Aida (1953) regia di Clemente Fracassi.
Tratto dall'opera di Giuseppe Verdi. Riduzione musicale di Renzo
Rossellini. Fotografia (colori) di Piero Portalupi. Coreografie:
Margherita Wallmann. Scene: Flavio Mogherini. Costumi: Maria de
Matteis. Interpreti: Sofia Loren (Aida, voce di Renata Tebaldi),
Luciano Della Marra (Radames, voce di Giuseppe Campora), Lois Maxwell
(Amneris, voce di Ebe Stignani), Afro Poli (Amonasro, voce di Gino
Bechi), Antonio Cassinelli (Ramfis, voce di Giulio Neri), Enrico
Formichi (il Faraone, voce di Enrico Formichi), Domenico Balini (il
messaggero, voce di Paolo Caroli), Marisa Valenti (l'ancella, voce di
Giovanna Russo), Vittorio Caprioli, Yvette Chauviré e Alba Arnova (danze), balletto del Teatro alla Scala , orchestra Rai
Roma direttore Giuseppe Morelli. Durata 95 minuti
"Aida" di Clemente Fracassi,
film a colori del 1953, è una buona illustrazione dell'opera di
Verdi, qualcosa tra le figurine Liebig e una discreta
rappresentazione in palcoscenico, magari all'Arena di Verona. E'
interpretato da attori doppiati da cantanti, ed è rimasto nella
memoria di chi si interessa di cinema per la presenza di Sofia Loren
come protagonista, doppiata da Renata Tebaldi.
Sofia Loren ha la pelle dipinta di
nero, perché Aida è etiope; è qualcosa che si fa comunemente in
teatro e può stupire solo chi del teatro non sa nulla di nulla. Il
teatro è maschera, travestimento, e anche dipingersi la pelle fa
parte della maschera. Come Sofia Loren, anche Afro Poli (Amonasro,
padre di Aida) ha la pelle dipinta di color bronzo scuro. Afro Poli
era un cantante d'opera, baritono, e quindi avrebbe potuto cantare
con la sua voce; ma qui recita solamente, la voce è di Gino Bechi.
Radames è interpretato da Luciano
Della Marra, molto giovane, al suo primo e unico film; la voce è
quella del tenore Giuseppe Campora. Sia la Loren che Della Marra
appaiono piuttosto impacciati, poco credibili, più che altro
figurine da fotoromanzo o da tableau vivant. Amneris è affidata a
un'attrice vera, Lois Maxwell (voce di Ebe Stignani), che ha ottima
presenza e fisico hollywoodiano; dagli anni '60 in su divenne famosa
come interprete dei film di James Bond, la segretaria Miss Moneypenny
Completano il cast l'attore Antonio
Cassinelli (Ramfis il Gran Sacerdote, voce di Giulio Neri) ed Enrico
Formichi, che è probabilmente (le indicazioni non sono chiare) sia
l'attore che il cantante per la parte del Re, cioè del Faraone. Si
tratta quindi di un buon cast vocale, di altissimo livello per la
presenza Renata Tebaldi, Ebe Stignani, Gino Bechi e Giulio Neri, e
con un ottimo tenore come Giuseppe Campora. L'orchestra è quella
della Rai di Roma, direttore Giuseppe Morelli.
Nella parte musicale ci sono però
molti tagli, e conoscendo l'opera a memoria ci si aspetta sempre
quella data parola in risposta, che poi non arriva. Devo dire che è
un'esperienza abbastanza frustrante, i tagli si potevano fare meglio.
La riduzione musicale è di mano di Renzo Rossellini, e si nota
(oltre che per i tagli, che potrebbero non essere di sua mano)
soprattutto nella scena della battaglia contro gli etiopi, tutta in
esterni, che nell'opera non c'è (è solo raccontata) e che sfocerà
nella famosa scena del trionfo al ritorno di Radames. Le musiche
arrangiate da Renzo Rossellini per la battaglia sono riprese da temi
dell'opera: per esempio l'aria di Amonasro è usata per gli etiopi,
la marcia trionfale e il tema dei sacerdoti per gli egizi, e così
via.
I balletti hanno parte notevole nel
film, le coreografie sono di Margherita Wallmann e le prime parti
toccano a Yvette Chauviré e ad Alba Arnova, c'è anche Leonide
Massine. Il corpo di ballo è quello del Teatro alla Scala. Appare
decisamente goffa la danza dei mori, che però ricorda lo stile di
Leonide Massine nel film di Powell e Pressburger tratto dai
"Racconti di Hoffmann" di Offenbach.
L'inizio vede dei cavalli correre nel
deserto e poi tra le rive del Nilo (così si può immaginare la
scena), in esterni, con acqua, verde, e un po' di palme per rendere
il tutto più credibile.
Sono comunque belle scene, con bei
costumi e bei colori; lo scenografo è Mogherini, che poi negli anni
'70 girerà come regista film abbastanza banali.
Qualche dubbio viene dai costumi usati
per gli egizi che, anche per via della presenza delle bighe,
finiscono per somigliare ad antichi romani, o forse anche aztechi (un
eco dell'Alzira?). A tratti sembra di assistere a Ben Hur, piuttosto
che all'Aida.
Clemente Fracassi ha diretto come
regista solo quattro film: due con Amedeo Nazzari, "Romanticismo"
(1950), e "Sensualità" (1951), poi questa Aida (1953) e
infine un "Andrea Chénier" (1955) che è un film recitato
con musiche tratte dall'opera, protagonisti Raf Vallone come Gérard,
Antonella Lualdi, Michel Auclair, Sergio Tofano e Rina Morelli
(genitori di Chenier). Fracassi ha al suo attivo una lunga carriera
come direttore di produzione; qui si dimostra un regista di solido
mestiere, ed è comunque un'ottima cosa. Non direi che questa sua
"Aida" sia un film memorabile, ma si può comunque guardare
ed ascoltare ancora oggi.
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