan Plowright
(Mrs. Taylor),Péter Andorai (Bakunin)Heinz Zednik (Ander). Durata
totale: 7-8 ore, secondo l'edizione che si trova
Per comodità, non avendo a
disposizione i tre dvd con il film completo, mi appoggio alla
versione in lingua originale con sottotitoli italiani resa
disponibile su youtube, e divisa in tre parti. Data la complessità
dell'opera, ho pensato che la cosa migliore che potessi fare è
compilare una specie di indice, così che chi passa di qui e mi legge
possa ritrovare facilmente le scene a cui è interessato.
Si inizia dai funerali di Wagner a
Venezia, nel 1883; in colonna sonora c'è il tema della morte di
Sigfrido, dall'opera "Götterdämmerung" (Il crepuscolo
degli dèi), poi seguono i titoli di testa. La voce del narratore,
che si immagina come un ministro dello Stato della Sassonia, ci
accompagnerà per tutto il film. L'inizio della narrazione vera e
propria, dopo la scena dei funerali di Wagner, è nel 1848 a Dresda,
dove il trentacinquenne Wagner, nativo di Lipsia, ha finalmente
ottenuto una carica di gran prestigio e ben remunerata, Kapellmeister
del Re di Sassonia. Wagner è già famoso: ha composto "Rienzi"
(su Cola di Rienzo) e "L'Olandese volante" (Der fliegende
Holländer, noto anche con il titolo "Il vascello fantasma"),
andate in scena con successo negli anni precedenti. Di recentissima
composizione è anche un'opera nuova, "Tannhäuser". Ancora
prima, ventenne, aveva composto due opere dal titolo "Le fate"
(Die Feen) e "Divieto d'amare" (Das Liebesverbot).
Prima di arrivare a Dresda, Wagner è stato direttore del teatro di Riga, in Lettonia (1837-38) ma è stato costretto ad abbandonare la città "inseguito dai cosacchi e dai debitori", come dirà più volte nel corso del film. Da dodici anni è sposato con Minna Planer, una cantante e attrice conosciuta a Magdeburgo, a lui molto devota. Ma tutto questo lo verremo a sapere dopo, nel ricordo di Minna e di Wagner; ora siamo a un concerto in onore del Re di Sassonia, e Wagner è a Dresda come Kapellmeister già da cinque anni; l'incarico è di grande prestigio ma Wagner non ne è soddisfatto. Lo vediamo qui, in livrea come un servo secondo l'uso del tempo in Sassonia (ma non in Italia e in Francia, Bellini, Donizetti, Verdi e Meyerbeer non furono mai al servizio di nessuno), mentre Reissiger dirige musiche di Wagner davanti al Re, che dorme. Quando l'anziano Re si sveglia, chiede chi ha fatto tutto questo rumore. "Siamo solo dei servi in livrea" dirà Wagner a Minna ripensando alla scena. La musica di quest'occasione verrà poi recuperata nel Tannhäuser.
La narrazione prosegue nel film
attraverso il ricordo di Wagner, come poi il regista Tony Palmer farà
l'anno successivo con il film su Haendel; qui Wagner e sua moglie
Minna (qui sotto una foto della vera Minna Planer) ricordano gli anni di Magdeburgo, dove si sono conosciuti e
sposati. Poi ci si sposta in un teatro dove Wagner è acclamato: non
come musicista ma come oratore politico, fautore delle riforme
democratiche (siamo nel '48), e amico dell'anarchico Bakunin (che è
accanto a lui sul palco), oltre che fautore della Germania unita.
Belli i dettagli della scena, il palco illuminato dalle candele che
sgocciolano, l'orazione in pubblico come si svolgeva davvero in quel
tempo prima dell'arrivo dell'elettricità e dell'illuminazione a gas.
