Die Nibelungen (1924) Regia di Fritz
Lang. Tratto da Die Nibelugenlied e dalle saghe nordiche
Sceneggiatura di Fritz Lang, Thea von Harbou. Fotografia: Carl
Hoffmann, Gunther Rittau e Walter Ruttmann (per la sequenza del
"sogno del falcone"). Scenografia: Otto Hunte, Erich
Kettelhut, Karl Vollbrecht, ispirata in parte alle
pitture di Arnold Böcklin; costumi: Paul Gerd Guderian, Anne
Willkomm; armature, costumi e armi degli Unni: Heinrich Umlauff.
Musica originale: Gottfried Huppertz. I parte: Siegfried (La morte di
Sigfrido); II parte: Kriemhilds Rache (La vendetta di Crimilde)
Produzione Decla-Bioscop-Ufa. Prima proiezione, col sottotitolo Ein
Deutsches Heidenlied (Un'epopea tedesca). Durata totale: 4 ore e 50
minuti
Interpreti: Paul Richter (Sigfrido),
Margarete Schön (Crimilde), Rudolph Klein-Rogge (Attila-Etzel, re
degli Unni) Georg August Koch (Ildebrando), Theodor Loos (Gunther),
Bernhard Goetzke (Volker von Alzey), Hans Adalbert von Schlettow
(Hagen Tronje), Georg John (Alberico e Blaodel), Gertrude Arnold (la
regina Ute), Hanna Ralph (Brunilde), Rudolph Ritter (Rüdiger), Fritz
Albert (Dietrich), Hans Carl Müller (Gerenot), Erwin Biswanger
(Giselher), Hardy von Francois (Dankwart), Frieda Richard (lettrice,
I), Georg Turowski (sacerdote, I), Iris Roberts (paggio, I) Grete
Berger (Unno, II), Fritz Alberti (II), Rose Leichtenstein (II).
"I Nibelunghi" di Fritz Lang
(1924), al di là dei luoghi comuni sul periodo del cinema muto, è
davvero un film antico, arcaico, a tratti rudimentale; a tratti si
pensa che potrebbe essere stato girato da Georges Méliès, che però
anche nel 1897 sapeva essere più vivace e brillante. Tutto questo
sorprende perchè è il film di Lang che viene subito dopo il primo
Mabuse e precede di poco Metropolis, quindi nel 1924 Lang era già un
autore sicuro dei propri mezzi, molto maturo e capace di capolavori
che destano ancora oggi ammirazione; però qui appare spesso legnoso
e rozzo. Il film può piacere ancora, e di sicuro nel 1924 sarà
piaciuto molto, però va ricordato che nel campo del kolossal a quel
tempo c'erano già stati Pastrone, Griffith, e anche Eisenstein era
ben presente. E si potrebbero aggiungere Il monello di Chaplin, e
Keaton, Murnau, Dreyer, Lubitsch... tutti più o meno contemporanei
dei "Nibelunghi" di Lang.
La versione integrale dura 4 ore e 50
minuti, quasi cinque ore; la prima cosa da fare è dimenticarsi di
Wagner, perchè Lang si attiene al racconto classico della saga dei
Nibelunghi. Ed è un lavoro che merita attenzione, ma è anche
l'occasione per rendersi conto del grande lavoro di rielaborazione
fatto da Richard Wagner, che dà profondità e spessore al mito
nibelungico. Qui, come nella versione originale della saga, e come
nell'Edda, è tutto molto più schematico; certamente fascinoso (il
drago!) ma anche molto più rozzo nella descrizione dei personaggi e
dei temi. Die Nibelugenlied , dal punto di vista stilistico, è molto
lontano dalla grandezza e dalla finezza dei miti greci o romani, e
non ha l'ampiezza e la profondità filosofica del Mahabharata.
Il film è diviso in due parti: "Die
Nibelungen" e "Kriemhilds Rache" (La vendetta di
Crimilde), entrambe sopra le due ore di durata; chissà come lo si
proiettava, nel 1924, e quale era la reazione degli spettatori ancora
abituati alle comiche e ai film "da un rullo". La fonte è
il poema del 1200, La Canzone dei Nibelunghi; non direi che ci sia
molto dall'Edda, sicuramente siamo molto distanti da Wagner.
