sabato 18 agosto 2018

Piccola grande voce


 
La piccola grande voce (Kleine grosse Stimme, 2015). Regia di Wolfgang Murnberger. Scritto da Rupert Henning, Michaela Ronzoni, Eva Spreitzhofer. Fotografia di Peter von Haller. Musiche di Vivaldi, Humperdinck, Piae Cantiones (1582) e altri.  Musiche per il film di Roman Kariolou. Interpreti: Wainde Wane (Benedikt), David Rott (Max Goldberg, direttore del coro), Miriam Stein (Elsa), Karl Merkatz (Siegfried Goldberg, padre di Max), Tyron Ricketts (sgt. Jerry Delgado), Erwin Steinhauer (direttore scuola), Philipp Hochmair (prefetto della scuola), Branko Samarovski (nonno di Benedikt), Margarete Tiesel (nonna di Benedikt), Timotheus Hollweg (Kurt), Aeneas Hollweg, Enzo Gaier e molti altri. Durata: 1h30'

Siamo in Austria nel 1954, a nove anni dalla fine della guerra; come successe da noi a Napoli e in altre città del sud e del nord, anche a Vienna sono ancora presenti le truppe dell'esercito alleato. Manca poco, e poi anche gli ultimi soldati americani torneranno in patria; uno di loro, il sergente Jerry Delgado, ha avuto un figlio da una giovane donna austriaca, ma non lo sa. La mamma purtroppo non c'è più, il bambino ha quasi dieci anni e vive con i nonni; del padre ha solo una fotografia. C'è un problema, nell'Austria del 1954: il padre del bambino è un afroamericano.

 
Benedikt è comunque un tipo tosto, sa come difendersi e poi possiede un talento naturale: non solo ha una voce molto bella e molto estesa, ma è anche in grado di ripetere un brano musicale a memoria, anche dopo averlo ascoltato una sola volta. Il bambino, molto determinato, lascerà la trattoria dei nonni (dove il nonno non lo ha mai accettato) e andrà a fare un provino nel famoso coro viennese delle voci bianche. Non racconto tutto il film, dico solo (non è un thriller e si capisce subito cosa succederà) che alla fine tutto si aggiusta, e il bambino riabbraccerà suo padre.
Ci sono delle storie secondarie che si intrecciano a quella di Benedikt: il giovane maestro del coro, che spinge per l'ammissione di Benedikt al collegio, entra in rivalità con il prefetto della scuola e ha una storia d'amore con la bella Elsa. Inoltre, il maestro del coro è viennese ma viene dall'America, dove è molto stimato; è tornato in patria dopo la fine della guerra per essere accanto al padre, un ebreo sopravvissuto al lager che ancora attende il ritorno della moglie. In questa situazione di famiglia si inserirà benissimo Benedikt.


Il film non è un capolavoro ma piace, gli attori sono bravi e si impongono soprattutto il ragazzino che interpreta Benedikt (si chiama Wainde Wane ed ha qualche anno in più del suo personaggio), e Karl Merkatz che interpreta l'anziano Siegfried, il padre del direttore del coro. La sceneggiatura è un po' schematica ma funziona, la struttura è quella dei film televisivi ma funziona; con i tempi che corrono si poteva evitare (anche se è probabile che sia una cosa vera) la pacchianata delle finte Gretel con le treccine bionde. Personalmente mi dispiace anche il modo in cui vengono presentate le musiche in stile Glenn Miller del maestro del coro, è un luogo comune abbastanza stupido la contrapposizione con "la classica" e mi stupisco ogni volta nel vederlo riproposto ancora oggi. Oltretutto, quella "musica nuova" oggi appare molto datata, ma così va il mondo. Per fortuna non tutto il film è così.

 
Il film è d'invenzione, ma con molti riferimenti al mondo reale. Il giovane maestro del coro a un certo punto mostra una lettera di Dimitri Mitropoulos, tra i più grandi direttori d'orchestra di quegli anni (morirà a Milano nel 1960, durante le prove di un concerto alla Scala) che gli offre un posto come suo collaboratore a New York, e può darsi che sia un'eco di qualche fatto realmente successo.
Nei titoli di coda (per quello che sono riuscito a leggere) si fa riferimento all'orchestra della Radio Austriaca (ORF Wien) e ai Wiener Sängerknaben, importante coro di voci bianche.


Non ho trovato la lista completa delle musiche presenti nel film, anche perché il solito funzionario televisivo cretino ha tagliato i titoli di coda, dove di solito sono presenti queste informazioni. Detto che i registi dovrebbero attrezzarsi contro questa forma di disprezzo del loro lavoro, magari mettendo delle immagini anche sui titoli di coda (qualcuno ha già cominciato a farlo), ho provato a ricostruire a memoria un possibile elenco. Chiedo scusa per errori e omissioni, spero che qualcuno mi aiuti a completare e a correggere questo elenco.
Si inizia con un Magnificat, sulle parole "fecit potentiam in brachium tuum": dovrebbe essere Vivaldi, ma non ho qui il film e non posso controllare. "Come hear the blackbirds in the blossoming tree", la canzone che fa da guida durante le vicende del film, è scritta da Roman Kariolou, autore delle musiche per il film, e può essere riascoltata anche su youtube. "Hänsel und Gretel", poi trascritta in stile Glenn Miller, dovrebbe essere tratta dall'opera del 1893 di Engelbert Humperdinck, compositore renano; è ancora oggi molto eseguita nei paesi anglosassoni, mentre da noi è di rarissima esecuzione.
 
Si ascolta anche "Gaudete, gaudete", un canto natalizio tratto dalle "Piae Cantiones" del 1582, raccolta di inni cristiani del Nord Europa pubblicata per la prima volta in Finlandia. Il testo è questo:
Gaudete, gaudete, Christus est natus
ex Maria virginae, gaudete.
Tempus ad est gratiae hoc quod optabamus
Carmina laetitiae devote redamus.
Deus homo factus est naturam erante
Mundus renovatus est a Christo regnante.
Ezecheelis porta clausa per transitor
unde lux est orta sallus invenitor.
Ergo nostra contio psallat jam in lustro,
benedicat Domino sallus regi nostro.
Per me è stata una piacevole sorpresa ritrovare questo canto, molto bello, che conoscevo fin da quando negli anni '70 ascoltavo il disco "Below the salt" degli Steeleye Span, da dove ho ricopiato il testo latino.
Ci sono molte altre musiche nel film, ma dovrò rimandare le mie osservazioni ad una prossima nuova visione. Cercando in rete ho trovato che "Drudi Dradi" è un libro del 1932, Drudi, Dradi Hand in Hand reisen in das Mohrenland. Wien, Verlag für Jugend und Volk, 1932, con illustrazioni di Ernst Kutzer, scritto da Alois Legrün. Verrebbe da interrogarsi su quel "Mohrenland", ma l'ineffabile algoritmo di Google mi mette davanti solo siti che vogliono vendermi il libro (io invece volevo prima delle informazioni, ma così va il mondo e quindi portiamo pazienza, finché si può).
 
 
 
 


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