A Dresda, Wagner dirige Beethoven e sta
scrivendo il Lohengrin: a corte si dice del Lohengrin che è un gran
bel soggetto, "se solo Herr Wagner non fosse così determinato a
comporlo lui stesso". Il Lohengrin non andrà mai in scena a
Dresda, si dice, perché i discorsi politici di Wagner sono stati
recepiti e ascoltati in alto loco.
L'editore Mesel toglie dalle sue
vetrine il Tannhäuser e mette al loro posto Meyerbeer; Wagner e
l'amico Röckel protestano e Mesel spiega com'è la situazione,
mostrando la busta con il manoscritto del Lohengrin respinta dal
teatro di Monaco di Baviera: non gli interessa, non hanno nemmeno
aperto i sigilli. E il Rienzi, insiste Mesel, quante esecuzioni ha
avuto dopo la prima? Il pubblico vuole Meyerbeer, vuole l'operetta,
perché Wagner non scrive operette? Wagner invece sta pensando a un
Barbarossa, ma l'idea verrà presto accantonata; il tema sarebbe
sempre stato l'unità del popolo tedesco. Siamo al minuto 21: "finché
non ci sarà una Germania unita non avrò un mio pubblico", dice
Richard Wagner. Ne parla con Minna, che gli ricorda l'aiuto di Liszt,
che dirige a Weimar il Tannhäuser. Durante la conversazione Wagner
dice a Minna "io sono più cristiano di loro, perché so cosa
significa essere pagani"; e racconta a Minna l'idea della "Morte
di Sigfrido" da comporre. Di questo periodo sono i saggi "L'arte
e la rivoluzione" e "L'opera d'arte dell'avvenire".
Al minuto 25 vediamo il cigno di
Lohengrin. Cristo, Barbarossa, Lohengrin: Wagner li vede come una
sola persona. Ma a Dresda vogliono l'operetta, i discorsi e i
progetti di Wagner interessano a pochi. Minna rievoca "The
battle of Victoria" che a Magdeburgo fece scappare tutti,
considerata come rumore, Wagner ricorda che fu a Magdeburgo che si
conobbero e si sposarono. Minna viene presentata come molto graziosa,
dolce e affettuosa, molto fedele al marito. Al minuto 26 una delle
tante magie di Vittorio Storaro, le fiaccole sulla barca nella
nebbia.
Al minuto 28 vediamo le barricate a
Dresda, durante le rivolte del 1848; Minna chiude Wagner in una
stanza per impedirgli di prendere parte ai moti, e gli rinfaccia i
debiti, la fame e le umiliazioni subiti. Oggi Wagner ha un impiego
importante, e deve fare attenzione a non perderlo; ma lui fugge dalla
finestra e partecipa ai moti in prima persona, sulle barricate,
insieme a Bakunin e all'architetto Semper, suo amico. Il Re di
Sassonia vuole sciogliere il Parlamento, e da qui nasce l'insurrezione.
Vediamo Wagner che stampa volantini e che prepara armi, in prima
persona sulle barricate.
In colonna sonora scorre il tema di
Nibelheim, la maledizione di Alberich si ascolta sul fuoco che
divampa all'Opera di Dresda, minuto 34; Wagner approva il tutto con
frasi che si direbbero tratte da suoi scritti (il nuovo teatro che
dovrà sorgere sulle ceneri di quello vecchio).
Al minuto 37 arriva a Dresda l'esercito
prussiano, ed è la fine dell'insurrezione; Wagner vede arrivare i
soldati dalla cima di una torre, armato di fucile. In strada, un
ufficiale prussiano riconosce Wagner e gli rinfaccia la vicinanza che
aveva con il re a Berlino; Wagner ribatte, e l'ufficiale dice che lo
risparmia solo perché ha ammirato il Rienzi. Minna è in casa con i
bambini, fuori il combattimento è al culmine, ha paura. Torna in
colonna sonora il tema della maledizione di Alberich. Notevoli le
scene di battaglia, molto realistiche anche le fucilazioni degli
insorti (che furono numerose).