Ci sono molte curiosità nella scelta
degli attori, per chi conosce il cinema di Lang: infatti molti attori
ricorrono o ricorreranno negli altri suoi film. Sigfrido è Paul
Richter, Crimilde è Margarethe Schön, Brunilde regina d'Islanda è
Hanna Ralph (spesso simile a un personaggio di film di fantascienza,
come il coevo "Aelita"). Nel "Dottor Mabuse",
girato pochi mesi prima, Paul Richter (Sigfrido) era il ricco e
giovane Hull che viene ipnotizzato all'inizio del film. Günther è
Theodor Loos, Hagen è Hans Adalbert Schlettow (era l'autista del
dottor Mabuse). Erwin Bisanger è Giselher, Bernhard Goetze è il
bardo Volker (era il procuratore von Wenk nel Mabuse). Attila (re
Etzel, Attila nelle didascalie inglesi) è Rudolf Klein-Rogge, cioè
Mabuse stesso poi protagonista anche in Metropolis. Rüdiger è
Rudolf Rittner.
Le musiche originali sono di Gottfried
Huppertz; esistono copie con le musiche di Wagner che però a questo
punto sono fuori luogo, questo film con Wagner ha poco a che vedere,
quasi niente. La musica di Huppertz fu recuperata per caso nel 1994
dalla vedova del musicista; è piuttosto bella, un Hindemith più
morbido, e meriterebbe un'analisi attenta anche perché qualcosa non
torna nel rapporto fra musica e immagini (nelle ballate e nelle
danze). Forse la colpa è anche dell'attore che interpreta il bardo,
che più che suonare sembra tirare cazzotti al suo strumento, niente
a che vedere con il toccare le corde (forse qualche conto in sospeso
con la musica?). La stessa cosa si può dire per il giullare di
Attila, che appare come un ballabiotto senza la minima musicalità.
Difficile andare a tempo e mettere musica appropriata, con due attori
come questi.
Su youtube sono visibili due o tre
versioni differenti, per lunghezza e per colonna sonora, e anche per
i colori (il virato del cinema prima del colore, ancora affascinante,
non è presente in tutte le pellicole disponibili ma solo in alcune).
Qui porto una mia sintesi personale, che definirei incompleta, ma che
può servire per un primo approccio e per un paragone con il racconto
wagneriano. Come sempre, ho indicato i minuti a cui si riferiscono le
scene: spero che questa indicazione possa essere utile a qualcuno.
Basato in parte sul grande poema
germanico degli inizi del tredicesimo secolo, che ispirò anche il
ciclo operistico di Wagner, Der Ring des Nibelungen. La Decla-Bioscop
si fuse con l’Ufa durante la lavorazione del film. Siegfried fu
distribuito negli Stati Uniti dall’Ufa, in una versione di 2743
metri con la musica di Wagner diretta da Hugo Reisenfeld, il 12
settembre del 1925. In America non distribuirono la seconda parte
fino alla fine del 1928; intitolata Kriemhild's Revenge, fu data
anch'essa in una versione ridotta di 2743 metri. Nel 1933 l’Ufa
preparò una versione tagliata di Siegfried (2258 metri), col sonoro,
e la distribuì col titolo Siegfrieds Tod. Nell'ottobre del 1924 l’Ufa inviò
Lang negli Stati Uniti; vi rimase per poco più di un mese per
esaminare le tecniche di produzione a New York e a Hollywood. In
dicembre ritornò a Berlino.
(da "Il cinema secondo Fritz
Lang", intervista con Peter Bogdanovich, ed. Pratiche 1988)
L'inizio vede Sigfrido intento a
forgiare una spada (siamo quindi lontanissimi dal Ring) e Mime o chi
per lui ne saggia l'affilatura facendo cadere una piuma sul taglio;
poi manda il giovane in bocca al drago, sperando che muoia o che gli
riporti il tesoro. I Nibelunghi verranno più avanti, e non saranno
nani abitanti nel sottosuolo ma una stirpe nobile e guerriera. Qui
siamo piuttosto in una zona di tipo diorama preistorico, in netto
contrasto con ciò che segue e cioè (minuto 10) una Messa cattolica
in piena regola e con il lusso medievale del castello di Worms, dove
regnano i Burgundi. Il re dei Burgundi è Günther, suo fratello è
il truce Hagen (somiglia a Wotan), la loro sorella è Crimilde.
