Fedora (1942) Regia di Camillo Mastrocinque. Tratto dal dramma di Victorien Sardou. Sceneggiatura di Camillo Mastrocinque e Giorgio Pàstina. Musiche di Umberto Giordano, arrangiate da Nuccio Fiorda. Fotografia di Mario Albertelli e Giuseppe La Torre. Interpreti: Amedeo Nazzari, Luisa Ferida, Memo Benassi, Cesare Polacco, Rina Morelli, Osvaldo Valenti. Durata: 1h32'
"Fedora" di
Mastrocinque (1942) ripercorre il dramma di Sardou usando la musica
di Umberto Giordano ma senza cantanti. "Amor ti vieta",
solo la melodia senza il canto, diventa il leit motiv del film in un
bell'arrangiamento di Nuccio Fiorda. Mastrocinque è come sempre
molto bravo nella scelta delle inquadrature, gli attori si muovono a
loro agio e il film è molto ben condotto. Il problema, oggi, sta
probabilmente nel drammone di Sardou che è molto invecchiato e non
facile da seguire nei suoi sviluppi. Non c'è canto, e non vi sono
cantanti che recitano; ci sono però molti attori bravi o comunque
famosi, per i quali vale la pena di vedere il film.
"Fedora" di
Umberto Giordano, tratta da un dramma all'epoca molto celebre di
Victorien Sardou, ebbe la sua prima rappresentazione nel 1908, a
Milano; otto anni prima Puccini aveva messo in musica un altro
celebre dramma di Sardou, "Tosca". La trama di "Fedora"
è così riassunta da www.wikipedia.it:
1870. Il principe
russo Vladimiro Yariskine viene assassinato alla vigilia delle nozze
con la principessa Fedora che, davanti al padre dell'ucciso, giura di
vendicare il promesso sposo. Seguendo tracce incerte del colpevole,
arriva a Parigi dove conosce un pittore suo connazionale, Loris e se
ne innamora. Il caso vuole che si tratti dell'assassino che sta
cercando e non esita a denunciarlo alla polizia russa attraverso una
lettera. La lettera arrivata in Russia provoca l'arresto del fratello
di Loris, come complice del delitto. Il giovane, in prigione, annega
per una inondazione del fiume in piena che invade le carceri; la
madre dei due muore di crepacuore. Questo porta Fedora a sapere dallo
stesso pittore che il principe aveva offeso gravemente il suo onore:
era l'amante di sua moglie, li aveva sorpresi insieme e nella
sparatoria Loris era rimasto ferito e Vladimiro ucciso. Fedora
disperata, si toglie la vita con il veleno contenuto in una croce che
le aveva regalato suo marito il giorno precedente alle nozze. Muore
fra le braccia del pittore.
Gli attori sono tanti e
tutti recitano bene, Mastrocinque è uno dei grandi professionisti
del cinema italiano, con decine di film all'attivo, di ogni genere e
distribuiti in moltissimi anni di carriera; i film più famosi di
Camillo Mastrocinque resteranno comunque quelli girati con Totò nei
suoi anni migliori. Il protagonista (Loris) è Amedeo Nazzari, molto
adatto alla parte; oltre a Nazzari bisogna segnalare la presenza di
grandi attori come Memo Benassi, Rina Morelli, Cesare Polacco.
Osvaldo Valenti viene ucciso dopo venti minuti, Luisa Ferida è
Fedora che avrebbe dovuto sposarlo. Memo Benassi è il padre infermo,
suocero di Fedora (sua la scena iniziale), Rina Morelli è la
contessa collezionista di dipinti che "scopre" Loris come
pittore. Cesare Polacco impersona l'usuraio, ed è da notare che il
suo nome non compare nei titoli di testa perché siamo nel 1942 e
Polacco, ebreo veneziano, doveva nascondersi e lavorare sotto falso
nome. Un momento molto duro per l'Italia, ma si continuava a fare
cinema. Di lì a un anno sarebbe arrivato l'8 settembre 1943, data da
cui comincia la rinascita dell'Italia.
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