mercoledì 10 gennaio 2018

Cabaret (1972)


Cabaret (1972) Regia di Bob Fosse. Dai racconti di Christopher Isherwood. Sceneggiatura di Jay Allen, dai testi per il teatro di John van Druten e Joe Masteroff. Fotografia di Geoffrey Unsworth. Coreografie di Bob Fosse. Costumi Charlotte Flemming. Scene Richard Eglseder, Herbert Stradel Musiche di John Kander. Cantore nella scena del matrimonio: Estrongo Nachama. Interpreti: Liza Minnelli, Michael York, Helmut Griem, Fritz Wepper, Marisa Berenson, Joel Grey, e altri Durata: 124 minuti

Nel finale di "Cabaret" di Bob Fosse (1972) assistiamo al matrimonio fra due dei protagonisti, la ricca borghese interpretata da Marisa Berenson e l'amico che di lei era innamorato. E' un matrimonio con rito ebraico, e dato che siamo nella Berlino degli anni '30 è una scelta pericolosa ma l'amore non guarda in faccia alle difficoltà e nemmeno ai pericoli. E' una scena molto breve, della quale mi ero dimenticato, o forse alla mia prima visione (ormai tanti anni fa) non ero ancora attento a questi particolari, ma vista oggi non può non colpire la vocalità del cantore della sinagoga, molto simile a quella operistica. Scorrendo i titoli di coda, o guardando su internet se trovate il cretino che taglia i titoli di coda (in tv purtroppo succede spesso) è facile scoprire il nome di quel cantore, un nome che a noi può suonare ben strano: Estrongo Nachama. Su youtube esistono suoi filmati, metto qui e qui i link per Nachama (1918-2000, nato in Grecia e vissuto a Berlino, sopravvissuto ai lager nazisti) e per altri cantori da conoscere (su youtube c'è molto). Molti tenori importanti, come Richard Tucker e Jan Peerce, hanno proprio questa origine.
La voce dei cantori delle sinagoghe è in effetti molto simile a quella operistica. Gli esperti di vocalità raccontano che Enrico Caruso, in difficoltà per alcuni passaggi di opere a cui non era abituato (Bellini e il primo Ottocento, soprattutto) ricorse all'aiuto dei cantori ebrei, a New York: nelle sinagoghe quella tecnica vocale era stata conservata, mentre era andata perduta nei cantanti di inizio Novecento, a causa dell'avvento della vocalità detta "verista" (Mascagni e Cavalleria rusticana, soprattutto). Non sono un esperto di vocalità, e qui mi devo fermare; ma la curiosità rimane ed è davvero bello ascoltare queste voci, al di là del culto in sè sono voci notevoli e di grande tecnica. Vicino a casa mia non ci sono sinagoghe, e quindi non ho esperienze dirette delle voci dei cantori ebrei; posso però aggiungere, da cattolico, che è davvero un peccato grave lo stato in cui versa la musica nelle nostre chiese - soprattutto considerando che siamo in Italia e che abbiamo una tradizione meravigliosa oltre che millenaria in questo campo. Ma qui mi fermo, non vorrei andare troppo in là con le mie considerazioni e ritorno a parlare del film.
All'origine di "Cabaret" ci sono i racconti berlinesi di Christopher Isherwood (1904-1986); la protagonista Sally Bowles non è un personaggio reale ma una sua invenzione basata su persone realmente vissute. Il film è molto famoso e fu campione d'incassi, secondo me non è abbastanza replicato oggi e temo che i motivi siano nei tempi che stiamo vivendo, molto simili a quel 1933. Protagonisti sono due giovani americani a Berlino, nel periodo tra la fine della Repubblica di Weimar e l'inizio del nazismo; lei è una cantante di cabaret, lui un giovane in cerca di se stesso, con ogni probabilità autoritratto dello stesso Isherwood. Il giovane americano (Michael York) per mantenersi dà lezioni di inglese, ed è in questo modo che conosce la ricca e bellissima ereditiera (Marisa Berenson) e un altro giovane tedesco che si innamorerà perdutamente della compagna di lezioni, credendo di non avere speranze. Si sbaglierà, felicemente: i due arriveranno al matrimonio nel corso del film, in circostanze che si preannunciano drammatiche. Sullo sfondo delle vicende personali dei protagonisti c'è l'ascesa del nazismo, le cui ambiguità e volgarità sono ben rappresentate nei numeri di cabaret con Joel Grey. Oltre a Liza Minnelli e a Michael York nel cast troviamo Helmut Griem (il barone biondo e seduttore) che poi reciterà con Visconti; Fritz Wepper (Fritz, che sposa la Berenson) diventerà poi in tv il vice dell'ispettore Derrick, ed è difficile riconoscerlo perché cambierà molto fisicamente; il suo personaggio è forse il più bello del film. Marisa Berenson, nipote del grande critico d'arte, è stata modella per Vogue e attrice in pochi film ma ben scelti, come "Barry Lyndon" di Kubrick e appunto come "Cabaret". Detto di Joel Grey, giustamente ambiguo e volgare (il nazismo aveva anche questi aspetti, come insegna anche Otto Dix e come si vede bene in "La caduta degli dei" di Luchino Visconti), tutto il cast è composto da ottimi attori ed è molto bella anche la ricostruzione d'epoca, scene, costumi, ritmo narrativo, un film davvero molto ben fatto.
Le musiche sono tutte di John Kander, con testi di Fred Ebb, compresa la canzone "nazista" che quindi non è una canzone d'epoca come sembrerebbe; la voce che la canta è di Mark Lambert. Tra le curiosità troviamo anche un suonatore di sega, la sega da falegname, suonata con un archetto; è il secondo che trovo in un film dopo "Fanny e Alexander" di Ingmar Bergman. Dato che non trovo il fotogramma giusto da Cabaret inserisco qui il fotogramma da Bergman, sempre come curiosità musicale. Delle canzoni di Kander, "Money money" e "Cabaret" sono ancora oggi molto conosciute e ascoltate.
 
