giovedì 6 luglio 2017

Eroica ( 2003)


Eroica (2003) Regia di Simon Cellan Jones. Scritto da Nick Dear. Musica di Ludwig van Beethoven (Terza Sinfonia). Direttore d'orchestra John Eliot Gardiner, con l'Orchestre Révolutionnaire et Romantique . Fotografia di Barry Ackroyd. Montaggio di Joe Walker. Costumi di Andrea Galer. Interpreti: Ian Hart (Ludwig van Beethoven), Peter Hanson (Wranitzky) Jack Davenport (principe Lobkowitz) Leo Bill (Ries), Claire Skinner (Josephine Deym), Lucy Akhurst (Therese Brunsvik, sorella di Josephine), Frank Finlay (Franz Joseph Haydn), Trevor Cooper (Otto Fischer), Sarah Ford (Frau Fischer), Fenella Woolgar (principessa Marie Lobkowitz), Victoria Shalet (Kirstin), Celina Liesegang (Stella), Jacob Engelberg (Franz), Jonathan Aris (Paul Dorfmueller), Ian Thompson (Albrecht Dorfmueller), Tim Pigott-Smith (conte Dietrichstein), Robert Glenister (Gerhardt), Joseph Morgan (Matthias), Anton Lesser (Sukowaty), Jeffrey Towers (cameriere), Andrew Byrt, Peter Lale, David Watkin (musicisti). Durata: 1h23'

"Eroica" di Simon Cellan Jones è la ricostruzione della prima esecuzione della Terza Sinfonia di Beethoven, avvenuta il 9 giugno 1804 a Vienna, nel palazzo del principe Lobkowitz. E' un film prodotto dalla BBC, ed è molto bello, prima di tutto per la bravura di regista e attori ma anche perchè si ascolta per intero la sinfonia, la cui esecuzione è affidata a un'orchestra con strumenti originali (fine 700 e inizio 800), che è quella fondata da John Eliot Gardiner. A prima vista, può colpire l'organico orchestrale, molto ridotto rispetto a ciò a cui ci siamo poi abituati: ma la ricostruzione storica è esatta, i manoscritti di Beethoven riportano questo organico e non altro. Da qui, e dalla presenza di Haydn nel finale, si può partire per raccontare le trasformazioni in corso, non solo nella musica, che portarono alla società moderna: Haydn, grande compositore e di grande successo in vita, modello di riferimento per tutti i musicisti, era ancora un uomo del Settecento, e svolse la sua vita al servizio di una famiglia nobile, come un maggiordomo; Beethoven era un uomo libero, la sua professione era la musica. Questo processo inizia già con gli ultimi anni di Mozart, che esce dai teatri di corte con "Il flauto magico"; ma va ricordata la data del 1789, la Rivoluzione Francese. Di Napoleone, e della fascinazione che esercitò anche negli ambienti della nobiltà viennese, si fa cenno nel film; Beethoven dedicò alcune sue opere a Napoleone, ma cancellò le dediche dopo l'autoincoronazione come imperatore, proprio in quest'anno 1804. Napoleone che diventa imperatore era la negazione di tutti gli ideali della Rivoluzione, una delusione profonda.

 
E' da sottolineare la bravura tecnica del regista Simon Cellan Jones, con movimenti di macchina degni di Kubrick e di Max Ophuls, oppure di Bergman nel "Flauto magico"; si pensa a Kubrick anche per "Barry Lyndon", a Ophuls soprattutto per i movimenti di macchina avvolgenti. La rappresentazione privata di quel 1804 viene utile anche per evitare i soliti luoghi comuni sul dirigere l'orchestra presenti più o meno in tutti i film: il Beethoven di Ian Hart raramente "dirige", spesso sta seduto e lascia fare al primo violino, a volte si allontana di poco. La musica è rappresentata con primi piani sui musicisti e sulle persone presenti, con molta intelligenza e con evidente passione e amore per ciò che si sta facendo, qualità ormai rara. Non conosco altri film di questo regista, che stando a www.imdb.com ha diretto quasi soltanto per la tv.