L'attore che impersona Günther ricorda molto Osvaldo Valenti nella
"Cena delle beffe", sia nel fisico che nel carattere del
personaggio: un debole, che tradirà l'amico Sigfrido. "Mime" e i fabbri dell'inizio
del film rimandano direttamente ai fabbri descritti da Mircea Eliade,
vagamente demoniaci, rozzi e seminudi, vestiti di pelli, brutti,
storti, pelosi.
Intanto Sigfrido si è messo in marcia
col suo cavallo bianco, e lo ritroviamo al minuto 15 a confrontarsi
con il drago, con tutto ciò che segue, foglia sulla spalla compresa
(un dettaglio che in Wagner non c'è).
Al minuto 23 comincia il "secondo
canto" (così nella didascalia) dove il bardo del castello di
Worms canta le gesta di Sigfrido; Crimilde lo ascolta attenta. Il
bardo suona uno strumento simile a una viola da gamba, con l'archetto
grande che si vede nei dipinti rinascimentali. Il racconto del bardo
viene alternato con le gesta di Sigfrido, che incontra Alberich e lo
sconfigge (lo ucciderà in seguito); Alberich gli dà il copricapo
magico, che non è un elmo ma una specie di retina per capelli che si
tiene alla cintura. Il regno sotterraneo di Alberich, in questa
scenografia, è evidentemente servito a Peter Jackson per il suo
Tolkien, è quasi identico. Al minuto 34 Alberich e gli gnomi
diventano di pietra, con un bell'effetto speciale. Da Alberich
Sigfrido ottiene anche la spada magica, che qui si chiama Balmung.
Al minuto 40 il sogno di Crimilde; al
minuto 43 vediamo Brunilde, regina guerriera d'Islanda, concupita dal
debole Günther. Al minuto 44 c'è Hagen, poi Crimilde (qui simile
alle icone bizantine); Brunilde ha un curioso elmo guerriero. Al minuto 50 l'oracolo, una donna in
una grotta con incisioni di tipo camuno, forse rune ma incise in
maniera un po' goffa.
La nave vichinga con Sigfrido salpa per
l'Islanda, c'è il mare di fiamme, la scenografia rimanda a Böcklin
ma è sempre un po' rozza. Al minuto 52 Brunilde vede Sigfrido
arrivare sulla nave. Iniziano le prove per conquistare Brunilde, che
sposerà il vincitore della gara, colui che la sconfiggerà nelle
prove; Sigfrido vuole sposare Crimilde, e allora Hagen lo invita a
usare il copricapo per diventare invisibile e aiutare Günther, così
da poter avere il suo consenso al matrimonio. Così fanno e al minuto
60 c'è la tripla sfida: non un torneo medievale ma lancia, getto
della pietra, eccetera; vincendo le tre gare ci si porta a casa
Brunilde.
Sigfrido grazie al copricapo (una rete
per capelli, e non l'elmo) è invisibile, ma si vede la sua ombra;
combatte per Günther, che vincerà nonostante le sue mancanze. In
realtà, è l'invisibile Sigfrido a gareggiare al posto di Günther.
Brunilde è dunque sconfitta e non si capacita, non comprende
l'inganno e dovrà comunque sposare Günther.
(1-continua)
(1-continua)
Non sarà il Lang migliore ma i fotogrammi con cui hai corredato il tuo bel post sono di grande suggestione, in particolare quello con Sigfrido sul cavallo bianco.
RispondiEliminaAlberich, dunque, esce subito di scena?
ho sintetizzato molto :-) ma comunque non è l'Alberich di Wagner. Più che altro, alla fine, rimane in mente la lunghissima ed estenuante battaglia finale (l'assedio)
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