Al minuto 43 vediamo la fuga di Wagner
da Dresda, per evitare il carcere e il processo; l'amico Röckel,
editore e giornalista, avrà 13 anni di carcere, e molti furono i
condannati a morte. L'anno è il 1849. Wagner fugge senza tregua per
due mesi, poi passando dalla Baviera arriva in Svizzera, a Lindau sul
Lago di Costanza. Il nome falso sul passaporto è Widman. Ancora
magie di Vittorio Storaro sulla Svizzera, il valico sulle Alpi e il
lago con le montagne. In colonna sonora il canto delle Figlie del
Reno.
Al minuto 46, sulle note dei Maestri
Cantori, vediamo Wagner insediato a Zurigo mentre legge il suo poema
nibelungico a casa di Sulzer dove i suoi amici smontano le porte per
fare più spazio, e con una porta fanno un palco; il padrone di casa
è stupito ma anche incuriosito. L'attore che interpreta Sulzer ha un
atteggiamento "very british", e in generale in tutto il
film ogni tanto bisogna ricordarsi che questo è un film su persone
tedesche, non inglesi; il "very british" è lo stile
fondamentale di questo "Wagner" di Tony Palmer.
Minna raggiunge Wagner a Zurigo ma non
è contenta, a Dresda stava bene e conta di tornarci; prima di
partire si è assicurata che non ci fosse niente contro di lei
(invece Wagner è ricercato, a Dresda, e lo sarà ancora per molti
anni). In queste sequenze vediamo anche Natalie, figlia di una
precedente relazione di Minna. Durante la fuga precipitosa da Riga,
Minna perse un figlio di Wagner; da allora non può più avere figli.
Intanto, a casa del ricco Sulzer, Wagner declama le Norne dal
Sigfrido. L'arrivo di Minna a Zurigo è del settembre 1849.
Al minuto 54 termina la lettura di
Wagner in casa Sulzer; ora bisognerà mettere in musica la
riscrittura del poema nibelungico. Wagner si chiede se potrà portare
il suo Sigfrido a Parigi, nel senso che c'è bisogno di soldi e
potrebbe essere un'occasione. Ne discute con Minna, che approva
l'idea ma equivoca e il marito la corregge subito: non sarà
un'opera, ma un dramma in musica.
Intanto Wagner accetta di dirigere
Beethoven a Zurigo, ma l'orchestra è composta da dilettanti e Minna
se ne lamenta, a Dresda c'era una grande orchestra. Dresda è sempre
al centro dei pensieri di Minna, ma Wagner non può ritornare in
Germania perché ancora ricercato dalla polizia dopo i moti del
1848-49.
Al minuto 57 si mostra l'antisemitismo
di Wagner, rivolto verso Meyerbeer (motivo del drago in colonna
sonora), Minna ricorda invece che Meyerbeer aiutò più volte Wagner
(tema di Alberich, ancora il drago). La risposta di Minna fa
infuriare Wagner: "Meyerbeer scrive Il Profeta, ma non
profetizza niente". E' di questi anni infatti la redazione di
due saggi di Richard Wagner: "Oper und drama" e "Il
giudaismo nella musica", pubblicati entrambi nel 1850. Wagner fu
influenzato da Meyerbeer ai suoi inizi, e il "Rienzi", suo
primo successo, deve molto a Meyerbeer. Il suo antisemitismo è
dovuto prima di tutto alla rivalità presunta con Meyerbeer, che dal
canto suo viveva da decenni un enorme successo personale ed era del
tutto estraneo a queste polemiche. Nel film di Tony Palmer non lo si
dice, ma Wagner "prese in prestito" almeno due temi
importanti dell'Anello del Nibelungo e del Parsifal da un altro
compositore di origine ebraica, Mendelssohn.