Rivisto (da me) dopo un'eternità, "Cabaret" si conferma come un film di grande valore, la prova che si possono affrontare temi seri (serissimi) in modo non "pesante"; basta saper scrivere, saper dirigere, avere cultura e sensibilità e curiosità verso il prossimo... (altrimenti, meglio cambiar mestiere, non è obbligatorio fare cinema o teatro).

Qualche notizia su Estrongo Nachama, presa da un sito in inglese e da  wikipedia (non l'edizione italiana, purtroppo, che non ne parla):
Estrongo Nachama was one of the most famous Jewish cantors of the 20th century. In tracing his journey from Thessaloniki in 1918 to Berlin at the dawn of the 21st century, the author has compiled an accessible account of this outstanding artist who survived the death camps thanks to his rare talent. “I was known as the singer of Auschwitz. Not only amongst the other prisoners. […] I sang for the Kapos, I sang for the doctors of the camp, for the SS men. That’s why they threw me a piece of bread. That’s what kept me to life. That’s how I survived in Auschwitz. Just thanks to that.”
Estrongo Nachama  Born in Thessaloniki in 1918, Estrongo Nachama was deported to Auschwitz in March 1943. A few months before the end of World War II, he will be taken to Sachsenhausen concentration camp, near Berlin. In 1945, he is liberated by the Red Army men and manages to reach the destroyed German capital, with the hope of returning to Greece. A random meeting with one of his Auschwitz co-prisoners will be the cause for him to begin a new chapter in his life.
Estrongo Nachama was one of the most important Jewish chanters of the 20th century and one of the leading personalities of the postwar jewish society of West Berlin. His characteristic and rare voice was heard far past the walls of the Synagogue, in concerts all over Germany, the United States and South America. Even so, in his country, his name and his story are unknown. Following the trace of this unique human adventure, from Thessaloniki in 1918 to Berlin in the dawn of the 21st century, delving into archives, talking to his family and friends, and requesting the aid of historical sources, the writer, using the tools of a journalist’s research, composes a monograph about Estrongo Nachama. And together with the story of a survivor, she rescues a small part of our silenced collective History.
(sito Kapon editions)