 
Ludwig van Beethoven nasce nel 1770, quindi nel 1804 era poco più che trentenne, ancora nel pieno della vigoria fisica, ed è ben ritratto dall'attore Ian Hart. Franz Joseph Haydn nasce nel 1734, morirà nel 1809, cinque anni dopo. Degli altri personaggi storici presenti nel film, trascrivo i profili biografici di Wranitzky, Ries e Lobkowitz, dalla Garzantina:
- Paul Wranitzky (Vranicky secondo un'altra grafia) , 1756-1808, compositore e direttore d'orchestra moravo. Amico di Mozart, di Weber e di Beethoven, fu direttore d'orchestra al teatro di corte di Vienna dal 1785 fino alla morte. Nel 1800 diresse la prima esecuzione della Sinfonia n.1 di Beethoven e la "Creazione" di Haydn. Compose numerosi singspiele, opere, balletti, azioni coreografiche, musica sinfonica e da camera.
- Ferdinand Ries (1784-1838), pianista e compositore tedesco, nativo di Bonn. Appartenente a una famiglia di musicisti, prese lezioni di pianoforte da Beethoven a Vienna. Si dedicò quindi alla carriera concertistica, esibendosi in molti paesi europei. Le sue composizioni sono stilisticamente influenzate da Beethoven, del quale scrisse anche una biografia.
- Franz Joseph Maximilien Lobkowitz (1772-1816) mecenate boemo. Di famiglia principesca e amante della musica, musicista dilettante egli stesso, protesse Beethoven cui concesse uno stipendio annuale. Beethoven gli dedicò diverse composizioni, fra le quali la terza, la quinta e la sesta sinfonia, i quartetti op.18 e op.74, il triplo concerto op.56, il ciclo di lieder "All'amata lontana" op.98.
Si può far notare che Lobkowitz si muove con le stampelle, che Ries appare molto giovane e impacciato, e che le donne sono belle ed eleganti, non giovanissime (dell'età di Beethoven e Lobkowitz), con qualche ruga ma affascinanti; Ries ne subisce il fascino, Beethoven ha una relazione con Josephine von Deym, che è vedova e ha quattro figli.

 
Al minuto 48, è da sottolineare la risposta di Beethoven alle critiche che gli vengono rivolte da uno dei presenti: « Difficult is good, difficult is beautiful, difficult is closer to the truth.» La difficoltà è un bene, la difficoltà è bella, la difficoltà è vicina alla verità.
Al minuto 53, durante l'intervallo fra il secondo e il terzo movimento, vediamo la proposta di matrimonio di Beethoven a Josephine von Deym; lei risponde con discorsi molto pratici, ha quattro figli (li vedremo più avanti), come potrà mantenerli Beethoven, come può la madre lasciarli da soli, "Non posso" è la risposta di Josephine alla domanda "vuoi sposarmi". "Ti amo, ma non posso sposarti". Molto bravi in questa scena i due attori, Claire Skinner e Ian Hart.
A 1h03' ecco arrivare Haydn, a Scherzo già iniziato; dirà che è la composizione è lunga e discutibile, ma nuova. Da qui comincia qualcosa di nuovo, conclude Haydn (l'attore è Frank Finlay).
 

Alcuni appunti che mi sono segnato durante la visione del film: 1) fascinazioni per Napoleone e per la Rivoluzione Francese, anche fra la nobiltà viennese; 2) la sinfonia è più strutturata, si fa notare a Beethoven; le sue forme sono troppo libere, persino confuse. E' in discussione il modello di sinfonia di Haydn, insomma. 3) c'è un intervallo dopo i primi due movimenti, ci sono applausi spontanei dopo la fine del primo movimento. 4) Beethoven non è un servitore, si dice al minuto 50: i musicisti nel Settecento erano quasi sempre al servizio di qualche corte, Haydn compreso. 5) la musica arriva fino in cucina, vediamo la preparazione cibo che poi verrà servito agli orchestrali. 6) il film è girato tutto in Inghilterra, in queste tre locations: Chiswick House, Burlington Lane, Chiswick, Londra; Osterley Park House, Isleworth, Middlesex; Witanhurst House, Highgate West Hill, Highgate, Londra. 7) l'orchestra nel film è diretta da Peter Hanson, che interpreta Wranitzky.

 
Dal punto di vista musicale, a livello mio personalissimo, io sto con Furtwaengler (soprattutto per l'Eroica); ma è comunque sempre un bel sentire, e questo è un film che avrei visto volentieri al cinema, tutto d'un fiato, completamente immerso dentro il film, magari al President di Milano (una sala che non esiste più, peccato). E infine, altra notazione mia personale, aver imparato a memoria le sinfonie di Beethoven, sia pure con tutti i miei limiti, è stata una delle cose più belle che potevano capitarmi nella vita.

 
Questo è il riassunto del film, preso da wikipedia versione inglese:
The film is set in Vienna on 9 June 1804, the date of the private, first performance of Beethoven’s third symphony, later to be known as the ‘Eroica’. The performance, and most of the action in the film, takes place at the palace of one of Beethoven’s patrons, Prince Franz Lobkowitz. Midway during the performance, Beethoven tries to get his lover, a widow named Josephine von Deym, to marry him, but she refuses because of the unfair laws regarding child custody — she is a member of the nobility, and cannot marry a commoner without losing custody of her children. Later, composer Joseph Haydn, now old and feeble, arrives just in time to hear the last movement of the symphony.
During the last few minutes of the symphony, the film flashes forward, and we see Beethoven going to dinner with his pupil, Ferdinand Ries, where he is told that Napoleon has just declared himself Emperor of France, thereby completely betraying Beethoven's faith in him. In a rage, he crumples up the title page of his symphony, which he originally intended to call the "Bonaparte". As he leaves the performance, Haydn is asked his opinion of the symphony, which he describes as "quite new", and then utters his now-famous and prophetic comment, "From this day forward, everything [in music] is changed". The film ends on a grim note; as the performance of the Eroica ends, Beethoven looks at his audience and is momentarily unable to hear any natural sounds — an ominous sign of his approaching deafness.
 

 

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