La discussione tra marito e moglie
prosegue a 1h00, mentre in colonna sonora ascoltiamo temi dal
Lohengrin: "quei saggi che voi buttate lì", dice Minna:
"non portano soldi. siamo pieni di debiti, dirigete, scrivete
musica piuttosto". Minna e Richard vanno ancora d'accordo,
Wagner la descrive come "la bella attrice tanto corteggiata"
ai tempi in cui vivevano a Magdeburgo. Minna parla del loro figlio
morto prima della nascita a causa della fuga repentina dai creditori
di Riga, poi accenna a Liszt, che sta aiutando molto Wagner dirigendo
le sue opere in Germania. "Liszt è solo un esecutore, lui ha
più bisogno di me di quanto io abbia bisogno di lui", le
risponde Wagner.
Siamo a 1h06, in colonna sonora il tema
dei Nibelunghi; fuoco e morte nelle immagini. Liszt lo vuole a
Parigi, ma Wagner insiste: "Parigi va bene per Meyerbeer".
Comunque ne parla con Minna: nasce l'idea di scrivere "Wieland
il fabbro" per Parigi, sempre per fare un po' di soldi. Un altro
progetto che verrà abbandonato presto.
A 1h09 Wagner cerca finanziamenti (è
la costante della sua vita), e li trova presso Jessie Laussot Taylor
e Frau Ritter, a Bordeaux. La madre di Jessie è interpretata da Joan
Plowright. Frau Ritter ha un figlio a cui Wagner dà lezioni, mentre Jessie è
una donna sposata molto bella che si innamora di Wagner. A tavola, il
marito di Jessie dà notizie di Dresda, dove sono arrivate le
condanne a morte per gli amici di Wagner (che poi verranno tramutate
in anni di carcere). "Ero solo uno spettatore di ciò che
accadeva" dice Wagner, ma nelle immagini lo vediamo combattere
sulle barricate. Poi Wagner va a Parigi e Jessie vorrebbe
raggiungerlo; il marito di Jessie in una battuta di caccia minaccia
di sparare a Wagner (che però è già lontano).
A 1h15, sulle note del Tristano
(preludio atto terzo, Tristano morente) Wagner a Parigi viene
raggiunto da un ispettore di polizia che pur essendo suo ammiratore
(si fa firmare e regalare una copia del Tannhäuser) gli dice che
dovrà lasciare subito Parigi per via dei fatti di Dresda, e gli
consiglia di evitare Bordeaux dove la sua relazione con Jessie Taylor
lo mette in pericolo. Wagner deve andarsene in Svizzera, insomma. Non
c'è altra scelta, perché la Germania gli è ancora vietata e
rischierebbe l'arresto.
A1h21 Wagner è ancora in Svizzera, con
Minna. Bellissime le immagini di Storaro, sul tema della Ballata di
Senta dall'Olandese Volante. In Svizzera Wagner ha due allievi, Hans
von Bülow e Karl Ritter; è presente anche Liszt, suocero di Bülow.
Vediamo Wagner in barca sul lago con Ritter e Liszt; Liszt dà
consigli, Wagner dice che lascia la politica, per i soldi magari.
Alla fine della gita in barca, c'è una discussione fra Liszt e il
giovane Ritter, e alla fine Liszt dà del babbuino a Ritter, che si
offende moltissimo e chiede riparazione (parlavano di Goethe e della
Francia).
In Svizzera a un ricevimento si parla
anche di Heine, e dell'influenza di Heine su Wagner (parere
negativissimo su Heine da una bella signora), Karl Ritter è sempre
offesissimo con Liszt (gli ha dato del babbeo o del babbuino) e
minaccia di tagliare i fondi a Wagner che continua ad essergli amico.
Minna è gelosa. Wagner parla del Sigfrido e del teatro del futuro,
ma nessuno lo ascolta e si arrabbia: io sono Wagner! grida Richard
Burton (Wagner) interrompendo il ricevimento.