 
Estrongo «Eto» Nachama, (né le 4 mai 1918 à Thessalonique, mort le 13 janvier 2000 à Berlin) est un chanteur grec puis hazzan de la communauté juive de Berlin. Nachama est le fils du marchand de grain Menachem Nachama et sa femme Oro; il vient d'une famille de Juifs Séfarades expulsés d'Espagne en 1492 et qui se sont enfuis vers l'Empire ottoman. Jusqu'à l'expropriation des biens juifs en Grèce pendant l'occupation allemande, les Nachama respectent les règles originaires d'Espagne. Après avoir été à l'école primaire juive et au lycée français, Estrongo Nachama rejoint l'entreprise de son père et devient hazzan de la synagogue à Thessalonique. Lors de la Seconde Guerre mondiale, il rejoint l'armée grecque qui est défaite au printemps 1941.
Au printemps 1943, toute la famille Nachama est déportée à Auschwitz. Les parents d'Estrongo, ses sœurs Matilde et Signora et son épouse Regina sont tués. Le talent d'Estrongo Nachama et sa voix de baryton impressionnent les prisonniers et les gardiens. Il est convaincu que le chant lui a permis de survivre non seulement à Auschwitz, mais aussi à la marche de la mort vers Sachsenhausen. Le 5 mai 1945, l'Armée rouge libère près de Nauen; Estrongo Nachama considère cette date comme son «deuxième anniversaire».
Estrongo Nachama retourne près de Berlin pour se soigner puis revenir à Thessalonique. Dans la confusion des premières semaines d'après-guerre, la mise en œuvre de ce projet est difficile. Il fait la connaissance de Lilli, une Allemande, qui sera son épouse. Grâce à elle, il fait la connaissance de la communauté juive de Berlin qui découvre son chant. Il rencontre Erich Nehlhans qui l'intègre dans les cérémonies. La communauté berlinoise souhaite faire renaître le rite ashkénaze. Nachama découvre et s'adapte à cette nouvelle culture.
En 1948, la voix d'Estrongo Nachama se fait entendre pour le chabbat sur RIAS avec le chœur de chambre puis sur Deutschlandradio. Il devient ainsi connu des Berlinois non Juifs.
Il supervise également le culte des membres juifs des forces armées des États-Unis dans la synagogue de Hüttenweg. Sa nationalité grecque lui permet d'aller librement, même après la division de Berlin en 1961, dans la partie orientale de la ville et visiter la partie locale de la communauté, en particulier dans la synagogue de la Rykestraße et son chantre Leo Roth.
Grâce à plusieurs enregistrements (entre autres avec le RIAS Kammerchor) et des concerts en Europe, en Israël et aux États-Unis, Nachama gagne une célébrité internationale. Il se sert de cette célébrité pour la compréhension et la coopération entre les juifs et les chrétiens, le dialogue interreligieux. Il donnera ainsi l'un de ses derniers grands concerts en avril 1998 dans la cathédrale de Berlin. Son fils Andreas sera rabbin.

 
Le canzoni di John Kander e Fred Ebb, da www.imdb.com :
Mein Herr (Liza Minnelli); MoneyMoney (Liza Minnelli e Joel Grey); Willkommen (Joel Grey); Tomorrow belongs to me (Mark Lambert, voce del ragazzo vestito da nazista), Cabaret (Liza Minnelli), Two ladies (Joel Grey), If you could see her (Joel Grey), Maybe this time (Liza Minnelli), Tiller girls (Joel Grey), Heirat (Greta Keller), Sitting pretty (strumentale), Don't tell mama, It couldn't please me more, Married, So what .
 

 

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