giovedì 15 dicembre 2016

L'etrusco uccide ancora


L'etrusco uccide ancora (1972) Regia di Armando Crispino. Tratto da un racconto di Bryan Edgar Wallace. Sceneggiatura di Lucio Battistrada, Armando Crispino, Lutz Eisholtz. Musiche di Riz Ortolani, e il Dies irae di Verdi. Interpreti: Samantha Eggar, Nadja Tiller, John Marley, Alex Cord, Carlo de Mejo, Enzo Tarascio, Enzo Cerusico, Mario Maranzana, Daniela Surina, Wendy D'Olive, Christina von Blanc, Cinzia Bruno, Carla Brait, Carla Mancini, Rosita Toros. Durata: 105 minuti

"L'etrusco uccide ancora" è un film da poco, di genere, che però si svolge a Spoleto e ha come sfondo, oltre agli etruschi, anche il Festival dei Due Mondi; ed è questo il motivo della sua presenza in questo blog. Per me si tratta di un piccolo ricordo personale, un film che era arrivato sullo schermo del cinema del paese dove abito quando avevo quattordici anni e che ero andato a vedere in compagnia. Rivisto di recente in un passaggio televisivo, non posso che confermare l'impressione che ne avevo avuto da adolescente: una scemenza fra thriller e horror, con eccessiva insistenza su dettagli truci e drammaturgia risibile. Ovviamente, data l'età, mi ero invece interessato molto alle giovani donne sullo schermo, e da questo punto di vista ho l'impressione che ci siano dei tagli qua e là nella versione che circola in tv.
Ci sono però immagini molto belle, in esterni (siamo in Umbria, posti meravigliosi) e in interni, immagini da grande schermo, di Spoleto e dei dintorni. In particolare si vede il Festival di Spoleto, dietro le quinte. I luoghi in cui fu girato il film, oltre a Spoleto, sono: Cerveteri, Tarquinia, Frascati (villa Aldobrandini) e Montefiascone (basilica di san Flaviano). Ci si immagina una serie di efferati delitti legati alla scoperta di una tomba etrusca, e il dubbio sulla natura soprannaturale rimane in sospeso per un'oretta, poi si scoprirà che l'assassino non era affatto un demone venuto dal passato. Tutto qui, e niente di nuovo nemmeno nel 1972.
 

Belle immagini a parte, niente di particolare da segnalare nemmeno nella parte dedicata alla musica: c'è il "Dies irae" dalla Messa di Requiem di Giuseppe Verdi, ma per il resto le musiche sono di Riz Ortolani, direi proprio non memorabili. Tra i protagonisti troviamo un direttore d'orchestra caricaturale, a metà strada fra Bernstein e Karajan, dal nome greco: l'attore che lo interpreta si chiama John Marley. C'è anche un coreografo omosessuale, o per essere più precisi "frocio" (è la parola che viene usata nel film) altrettanto caricaturale e scontato. Ma alla fine il tutto, visto anche il passare del tempo, finisce per acquistare quasi un carattere documentario, se non sulla musica su come era il cinema di quegli anni: film come questo avevano il loro circuito, costavano poco al noleggio e riuscivano comunque a riempire le sale dei piccoli cinematografi. Una parte non disprezzabile dell'economia del cinema, dunque, e con qualche pregio (penso soprattutto ai film di Franchi e Ingrassia); c'erano film mitologici e film comici, c'era Lino Banfi che rifaceva per l'ennesima volta la caricatura del "ricchione" (il termine è suo, di Lino Banfi: ha contribuito molto a diffonderlo anche al Nord), c'erano i film di Gianni Morandi ventenne alle prese col servizio militare (Non son degno di te, In ginocchio da te, Se non avessi più te... me li sono dovuti sorbire tutti), e c'erano anche i western italiani, ma i film di Sergio Leone non facevano parte di questo circuito, erano belli e avevano grande successo, impossibile che arrivassero nei piccoli cinematografi. Qui invece prosperavano i Django e i Ringo, i Sartana e tutti quei filmetti girati in pochi giorni che oggi la parte più superficiale della critica vorrebbe rivalutare: ci si può divertire a vederli, ma sono davvero poca cosa. Da filmetti come "L'etrusco uccide ancora" nasce anche la serie infinita degli horror alla Dario Argento: se vi piacciono queste cosette, potete anche perdere un paio d'ore con la storiella del demone etrusco. Da parte mia, penso sempre che di sangue e di sofferenza è già abbastanza piena la realtà, nei film ne faccio volentieri a meno. En passant, ricordo che Alfred Hitchcock girò "Psycho" in bianco e nero proprio per non far vedere il sangue della vittima: chi non volesse crederci può procurarsi la famosa intervista di Hitchcock a Truffaut, è scritto con molta chiarezza (tutti i film di Hitchcock sono a colori fin dal 1948).
 

Gli attori: Enzo Cerusico, che si vede brevemente all'inizio del film (fotografo e aiutante dell'archeologo) era molto popolare negli anni '60 e '70, non solo in Italia ma anche in America dove aveva girato una serie di telefilm intitolata "Tony e il professore" con James Whitmore; io lo ricordo volentieri come Sam Weller nel "Circolo Pickwick" di Gregoretti, per la tv. Anche Enzo Tarascio, che qui è il commissario di polizia, era un attore importante, soprattutto a teatro; al cinema forse il suo ruolo più bello è nel "Conformista" di Bertolucci, il professore antifascista marito di Dominique Sanda, tradito dall'allievo di cui si fidava. Molte e belle le donne (tante): da Samantha Eggar a Nadja Tiller, e poi Daniela Surina (segretaria), Wendy D'Olive (ballerina), Christina von Blanc (Velia). John Marley, caratterista di molti film americani, è il direttore d'orchestra; Carlo de Mejo (nella realtà quotidiana figlio di Alida Valli) è qui il figlio scapestrato del direttore d'orchestra; Alex Cord è l'archeologo alcoolizzato. Il nome dell'etrusco dipinto è Tukulka o qualcosa di simile, l'assassino (penso di non svelare niente di importante) non è il demone etrusco ma il figlio del direttore d'orchestra.

Il regista Armando Crispino (biellese, 1924-2003) ha girato qualche horror, filmetti con Gianni Morandi e poco più; come sceneggiatore ha invece qualche merito, ma direi che su questo film ho già scritto fin troppo e che è il caso, invece, di rivolgere un pensiero (e qualcosa di più) alle genti non solo di Spoleto ma anche di Norcia, di Amatrice, e di tutti i paesi toccati dal terremoto di questo anno 2016.

 
(le immagini vengono dalla rete, e ringrazio chi le ha rese disponibili; mancano però quelle che avrei voluto mettere io, quelle relative alla parte musicale. Vedrò di provvedere in futuro.)
(qui sopra, un'immagine dal Festival di Spoleto 2008)





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