A 1h33 siamo nel 1851, in montagna;
Wagner non sta bene, ha trascorso due mesi in sanatorio dove lo
costringono a fare passeggiate all'aperto, fra la neve; ha il fuoco
di sant'Antonio, e forse anche la scrofola (che è un'infiammazione
dei linfonodi, con ulcere nella pelle). Da cinque anni Wagner non
scrive musica, e vorrebbe tornare in Germania ma è ancora ricercato
per i fatti di Dresda. In Svizzera lo raggiunge l'architetto Semper,
suo amico dei tempi di Dresda, che vediamo insieme a Karl Ritter e a
Muller (in colonna sonora il tema finale del Crepuscolo degli dèi).
A 1h36, in una sequenza curiosa alle
terme, Wagner legge Schopenhauer: "Il mondo come volontà di
rappresentazione".
A 1h39 al piano, Wagner scrive musica:
è tornato a comporre. Il lavoro del fabbro al piano di sotto (è un
armaiolo) lo disturba, il rumore dell'incudine finisce per associarsi
al suono dell'incudine dei Nibelunghi, che verrà inserito in Das
Rheingold; Wagner si mostra sprezzante con il fabbro, del genere "lei
non sa chi sono io".
A 1h43 il ricco mercante di seta Wesendonck si fa convincere a finanziare Wagner, ma sapendolo propenso a sperperare il denaro vuole che il prestito sia gestito da sua moglie Minna; però Minna è tornata a Dresda. Siamo nel 1852-54; in questi anni Wagner effettua tournée come direttore d'orchestra anche in Italia (Torino, Genova, La Spezia), che però nel film di Tony Palmer non si vedono. Ha grande spazio invece la relazione, vera o presunta, con la moglie di Wesendonck, Mathilde (qui a fianco in un ritratto d'epoca). In questi anni, finanziato da Wesendonck, Wagner termina "L'oro del Reno" e inizia "La Walkiria"; è anche il periodo in cui nasce l'idea del "Tristano e Isotta", ispirato da Mathilde Wesendonck per la quale compone alcuni lieder (in uno di questi "Wesendonck Lieder" c'è un'idea musicale che tornerà nel terzo atto del "Tristano"). In uno dei suoi manoscritti, Wagner lascia dediche a Mathilde. Poi dai Wesendonck arriva anche Minna; Minna è ormai dipendente dal laudano, che il medico di Dresda (dottor Pusinelli) le prescrive per calmare dolori e depressione. Nelle immagini, Vittorio Storaro rifà un Vermeer a 1h51 e compie altre vere magie, anche in esterni.
A 1h43 il ricco mercante di seta Wesendonck si fa convincere a finanziare Wagner, ma sapendolo propenso a sperperare il denaro vuole che il prestito sia gestito da sua moglie Minna; però Minna è tornata a Dresda. Siamo nel 1852-54; in questi anni Wagner effettua tournée come direttore d'orchestra anche in Italia (Torino, Genova, La Spezia), che però nel film di Tony Palmer non si vedono. Ha grande spazio invece la relazione, vera o presunta, con la moglie di Wesendonck, Mathilde (qui a fianco in un ritratto d'epoca). In questi anni, finanziato da Wesendonck, Wagner termina "L'oro del Reno" e inizia "La Walkiria"; è anche il periodo in cui nasce l'idea del "Tristano e Isotta", ispirato da Mathilde Wesendonck per la quale compone alcuni lieder (in uno di questi "Wesendonck Lieder" c'è un'idea musicale che tornerà nel terzo atto del "Tristano"). In uno dei suoi manoscritti, Wagner lascia dediche a Mathilde. Poi dai Wesendonck arriva anche Minna; Minna è ormai dipendente dal laudano, che il medico di Dresda (dottor Pusinelli) le prescrive per calmare dolori e depressione. Nelle immagini, Vittorio Storaro rifà un Vermeer a 1h51 e compie altre vere magie, anche in esterni.
A 2h00 nasce l'idea del Tristano, i
lieder per Mathilde, le malattie, i dubbi di Wesendonck riguardo a
sua moglie; un incubo di Wagner a 2h03 con uomini e donne con torce,
eccetera. Poi, torna la quiete con Minna.
