Succede tutti i giorni di ascoltare o
leggere, su tutti i canali tv, frasi come queste: «Questo programma
è offerto da ...» oppure: «La visione di questo programma è
riservata ai soli spettatori adulti», eccetera. Un programma? No,
quello che stanno trasmettendo è un film per il cinema, uscito nelle
sale cinematografiche, magari un capolavoro nella storia del cinema.
Non è un programma, è un film per il cinema, è un concerto, un
documentario, un'inchiesta.
Può sembrare una precisazione inutile
e noiosa, una seccatura di quelle che fanno dire "...ma dàaai",
e invece saper distinguere un programma fatto per la tv da un film
pensato per il cinema dovrebbe essere requisito essenziale per fare
televisione. Così non è, e anche questo piccolo fatto spiega tante
cose. Ne spiega anche troppe, per dirla tutta, e viene il magone se
ci si mette a pensare allo stato in cui è ridotta la televisione
italiana - ma dico tutta, non è solo la Rai, proprio ogni canale del
digitale terrestre a partire da quelli da dove è iniziata la frana,
cioè le reti Mediaset - Fininvest.
In un programma televisivo, pensato
apposta per la tv, ci può stare benissimo la pubblicità; magari
serve una pausa fra un argomento e l'altro, fra una canzone e un
comico, nella pausa si inserisce lo spot. In un film, o in una
partita di calcio, o in un concerto, lo spot dà fastidio: interrompe
l'azione, l'emozione, si inserisce qualcosa che non c'entra proprio
niente. Sembra semplice semplice, invece vediamo sempre realizzato
l'opposto. Secondo me, i funzionari tv che non si accorgono di queste
cose andrebbero licenziati: che si trovino un altro lavoro, che
vadano a far danni altrove.
Vi sembra ancora una questione da poco?
In questi giorni, dopo la tragedia del ponte di Genova, è successo
questo: per ventiquattr'ore, tutti i canali Rai hanno avuto un nastro
a lutto nell'angolo in alto a destra. Peccato che, poi, sotto il
nastro a lutto passassero stupri, omicidi, autopsie su cadaveri in
decomposizione, bestemmie, e quant'altro: uno dei soliti,
immancabili, telefilm trasmessi anche in orari da bambini, senza
alcun divieto né segnalazione. Intanto, magari a tarda ora, vanno in
onda i film dei primi anni '60, preceduti dal severo ammonimento:
"Questo programma contiene scene riservate al solo pubblico
adulto". E magari è un film con Ugo Tognazzi e Raimondo
Vianello, capirai che roba: quando uscì nei cinema gli avevano messo
il VM 14, vietato ai minori di 14 anni, magari per una scena di
adulterio o per dei dialoghi un po' sboccati. Insomma, i nostri tostissimi funzionari
si sono dimenticati di far togliere quel VM 14, o forse l'iter per
toglierlo è troppo noioso e complicato, toccherebbe lavorare,
toccherebbe guardare ciò che si trasmette, toccherebbe informarsi,
che noia, che palle, chi te lo fa fare. Non sanno quello che trasmettono, e non hanno il minimo interesse per quello che va in onda: eppure sono lì, inamovibili. Così va, e il futuro
potrebbe riservarci anche qualcosa di peggio.
Quello che si vede in questi giorni,
con il governo Lega-5 stelle, è infatti la solita vecchia storia: di
qualità dei programmi e di competenza non si parla mai, si parla
solo di occupazione delle sedie più in vista, le direzioni dei tg,
l'amministratore delegato fa discorsi in cui non compare mai la
parola "servizio pubblico", le trasmissioni di punta sono
il festival di Sanremo e l'isola dei famosi, tutto qui. Del parere
degli ascoltatori non sanno cosa farsene. Pura e semplice occupazione
dei posti di comando, anzi dei posti dove si mangia
ATTENZIONE: Queste riflessioni sono
ormai da considerarsi obsolete, l'avvento del governo Grillo-Salvini
le rende inutili, il declino continuo della tv (non solo la Rai, ma
per la Rai paghiamo il canone e bisognerebbe chiedere un palinsesto
di alto livello) sta trovando la sua fine, dimentichiamoci della Rai
del servizio pubblico, ormai è andata. Questo programma, pardon
questo post, è da considerarsi del tutto inutile: se nonostante
tutto lo avete letto e siete arrivati fin qui, peggio per voi.
AGGIORNAMENTO all'anno 2020: il governo è cambiato, la situazione alla Rai mica tanto. Lo si vede un po' su tutti i canali, ma significative sono le "promo" per Raiplay, che indicano bene le scelte aziendali.
AGGIORNAMENTO all'anno 2020: il governo è cambiato, la situazione alla Rai mica tanto. Lo si vede un po' su tutti i canali, ma significative sono le "promo" per Raiplay, che indicano bene le scelte aziendali.
(nelle immagini, due Tognazzi vietatissimi - una delle foto è sul set di "Barbarella", con Jane Fonda)
(le altre immagini, prese on line, erano senza fonte; non era indicata né la provenienza né l'autore)
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