A 2h06 vediamo Hans von Bülow e
signora, cioè sua moglie Cosima, figlia di Liszt. Minna è sempre in
cucina, o almeno così ce la mostra Tony Palmer.
A 2h10 Minna che sospetta l'ennesimo
tradimento di suo marito va da Mathilde, e le ricorda 22 anni di
matrimonio (in queste scene non si vede più Natalie, figlia di
Minna). Per amore di Wagner, Minna ha rinunciato alla carriera di
attrice che era molto ben iniziata. "Wagner tratta ogni cosa
come se fosse sua, compresa la mia casa" le dice Mathilde. Poi
arriva Wagner che porta via Minna senza fare discussioni.Wagner ha
sempre insistito che la sua storia con Mathilde Wesendonck è sempre
e soltanto stata di carattere artistico; rimarrà comunque in buoni
rapporti con Wesendonck, marito di Mathilde, che continuerà a
finanziarlo anche in seguito. Questa scena, l'incontro a quattro con
discussione fra i Wesendonck e i Wagner, è mostrata molto bene nel
film su Wagner del 1913, con protagonista Giuseppe Becce; qui Tony
Palmer sorvola sui dettagli.
A 2h13 siamo a Venezia, ancora con
magie di Vittorio Storaro. Siamo nel 1858: negli anni precedenti (ma
nel film di questo non si parla) Wagner è stato a Londra e a Parigi,
ha terminato "Die Walküre" e iniziato il "Siegfried",
che però interrompe per scrivere "Tristan und Isolde".
Nell'agosto 1858 lascia Zurigo e si trasferisce a Venezia, a Palazzo
Giustinian (una casa molto ampia, si dice nel film). Venezia è
ancora austriaca, e anche l'Austria diffida Wagner, per via dei fatti
di Dresda; viene chiamato a rapporto dal capo della polizia
(interpretato da Franco Nero); l'Austria lo vorrebbe espellere, ma il
capo della polizia ammira la sua musica e gli promette aiuto. A
Venezia comincia a scrivere il Tristano, ascoltiamo ancora discorsi
sul giudaismo, su arte e rivoluzione, opera e dramma in musica.
A 2h21, a Venezia la banda suona il
Rienzi ma Wagner ne è disturbato anche se si mostra gentile.
Dettagli del salasso subito da Wagner. Visita di Dolgorukov e Zichy,
che gli parlano delle esecuzioni delle sue opere in Germania; Wagner
non ha mai visto in scena il Lohengrin.
A 2h26 arriva a Venezia Karl Ritter,
suo allievo e finanziatore, e dice che a Zurigo Cosima Liszt, moglie
di Hans von Bülow ha minacciato di annegarsi per lui (per Ritter);
anche Ritter ha scritto un Tristano. Soldi, ancora soldi, c'è ancora
bisogno di soldi e Wagner a Venezia fa subito una montagna di debiti.
A 2h30 arriva la guerra anche a
Venezia, il nostro Risorgimento; siamo nell'aprile 1859. Wagner deve
ripartire, lo vediamo su un valico delle Alpi in mezzo alla neve,
direzione Parigi; alla frontiera dà il falso nome di Schultz. Il suo
pianoforte Erard lo segue dovunque, dalla Svizzera a Venezia e poi a
Parigi. Liszt lo aveva avvertito: "Venezia è una città
triste". Di passaggio in Svizzera si ferma da Wesendonck e gli
chiede ancora soldi; Wesendonck acconsente. Nasce l'idea dei Maestri
Cantori.
Ecco, il "very british" potrebbe essere il problema di fondo. Ormai faccio fatica a reggerlo. Da un po' di anni a questa parte, complice anche la Brexit, l'Inghilterra e un po' tutte le cose inglesi mi sono diventate antipatiche.
RispondiEliminabeh,qui abbiamo Storaro al suo meglio
RispondiEliminae poi a me John Gielgud piace sempre moltissimo, idem Vanessa Redgrave (che di sicuro ha votato contro la Brexit)